Vi avviso che il video è estremamente cruento quindi apritelo solo se avete il cuore di guardarlo... io personalmente l'ho visto qualche settimana fa e ancora mi sento male a ripensarci, ne abbiamo discusso sul mio forum e lo porto alla vostra attenzione perchè è giusto che la gente sappia...
(Vi consiglio di leggere fino in fondo prima di
cliccare sul link dove
si trova il video. Sceglierete a quel punto se davvero
vi sentite di vedere il video oppure no. Capirete in
questo modo il significato di questa mail).
http://www.strasbourgcurieux.com/fourrure/
Amo gli animali, mi sono detta. Faccio quello che
posso per loro.
Starei solo male. Per niente. Poi ho deciso. Di
vederlo. Di star male.
Per un tempo che non finiva più. Perché non basta
"sapere". Occorre vedere per poter raccontare a chi
non vuole farlo. Perché voglio si sappia e si faccia
sapere l'orrendo dolore che sta dietro
agli articoli di pregio in pelle e pellicia, rifiniti,
bordati in pelle e pelliccia, che riempiono le vetrine
dei nostri negozi, belli e meno belli, che invadono i
nostri grandi magazzini (un sacco ne ho visti all'UPIM
e RINASCENTE, made in China, con etichette dai nomi
inventati),
che strabordano dalle bancarelle dei nostri mercati.
Perché voglio che si pensi quando si sceglie una
borsa, un paio di guanti, un giaccone, una
giaccavento. Per noi, per un regalo, magari per il
prossimo Natale.
E non ci si possa dimenticare quello che qui si è
visto o che io
voglio comunque raccontare. Per chi non vuole vedere.
Ma deve sapere.
Cina. Animali. Bellissimi. Tipo procioni, tipo
marmotta. Non me ne intendo.
Grassi. Tenerissimi. Musi bellissimi. Tantissimi. In
gabbie di filo di ferro Strettissime.
Afferrati. Per la lunga coda stupenda. Sbattuti in
terra una, due
volte. Lasciati lì, a sobbalzare. Appena intontiti.
Con calma, senza fretta, ad una ad una tagliate le 4
zampine. Segate.
Il piede dell'aguzzino che li schiaccia sul collo. Li
inchioda al
terreno.E sempre con calma, incisi i moncherini ad uno
ad uno. Per preparare lo strappo. Lasciati lì. Ad
aspettare. Primo piano su un muso. Sugli occhi
dolcissimi. Che luccicano. Brillano. Spalancati, ogni
tanto socchiusi.
Appesi. Scuoiati. Con calma. Senza fretta. Magari
sospendendo il "lavoro" per voltarsi a dire qualcosa.
A un altro aguzzino. E lui che sobbalza, si contorce,
spalanca la bocca. E il pelo fa fatica a staccarsi, a
lasciare i piccoli corpi.
E poi la carcassa. Buttata su un carro. Su una
montagna di corpi nudi.
E ti dici: "...è finita... finalmente è finita."
Ma no, invece. Primo piano. Sulla carcassa di cui
brillavano gli
occhi. Zoomata. Sul muso. Che spalanca la bocca.
Un'ultima ripresa, più d'insieme. In un altro sforzo,
la povera testa
scuoiata si alza, si gira. Si volta. Pare quasi a
guardare lo scempio
di quel che resta del suo corpo torturato.
Minuti e minuti che sono un'eternità. Un'agonia. Per
me, che guardo soltanto. E per loro...?
E poi ancora. E mi chiedo quand'è che finisce.
E poi è la volta dei cani. Bellissimi. Pelo
rigoglioso. Stessa
orribile sorte. Stessa agonia infinita. Quelli il cui
pelo compriamo sereni.
Credendo all'etichetta, alla commessa che ci rassicura
"E' coyote, asian
jackall, marmotta" Come se, anche se volessimo
crederle, coyote, sciacalli, marmotte fossero esenti
dal dolore. Fossero cose. I cani la cui pelliccia
borda i cappucci delle nostre belle giacche a vento,
dei nostri piumini e giacconi.
Anche di marca. Di pregio. WOOLRICH, CIESSE, ASPESI
ecc.ecc. ecc... Made in Italy, made in Usa, made in
France. Di taglio perfetto. Dalle rifiniture precise.
Esiste una legge in Italia. Per far stare tranquilli
noi consumatori,
si sa che è vietato importare pelli di cane e di
gatto.
Peccato che in dogana vengano mistificate con nomi di
fantasia o
vengano dichiarate come volpi, agnello, lapin. Peccato
che per scoprirne la reale natura ci vorrebbe ogni
volta un costosissimo esame del DNA, che nessuno è
disposto a pagare.
Peccato che tutto questo pelo, di cane, di gatto o di
qualsiasi altro
animale costi una sofferenza atroce. Che neanche ci
possiamo
immaginare.
Il filmato prosegue. Animaletti deliziosi. Grandi e
piccoli. Rinchiusi in attesa della loro sorte
terribile. Uno sembra quasi giocare con un
recipiente. Sembra un piccolo orsetto, bianco. Altri
che girano frenetici nelle loro prigioni. Disperati.
Impazziti.
E poi è la volta dei conigli. Il famoso lapin, che
acquistiamo tranquilli. Tanto, è il pelo dei conigli
che mangiamo, che mangiano. Falso.Falsissimo.
Guardare il filmato per credere. Appesi. Scuoiati
vivi. Carcasse che
si contorcono chissà ancora per quanto, dopo.
Tutto questo mi ha intristito e angoscito oltre ogni
dire. Una
giornata da dimenticare.
Ma la mia pena è niente a confronto di quella degli
attivisti
animalisti che si sono costretti a filmare queste
atrocità. Per farci sapere quanto dolore si nasconde
dietro tanti bei capi d'abbigliamento. Per renderci
consapevoli delle nostre scelte. Anche quelle che
sembrano banali, dettate dall'impulso di un momento.
ED E' ZERO A CONFRONTO DI QUELLO CHE SOFFRONO QUESTI
ANIMALI.
E' orribile vedere questo filmato. Ma ancora più
orribile è
contribuire a tortutare questi animali, colpevoli
della maledizione di
possedere una bella pelliccia.
Anche se non vedete il video, vi prego di far girare
questa mia il più
possibile. E magari proprio fra chi, non essendo a
contatto con realtà
animaliste, non conosce e non sa quanto male una
scelta irragionata fa
agli animali non umani".
Grazie mille.
Angela
E io che mi chiedo quando finirà e come è possibile
che un dio abbia
creato uomini tanto crudeli.