Freno posteriore
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- Greywolf
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Ti smentisco...
I nostri amichetti dei freni mi sconsigliano vivamente il DOT5
E l'olio non ha bolle, sono gas che si liberano con la temperatura: se ci pensi, dopo che hai bollito l'olio freni, il freno non é piú lo stesso; solo dopo che hai cambiato l'olio, torna ai livelli precedenti la bollitura...
Si altera la struttura molecolare, credo
Quando l'olio bolle, si formano - appunto- delle bolle.
Un liquido NON é comprimibile, un gas sí...
Ecco perché non si frena piú...
I nostri amichetti dei freni mi sconsigliano vivamente il DOT5
E l'olio non ha bolle, sono gas che si liberano con la temperatura: se ci pensi, dopo che hai bollito l'olio freni, il freno non é piú lo stesso; solo dopo che hai cambiato l'olio, torna ai livelli precedenti la bollitura...
Si altera la struttura molecolare, credo
Quando l'olio bolle, si formano - appunto- delle bolle.
Un liquido NON é comprimibile, un gas sí...
Ecco perché non si frena piú...
In data 29/06/2012, Lupin ha scritto: "Mi tira il culo dirlo ma devo dare ragione al Grey! "
- Futura_75
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si... credo che abbiamo detto la stessa cosa... io mi sono espresso male:
Ma erroneamente pensavo che fossero delle microbollicine ad espandersi e quindi, essendo gas "comprimibile", a far si che la leva raggiunga il fine corsa e non frenare più. Meglio così, ora ho imparato una cosa nuova... tenckiù.
PS: Sconsigliano il DOT5 perchè è molto più sensibile all'umidità rispetto al DOT4 e quindi meno "duraturo"?
Ma erroneamente pensavo che fossero delle microbollicine ad espandersi e quindi, essendo gas "comprimibile", a far si che la leva raggiunga il fine corsa e non frenare più. Meglio così, ora ho imparato una cosa nuova... tenckiù.
PS: Sconsigliano il DOT5 perchè è molto più sensibile all'umidità rispetto al DOT4 e quindi meno "duraturo"?
Futura_75
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Io ovviamente in contrasto con quello scritto finora il problema che mi si è presentato un paio di volte, l'ho risolto con la sostituzione dell'olio con un Dot 5...........adesso frena regolare, ed il problema non si è più presentato.......comunque quando dovrò cambiare le pastiglie, mi hanno consigliato quelle con rivestimento ceramico che isola le pastiglie dai cilindretti.
Non può piovere per sempre.........solo nei fine settimana
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R: Freno posteriore
Per vostra informazione.
2. Liquido per impianti frenanti
Guardando da vicino una confezione di liquido per impianti frenanti, la prima scritta che attrae la nostra attenzione è la sigla DOT seguita da un numero da 3 a 5. Essa rappresenta la certificazione del livello qualitativo (DOT è infatti l'acronimo dell'americano Department Of Trasportation che ha emanato le norme). Attualmente, il livello più elevato in commercio è il DOT5 (a volte seguito da un altro numero dopo la virgola), il quale è espressamente dedicato agli impianti frenanti per le competizioni e che solitamente è completamente sintetico. Di norma, le auto di serie impiegano liquidi DOT3 o DOT4, mentre sulle moto il DOT3 non viene più utilizzato.
Il liquido dei freni, "teoricamente" incomprimibile come tutti i liquidi, ha il compito di trasmettere le pressioni di decine di bar senza risentire troppo della temperatura di esercizio che va da - 40 °C (che rappresenta il limite minimo consentito per il punto di congelamento) fino ad oltre 200 °C (punto di ebollizione "a secco"). Esso, costituito (per il DOT3 e il DOT4) prevalentemente da glicoli ed etere glicolico, deve possedere anche proprietà lubrificanti (tuttavia non è corretto definirlo "olio dei freni"), in quanto lavora a contatto con parti mobili; inoltre, non deve risultare corrosivo nei confronti degli anelli di tenuta in gomma o delle parti metalliche utilizzate per realizzare l'impianto frenante.
Una caratteristica indesiderata del liquido dei freni è quella di essere igroscopico, termine che indica la tendenza di questo fluido ad assorbire umidità attraverso le microporosità delle tubazioni o ai bordi delle guarnizioni di tenuta. Purtroppo, con il passare del tempo, le caratteristiche originali del liquido vanno scadendo e, già dopo un solo anno, si notano variazioni significative del suo rendimento. La percentuale massima di umidità presente nell'impianto è del 3,5%, quantità che potrebbe essere sufficiente ad abbassare di 80 °C (per esempio da 240 a 160 °C) il punto di ebollizione. Il fatto che l'acqua ed il liquido dei freni formino un legame chimico è per certi versi una salvezza; infatti, l'acqua presente non bollirà a soli 100 °C ma lo farà ad una temperatura parecchio più elevata. A tal proposito, c'è da dire che l'evaporazione nelle tubazioni è da ritenersi molto pericolosa, in quanto genera delle bolle di vapore acqueo che (al contrario dei liquidi) si comprimono rendendo vano lo sforzo sul pedale e, in definitiva, la frenata stessa.
Tirando le somme, quindi, per sapere quanto è performante un liquido per impianti frenanti, è necessario tenere d'occhio il punto di ebollizione (Vapour Lock Point) sia a "secco" (cioè da nuovo, non ancora impiegato) sia in "umido" (cioè dopo un lungo periodo di presenza nell'impianto). Ebbene, il DOT3 è il più scadente in quanto a resistenza alle temperature (ha quindi una più bassa temperatura di ebollizione, bolle prima), ma ha il pregio di non degradare molto le prestazioni per un paio d'anni; il DOT4 e il DOT5, invece, andrebbero sostituiti rispettivamente una volta l'anno ed ogni 6 mesi per sfruttarne a pieno le peculiarità. La durata del DOT5 potrà sembrare oltremodo limitata, ma non va dimenticato che esso è dedicato ai mezzi da competizione, siano essi auto o moto.
Tutto questo per la precisione
Ciao Derf
2. Liquido per impianti frenanti
Guardando da vicino una confezione di liquido per impianti frenanti, la prima scritta che attrae la nostra attenzione è la sigla DOT seguita da un numero da 3 a 5. Essa rappresenta la certificazione del livello qualitativo (DOT è infatti l'acronimo dell'americano Department Of Trasportation che ha emanato le norme). Attualmente, il livello più elevato in commercio è il DOT5 (a volte seguito da un altro numero dopo la virgola), il quale è espressamente dedicato agli impianti frenanti per le competizioni e che solitamente è completamente sintetico. Di norma, le auto di serie impiegano liquidi DOT3 o DOT4, mentre sulle moto il DOT3 non viene più utilizzato.
Il liquido dei freni, "teoricamente" incomprimibile come tutti i liquidi, ha il compito di trasmettere le pressioni di decine di bar senza risentire troppo della temperatura di esercizio che va da - 40 °C (che rappresenta il limite minimo consentito per il punto di congelamento) fino ad oltre 200 °C (punto di ebollizione "a secco"). Esso, costituito (per il DOT3 e il DOT4) prevalentemente da glicoli ed etere glicolico, deve possedere anche proprietà lubrificanti (tuttavia non è corretto definirlo "olio dei freni"), in quanto lavora a contatto con parti mobili; inoltre, non deve risultare corrosivo nei confronti degli anelli di tenuta in gomma o delle parti metalliche utilizzate per realizzare l'impianto frenante.
Una caratteristica indesiderata del liquido dei freni è quella di essere igroscopico, termine che indica la tendenza di questo fluido ad assorbire umidità attraverso le microporosità delle tubazioni o ai bordi delle guarnizioni di tenuta. Purtroppo, con il passare del tempo, le caratteristiche originali del liquido vanno scadendo e, già dopo un solo anno, si notano variazioni significative del suo rendimento. La percentuale massima di umidità presente nell'impianto è del 3,5%, quantità che potrebbe essere sufficiente ad abbassare di 80 °C (per esempio da 240 a 160 °C) il punto di ebollizione. Il fatto che l'acqua ed il liquido dei freni formino un legame chimico è per certi versi una salvezza; infatti, l'acqua presente non bollirà a soli 100 °C ma lo farà ad una temperatura parecchio più elevata. A tal proposito, c'è da dire che l'evaporazione nelle tubazioni è da ritenersi molto pericolosa, in quanto genera delle bolle di vapore acqueo che (al contrario dei liquidi) si comprimono rendendo vano lo sforzo sul pedale e, in definitiva, la frenata stessa.
Tirando le somme, quindi, per sapere quanto è performante un liquido per impianti frenanti, è necessario tenere d'occhio il punto di ebollizione (Vapour Lock Point) sia a "secco" (cioè da nuovo, non ancora impiegato) sia in "umido" (cioè dopo un lungo periodo di presenza nell'impianto). Ebbene, il DOT3 è il più scadente in quanto a resistenza alle temperature (ha quindi una più bassa temperatura di ebollizione, bolle prima), ma ha il pregio di non degradare molto le prestazioni per un paio d'anni; il DOT4 e il DOT5, invece, andrebbero sostituiti rispettivamente una volta l'anno ed ogni 6 mesi per sfruttarne a pieno le peculiarità. La durata del DOT5 potrà sembrare oltremodo limitata, ma non va dimenticato che esso è dedicato ai mezzi da competizione, siano essi auto o moto.
Tutto questo per la precisione
Ciao Derf
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