Coda di paJa
Vabbè, seriamente.
Per prima cosa, bisogna capire in quanto tempo le si consumano: non in termini di km, bensì in termini di mesi, e in che modo (giri corti, giri lunghi).
I cicli di temperatura che una gomma fa, nel senso di quante volte si scalda e raffredda -e QUANTO-, influiscono molto sul rendimento.
Non è facile dire a priori come si comporterà una gomma alla fine della sua vita, senza sapere già in anticipo come la vivrà.
Per farti un esempio, il mio Z6 anteriore, arrivato a 11mila km aveva ancora un bell'aspetto: usurato, ma con ancora almeno il 30% di battistrada.
Con l'approssimarsi dell'autunno, e l'abbassarsi della temperatura, necessitava di tempi molto più lunghi per rendere al meglio. E non solo perchè era più freddo, ma anche perchè gli ultimi 3000km li aveva fatti sul tragitto casa-lavoro. Quindi uno scalda-raffredda ogni 20km.
Questo ha reso la mescola più "dura" da scaldare.
Basta però un bel giretto e torna a posto.
Diciamo che il numero di cicli influisce sul warm up time, oltre che sulla prestazione pura.
Altro fattore, come dicevo, è il tempo che impieghi ad arrivare a quel livello di usura. L'ozono, e l'ossigeno biatomico, sono aggressivi: più una gomma se ne sta lì a prendere aria, più si "indurisce".
Non è un caso che le gomme con parecchi anni sul groppone, pur se con pochi km, tengono poco.
Di conseguenza, se tu usi ad esempio una gomma solo in montagna, e percorrendo ogni volta qualche centinaio di km, questa avrà prestazioni superiori alla stessa gomma usata su percorsi più brevi, a parità di usura.
Ancora di più se ti fai, diciamo, 5000km in due mesi.
Riassumendo: tanto più il chilometraggio è concentrato in poco tempo e pochi cicli, tanto prossimo all'ottimo resterà il rendimento dello pneumatico.
Ecco anche perchè è sempre consigliabile cambiare le gomme a una moto rimasta ferma qualche anno, pur se apparentemente nuove.