[Bastadivity] Lupino
Inviato: 1/7/2010, 12:05
Copio e incollo soltanto i passi principali
Lupino - Lupinus spp.
Atlante delle coltivazioni erbacee - Leguminose da granella
Origine e diffusione
Il lupino è una leguminosa da granella nota e diffusa fin dalla più remota antichità nel Bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente per la sua notevole adattabilità agli ambienti più ingrati, acidi e magri dove ogni altra leguminosa fallisce, per il suo potere di migliorare la fertilità (Rillo ringrazia) del terreno e per la sua capacità di produrre una granella ricchissima di proteine (fin oltre il 35%) anche se non priva di vari inconvenienti. Infatti i semi di lupino contengono alcaloidi amari e/o velenosi che devono essere eliminati mediante prolungato lavaggio perché i semi possano essere adoperati nell’alimentazione umana o animale.
In Italia la coltura del lupino è crollata a seguito dello spopolamento delle aree svantaggiate nelle quali il lupino aveva trovato inserimento in ordinamenti colturali quanto mai poveri.
Le regioni italiane dove il lupino ha la maggior diffusione sono Calabria, Lazio, Puglia (Gig ne sa qualcosa) e Campania.
Nuove prospettive di espansione potrebbero aprirsi per il lupino con la selezione di varietà a bassissimo contenuto di alcaloidi (varietà dolci).
Esigenze ambientali
Come si è accennato, la peculiarità del lupino è quella di prosperare sui terreni acidi (da cui l'analogia caratteriale). È solo in questi che esso merita considerazione, infatti nei terreni calcarei il lupino non cresce e, d’altra parte, altre leguminose da granella di miglior qualità vi si possono coltivare.
La esigenza di acidità o, in altre parole, la tolleranza al calcare varia con la specie: il L. albus è il più tollerante (fino a pH 7,2), il L. luteus è il meno tollerante (pH ottimale tra 4,8 e 6).
Tutti i lupini, nessuno escluso, temono grandemente i ristagni e l’asfissia radicale (ecco perchè il Gamper) , per cui solo i terreni sciolti e ben drenati si confanno loro.
I terreni subacidi di origine vulcanica presenti dal Lazio alla Campania sono i più vocati per il lupino.
Per quanto riguarda le esigenze climatiche, l’elemento più importante è la resistenza ai geli: solo il lupino bianco resiste al freddo tanto da poter essere seminato in autunno in Italia e d’altra parte tollera i calori e la siccità che quivi incontra nella fase di maturazione.
Varietà
Il miglioramento genetico del lupino è iniziato diversi decenni fa con l’obiettivo di abbassare il contenuto di alcaloidi dei semi. Varietà straniere “dolci” sono oggi disponibili sia di lupino bianco sia di lupino azzurro: di tutte va verificato se siano idonee alla semina autunnale in Italia.
Nuovi obiettivi che il miglioramento genetico ha iniziato a perseguire sono la resistenza alle crittogame, la indeiscenza dei baccelli, la tolleranza al calcare, la resistenza al freddo. [Per la resistenza al comunismo ci vogliono gli OGM]
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Lupino - Lupinus spp.
Atlante delle coltivazioni erbacee - Leguminose da granella
Origine e diffusione
Il lupino è una leguminosa da granella nota e diffusa fin dalla più remota antichità nel Bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente per la sua notevole adattabilità agli ambienti più ingrati, acidi e magri dove ogni altra leguminosa fallisce, per il suo potere di migliorare la fertilità (Rillo ringrazia) del terreno e per la sua capacità di produrre una granella ricchissima di proteine (fin oltre il 35%) anche se non priva di vari inconvenienti. Infatti i semi di lupino contengono alcaloidi amari e/o velenosi che devono essere eliminati mediante prolungato lavaggio perché i semi possano essere adoperati nell’alimentazione umana o animale.
In Italia la coltura del lupino è crollata a seguito dello spopolamento delle aree svantaggiate nelle quali il lupino aveva trovato inserimento in ordinamenti colturali quanto mai poveri.
Le regioni italiane dove il lupino ha la maggior diffusione sono Calabria, Lazio, Puglia (Gig ne sa qualcosa) e Campania.
Nuove prospettive di espansione potrebbero aprirsi per il lupino con la selezione di varietà a bassissimo contenuto di alcaloidi (varietà dolci).
Esigenze ambientali
Come si è accennato, la peculiarità del lupino è quella di prosperare sui terreni acidi (da cui l'analogia caratteriale). È solo in questi che esso merita considerazione, infatti nei terreni calcarei il lupino non cresce e, d’altra parte, altre leguminose da granella di miglior qualità vi si possono coltivare.
La esigenza di acidità o, in altre parole, la tolleranza al calcare varia con la specie: il L. albus è il più tollerante (fino a pH 7,2), il L. luteus è il meno tollerante (pH ottimale tra 4,8 e 6).
Tutti i lupini, nessuno escluso, temono grandemente i ristagni e l’asfissia radicale (ecco perchè il Gamper) , per cui solo i terreni sciolti e ben drenati si confanno loro.
I terreni subacidi di origine vulcanica presenti dal Lazio alla Campania sono i più vocati per il lupino.
Per quanto riguarda le esigenze climatiche, l’elemento più importante è la resistenza ai geli: solo il lupino bianco resiste al freddo tanto da poter essere seminato in autunno in Italia e d’altra parte tollera i calori e la siccità che quivi incontra nella fase di maturazione.
Varietà
Il miglioramento genetico del lupino è iniziato diversi decenni fa con l’obiettivo di abbassare il contenuto di alcaloidi dei semi. Varietà straniere “dolci” sono oggi disponibili sia di lupino bianco sia di lupino azzurro: di tutte va verificato se siano idonee alla semina autunnale in Italia.
Nuovi obiettivi che il miglioramento genetico ha iniziato a perseguire sono la resistenza alle crittogame, la indeiscenza dei baccelli, la tolleranza al calcare, la resistenza al freddo. [Per la resistenza al comunismo ci vogliono gli OGM]
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