Mercato moto ed economia
Inviato: 2/7/2010, 06:42
copio e incollo..........
http://direttore.motonline.com/mercato/ ... -in-rosso/
Mercato: giugno ancora in rosso
Postato il 2010 in mercato
I numeri dell’immatricolato di giugno per le moto indicano ancora un calo di circa il 20% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Numeri davvero negativi, quindi, che non fanno sperare ad una ripresa in tempi brevi, ripresa che consenta di recuperare da qui a dicembre almeno meno una parte del deficit accumulato nel primo semestre del 2010.
Il calo però non è generalizzato e piatto per tutte le Case, al contrario si stanno evidenziando delle dinamiche nuove che fanno presupporre un cambio addirittura strutturale del nostro mercato. Leggendo i numeri, infatti, salta all’occhio l’andamento delle immatricolazioni di BMW, in totale controtendenza sia come numeri assoluti e sia come percentuale di mercato al punto che, ormai, nelle medie-grosse cilindrate è diventata leader scalzando dal podio le Case giapponesi - Honda e Yamaha in testa - fatto sino a poco tempo fa considerato addirittura impensabile. L’altra Casa che, seppur di poco, mantiene numeri in positivo è Harley-Davidson mentre reggono bene, con perdite contenute, Ducati e Triumph. Il crollo davvero verticale è quindi soprattutto quello delle GIapponesi, in deficit di immagine perché il loro fiore all’occhiello - le hypersport - sono in netta crisi mentre nelle naked, dove “facevano i numeri”, i prezzi al pubblico competitivi non riescono a supplire a un’evidente carenza di idee e di innovazione.
E questa è la seconda particolarità del mercato come si sta ristrutturando oggi: a reggere meglio sono infatti le Case posizionate nel segmento “premium” e, di conseguenza, con listini al pubblico piuttosto salati, mentre la rincorsa a prezzi sempre più bassi non sembra dare più i risultati di una volta. Forse, ma è solo un’ipotesi, la fascia bassa del mercato attualmente è coperta dalla sovrabbondanza di offerte disponibili sul mercato dell’usato, alimentato dalle ricche immatricolazioni degli anni scorsi, dove si possono trovare modelli attuali e seminuovi a prezzi adatti a tutte le tasche. Resta il fatto che i numeri di oggi corrispondono più o meno a quelli del 1998, dodici anni orsono e, se non si troverà il modo di invertire la tendenza anche con iniziative shock, il timore è che possiamo essere condannati al declino ancora per molto tempo. E non bisogna neppure cadere nell’equivoco consolatorio che il mercato va male ovunque e, di conseguenza, mal comune mezzo gaudio… infatti l’Italia, anche in questo settore, continua a perdere posizioni ed è appena stata superata da Francia e Germania. Insomma, è tempo di iniziare un’analisi approfondita di quanto sta succedendo e di arrivare a decisioni che possano fermare questo declino, prima che si trasformi in una discesa non più contrastabile!
perchè questo scrive che spera in una ripresa in tempi brevi?
In una economia dove il profitto è l'unica vera discriminante, è chiaro che qua le industrie sono fuori gioco, milioni di posti si perderanno, oltre ai milioni già persi.
Ci vorranno 20 anni per riconvertire questo paese con un'altra vocazione e sinceramente quale vocazione intraprenderà non è dato a sapere; non certo quella agricola, visto che si è fatto di tutto per distruggere e cementificare, non certo quella finanziaria, già prima eravamo mal visti dalle potenze economiche (che pure loro di schelotroni nell'armadio, ne hanno a bizzeffe).
Il direttore scrivendo quell'articolo, dimostra d'essere fortemente disinformato e dovrebbe dire invece, che i prossimi lustri, vedranno il mercato della moto abbassarsi sempre in misura maggiore.
Invece di illudere la gente, che si faccia qualcosa per uscire da tutti i sistemi economico/politici (ue, ocse, wto), divieto assoluto di importazione dall'estero e autarchia spinta.
Si produce ciò che serve, siamo in grado di farlo e se ci si impegna, le cose vengono pure bene.
Massima spinta verso il turismo, diversificazione, per cercare di attrarre ogni genere di turista, valorizzazione dei postacci come rimini, ma salvaguardia totale delle bellezze naturali ( no lupin, non parlo di te..eh eh).
http://direttore.motonline.com/mercato/ ... -in-rosso/
Mercato: giugno ancora in rosso
Postato il 2010 in mercato
I numeri dell’immatricolato di giugno per le moto indicano ancora un calo di circa il 20% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Numeri davvero negativi, quindi, che non fanno sperare ad una ripresa in tempi brevi, ripresa che consenta di recuperare da qui a dicembre almeno meno una parte del deficit accumulato nel primo semestre del 2010.
Il calo però non è generalizzato e piatto per tutte le Case, al contrario si stanno evidenziando delle dinamiche nuove che fanno presupporre un cambio addirittura strutturale del nostro mercato. Leggendo i numeri, infatti, salta all’occhio l’andamento delle immatricolazioni di BMW, in totale controtendenza sia come numeri assoluti e sia come percentuale di mercato al punto che, ormai, nelle medie-grosse cilindrate è diventata leader scalzando dal podio le Case giapponesi - Honda e Yamaha in testa - fatto sino a poco tempo fa considerato addirittura impensabile. L’altra Casa che, seppur di poco, mantiene numeri in positivo è Harley-Davidson mentre reggono bene, con perdite contenute, Ducati e Triumph. Il crollo davvero verticale è quindi soprattutto quello delle GIapponesi, in deficit di immagine perché il loro fiore all’occhiello - le hypersport - sono in netta crisi mentre nelle naked, dove “facevano i numeri”, i prezzi al pubblico competitivi non riescono a supplire a un’evidente carenza di idee e di innovazione.
E questa è la seconda particolarità del mercato come si sta ristrutturando oggi: a reggere meglio sono infatti le Case posizionate nel segmento “premium” e, di conseguenza, con listini al pubblico piuttosto salati, mentre la rincorsa a prezzi sempre più bassi non sembra dare più i risultati di una volta. Forse, ma è solo un’ipotesi, la fascia bassa del mercato attualmente è coperta dalla sovrabbondanza di offerte disponibili sul mercato dell’usato, alimentato dalle ricche immatricolazioni degli anni scorsi, dove si possono trovare modelli attuali e seminuovi a prezzi adatti a tutte le tasche. Resta il fatto che i numeri di oggi corrispondono più o meno a quelli del 1998, dodici anni orsono e, se non si troverà il modo di invertire la tendenza anche con iniziative shock, il timore è che possiamo essere condannati al declino ancora per molto tempo. E non bisogna neppure cadere nell’equivoco consolatorio che il mercato va male ovunque e, di conseguenza, mal comune mezzo gaudio… infatti l’Italia, anche in questo settore, continua a perdere posizioni ed è appena stata superata da Francia e Germania. Insomma, è tempo di iniziare un’analisi approfondita di quanto sta succedendo e di arrivare a decisioni che possano fermare questo declino, prima che si trasformi in una discesa non più contrastabile!
perchè questo scrive che spera in una ripresa in tempi brevi?
In una economia dove il profitto è l'unica vera discriminante, è chiaro che qua le industrie sono fuori gioco, milioni di posti si perderanno, oltre ai milioni già persi.
Ci vorranno 20 anni per riconvertire questo paese con un'altra vocazione e sinceramente quale vocazione intraprenderà non è dato a sapere; non certo quella agricola, visto che si è fatto di tutto per distruggere e cementificare, non certo quella finanziaria, già prima eravamo mal visti dalle potenze economiche (che pure loro di schelotroni nell'armadio, ne hanno a bizzeffe).
Il direttore scrivendo quell'articolo, dimostra d'essere fortemente disinformato e dovrebbe dire invece, che i prossimi lustri, vedranno il mercato della moto abbassarsi sempre in misura maggiore.
Invece di illudere la gente, che si faccia qualcosa per uscire da tutti i sistemi economico/politici (ue, ocse, wto), divieto assoluto di importazione dall'estero e autarchia spinta.
Si produce ciò che serve, siamo in grado di farlo e se ci si impegna, le cose vengono pure bene.
Massima spinta verso il turismo, diversificazione, per cercare di attrarre ogni genere di turista, valorizzazione dei postacci come rimini, ma salvaguardia totale delle bellezze naturali ( no lupin, non parlo di te..eh eh).