Baumgartner - ne abbiamo già parlato?
Inviato: 4/12/2012, 13:34
Articolo CdT dd 4.12.12
TRIBUNA LIBERA ■ REMO MARGNETTI*
L'incredibile volo di Baumgartner
Un fotomontaggio satirico su Facebook mostra Formigoni che salta, in tenuta adamitica, dalla capsula di Felix Baumgartner. Oso sperare che nessuno creda che ciò sia realmente avvenuto, ma il dubbio resta. Comunque se il Celeste salterà sarà dal Pirellone.
Molti giornali, dopo il 14 ottobre, hanno riferito del primo lancio supersonico in caduta libera con la foto di una specie di astronauta pieno di fili e cinghie sopra una tuta per niente aerodinamica, il che è ovvio poiché cadeva nel vuoto e i profili aerodinamici non servono a nulla come ci insegna da tempo il LEM allunato. Baumgartner è salito a una quota di circa 39 km in 2 ore e 21 minuti, con una velocità ascensionale media di 16,6 km/h. La capsula era agganciata a un pallone alto 168 metri e contenente elio il cui volume alla partenza era di 10.194 mc, dilatato a 850.000 mc alla quota assegnata.
La legge di Newton permette di calcolare l'accelerazione di gravità; a quella quota è di 9,7 m/s contro i 9,81 alle nostre latitudini. Questo dato permette di calcolare lo spazio percorso e il tempo necessario per raggiungere la velocità del suono nel vuoto; sono rispettivamente: 5965 m e 35 s.
Ma quale muro!
Peccato che Baumgartner non prese con sé un pallone di sagex da lasciar cadere libero: avrebbe convinto molti scettici che la velocità di caduta nel vuoto non dipende dal peso. A questa velocità Baumgartner non ha infranto nessun muro né emesso alcun bang per la semplice e buona ragione che cadeva nel vuoto o quasi e nessun giornalista, o chi per esso, poteva udirlo. Dopo 8 secondi la sua velocità giungeva a 1,24 mach, poi la velocità decresceva per effetto della densità in aumento.
Perché si formi il muro, il corpo deve muoversi all'interno di un fluido, l'aria. Solo a questa condizione le particelle che urtano il corpo fanno sì che le onde sonore compresse generino il famoso muro del suono; condizioni che non ci sono a circa 34 km dal suolo. Per questo Baumgartner superò indenne il muro che non c'era. Ben diversa fu la sorte toccata a Geoffrey de Havilland, aviatore inglese, il cui aereo che volava a circa 13.000 m, si disintegrò sopra l'estuario del Tamigi; il giorno dopo il suo corpo fu ritrovato in una palude del Kent; era il 27 settembre 1946. Per coloro che a quell'epoca erano appassionati di aviazione è una data che non si dimentica. Dopo de Havilland altri piloti fecero una fine analoga. Il 14 settembre 1947 il pilota statunitense Charles Yeager fu il primo a infrangere, incolume, il muro.
L'atto di fede non è scienza
Ma i calcoli che precedono sono approssimativi e le considerazioni superficiali. Ci sono fatti ben più seri da valutare. Il buon Giovanni Paneroni (1871-1950) se avesse potuto assistere al presunto salto di Baumgartner avrebbe gioito raggiante e il suo: «La Terra non gira, oh bestie!» avrebbe ricevuto un'inconfutabile conferma. Se la Terra avesse girato sotto Felix costui sarebbe atterrato sulle sponde del Mississippi, mentre è atterrato incolume dove lo attendevano i giornalisti i quali non avevano nemmeno sentito il bang non emanato, chiara prova che Felix non aveva infranto il muro che non c'era e che la Terra non gira sotto di lui, con buona pace di Foucault e del suo pendolo.
E le temperature? I tecnici avrebbero fatto bene a suggerire a Felix di tenere in mano un pentolino con gli spaghetti, perché avrebbe constatato che, malgrado la quasi assenza di pressione, in 20 secondi sarebbero cotti per poi ghiacciare verso i 15.000 m dove la temperatura si aggira attorno ai 60°C sotto lo zero.
E la tuta? Va bene che già quella dei pompieri mostra qualcosa alle alte temperature, va bene che l'acqua può bollire in un bicchiere di cartone, ma quella di Felix doveva giungere a terra bruciacchiata con l'occupante «au point» all'interno.
Niente di tutto ciò. Mi vengono seri dubbi. Le mie certezze e conoscenze in fisica vacillano. Che sia tutto una montatura? Parrebbe! Quanti docenti di fisica e astronomia si struggeranno al pensiero di avere inculcato nelle giovani menti degli allievi concetti errati.
Ben fece la Chiesa a condannare Galileo, evviva Paneroni e i suoi seguaci! Viviamo tempi grami: le partite di calcio sono truccate, i ciclisti dopati, l'Emmenthal prodotto presso gli amish negli Stati Uniti e magari ci giungerà dalla Cina col rischio della listeriosi. E il rosario potrebbe continuare.
Ora ci si mette un austriaco che finge di cadere da 39 km d'altitudine. Che mondo!
Conclusione
Tralascio l'ironia conclusiva di questa lettera, ma tre considerazioni finali devo pur farle.
La prima è che nessuno degli addetti ai lavori (docenti, appassionati di aeronautica e astronautica o altro) hanno reagito a due lettere colme di considerazioni insulse. La seconda riguarda la scuola. Se nelle medie si impartisse un corso di fisica elementare serio e ben fatto come avviene ad altre latitudini, nessun adulto scriverebbe lettere del genere. E la terza è che Felix Baumgartner passerà alla storia come è passato Jacques Piccard, suo padre e anche il figlio, e tanti altri emuli di Ulisse che lungo i secoli sentirono lo stimolo di andare oltre.
* docente
ma qualcuno mi aiuta a acapire?
io sono molto scettico sul fatto.
voi che ne pensate?
r
TRIBUNA LIBERA ■ REMO MARGNETTI*
L'incredibile volo di Baumgartner
Un fotomontaggio satirico su Facebook mostra Formigoni che salta, in tenuta adamitica, dalla capsula di Felix Baumgartner. Oso sperare che nessuno creda che ciò sia realmente avvenuto, ma il dubbio resta. Comunque se il Celeste salterà sarà dal Pirellone.
Molti giornali, dopo il 14 ottobre, hanno riferito del primo lancio supersonico in caduta libera con la foto di una specie di astronauta pieno di fili e cinghie sopra una tuta per niente aerodinamica, il che è ovvio poiché cadeva nel vuoto e i profili aerodinamici non servono a nulla come ci insegna da tempo il LEM allunato. Baumgartner è salito a una quota di circa 39 km in 2 ore e 21 minuti, con una velocità ascensionale media di 16,6 km/h. La capsula era agganciata a un pallone alto 168 metri e contenente elio il cui volume alla partenza era di 10.194 mc, dilatato a 850.000 mc alla quota assegnata.
La legge di Newton permette di calcolare l'accelerazione di gravità; a quella quota è di 9,7 m/s contro i 9,81 alle nostre latitudini. Questo dato permette di calcolare lo spazio percorso e il tempo necessario per raggiungere la velocità del suono nel vuoto; sono rispettivamente: 5965 m e 35 s.
Ma quale muro!
Peccato che Baumgartner non prese con sé un pallone di sagex da lasciar cadere libero: avrebbe convinto molti scettici che la velocità di caduta nel vuoto non dipende dal peso. A questa velocità Baumgartner non ha infranto nessun muro né emesso alcun bang per la semplice e buona ragione che cadeva nel vuoto o quasi e nessun giornalista, o chi per esso, poteva udirlo. Dopo 8 secondi la sua velocità giungeva a 1,24 mach, poi la velocità decresceva per effetto della densità in aumento.
Perché si formi il muro, il corpo deve muoversi all'interno di un fluido, l'aria. Solo a questa condizione le particelle che urtano il corpo fanno sì che le onde sonore compresse generino il famoso muro del suono; condizioni che non ci sono a circa 34 km dal suolo. Per questo Baumgartner superò indenne il muro che non c'era. Ben diversa fu la sorte toccata a Geoffrey de Havilland, aviatore inglese, il cui aereo che volava a circa 13.000 m, si disintegrò sopra l'estuario del Tamigi; il giorno dopo il suo corpo fu ritrovato in una palude del Kent; era il 27 settembre 1946. Per coloro che a quell'epoca erano appassionati di aviazione è una data che non si dimentica. Dopo de Havilland altri piloti fecero una fine analoga. Il 14 settembre 1947 il pilota statunitense Charles Yeager fu il primo a infrangere, incolume, il muro.
L'atto di fede non è scienza
Ma i calcoli che precedono sono approssimativi e le considerazioni superficiali. Ci sono fatti ben più seri da valutare. Il buon Giovanni Paneroni (1871-1950) se avesse potuto assistere al presunto salto di Baumgartner avrebbe gioito raggiante e il suo: «La Terra non gira, oh bestie!» avrebbe ricevuto un'inconfutabile conferma. Se la Terra avesse girato sotto Felix costui sarebbe atterrato sulle sponde del Mississippi, mentre è atterrato incolume dove lo attendevano i giornalisti i quali non avevano nemmeno sentito il bang non emanato, chiara prova che Felix non aveva infranto il muro che non c'era e che la Terra non gira sotto di lui, con buona pace di Foucault e del suo pendolo.
E le temperature? I tecnici avrebbero fatto bene a suggerire a Felix di tenere in mano un pentolino con gli spaghetti, perché avrebbe constatato che, malgrado la quasi assenza di pressione, in 20 secondi sarebbero cotti per poi ghiacciare verso i 15.000 m dove la temperatura si aggira attorno ai 60°C sotto lo zero.
E la tuta? Va bene che già quella dei pompieri mostra qualcosa alle alte temperature, va bene che l'acqua può bollire in un bicchiere di cartone, ma quella di Felix doveva giungere a terra bruciacchiata con l'occupante «au point» all'interno.
Niente di tutto ciò. Mi vengono seri dubbi. Le mie certezze e conoscenze in fisica vacillano. Che sia tutto una montatura? Parrebbe! Quanti docenti di fisica e astronomia si struggeranno al pensiero di avere inculcato nelle giovani menti degli allievi concetti errati.
Ben fece la Chiesa a condannare Galileo, evviva Paneroni e i suoi seguaci! Viviamo tempi grami: le partite di calcio sono truccate, i ciclisti dopati, l'Emmenthal prodotto presso gli amish negli Stati Uniti e magari ci giungerà dalla Cina col rischio della listeriosi. E il rosario potrebbe continuare.
Ora ci si mette un austriaco che finge di cadere da 39 km d'altitudine. Che mondo!
Conclusione
Tralascio l'ironia conclusiva di questa lettera, ma tre considerazioni finali devo pur farle.
La prima è che nessuno degli addetti ai lavori (docenti, appassionati di aeronautica e astronautica o altro) hanno reagito a due lettere colme di considerazioni insulse. La seconda riguarda la scuola. Se nelle medie si impartisse un corso di fisica elementare serio e ben fatto come avviene ad altre latitudini, nessun adulto scriverebbe lettere del genere. E la terza è che Felix Baumgartner passerà alla storia come è passato Jacques Piccard, suo padre e anche il figlio, e tanti altri emuli di Ulisse che lungo i secoli sentirono lo stimolo di andare oltre.
* docente
ma qualcuno mi aiuta a acapire?
io sono molto scettico sul fatto.
voi che ne pensate?
r