Report PinoFR08 (lunghissimo)
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Report PinoFR08 (lunghissimo)
25 luglio 2008, una data che attendevo da tempo, la data della partenza per il mio primo Futuraduno. Sì lo so, ce n’è stato un altro prima quest’anno, ma questo – che partiva sotto le mentite spoglie di un mini-Futuraduno – sì è rivelato in realtà più affollato sebbene di poco e quindi vince il titolo 2008!
Borse piene, gonfiatina alle gomme, pomeriggio che non passa mai e ultima occhiatina al forum per vedere i ritardatari (RST72…) che continuano a scrivere mentre io sto quasi per partire. Bene, è tutto a posto, se la scritta EFI me lo permette (sgratt sgratt…) posso partire anche io. Attendo nervosamente il messaggio di Lupin e Maic che finalmente arriva “Siamo a Piacenza” e parto anch’io.
Saluto famiglia e figli, mentre Andrea – 5 anni – mi chiede “Dove vai?”. Rispondo brevemente “A fare un giro a Torino” e lui replica “E perché?” … Sarebbe troppo lungo stare a spiegare, così taglio con un “Vado a trovare degli amici” e mai risposta è stata più veritiera, perché quello che troverò è un VERO gruppo di amici simpatici con cui si sta bene come con pochi altri.
Inforco la noiosissima PC-TO a Broni/Stradella e vado verso Torino alla media dei 130 secchi per non incorrere in qualche autovelox, ormai così frequente dappertutto. Il motore gira a poco più di 5000 giri e decisamente si rompe i coglioni, così decido di rompere la monotonia con qualche allungo ogni tanto.
In breve arrivo all’autogrill di Tortona dove esattamente 40 secondi prima sono arrivati Lupin e Maic, che si sta togliendo il casco. Saluti brevi, ammiro per un attimo gli Staintune di Lupin e il fatto che la spalla dei suoi pneumatici è tutta utilizzata, segno di gran piegoni. L’invidia si fa strada dentro di me che con due supercorsa non riesco ad andare giù tutto…
Rifornimento e si riparte. Altri 100 km circa di monotona autostrada e finalmente siamo ai caselli di Torino. Paghiamo un euro qui e 60 centesimi là (non capisco perché funge a sta ca@@o di maniera) ed arriviamo ad Alpignano. Si fa avanti Maic con la mukka col navigatore e in quattro e quattr’otto siamo al B&B.
Il primo pensiero è stato “E bravo Pino, ma guarda che bel posticino”. Scoprirò poi che oltre che carino è anche comodo, fresco, senza zanzare (la carta vincente) e si mangia pure bene senza pagare un ca@@o!
Alcuni sono arrivati, e già contiamo 6 future, le nostre 2 più quelle di Ulde, Sidecar, Lunarossa e Capitan Futuro, arrivati poco prima di noi. Finalmente incontro Stefano/Sidecar, dopo tanti sms e promesse rimandate di vederci e fare qualche giro per i fatti nostri. Dai Side, vediamo se per le prossime si riesce a far qualcosa, anche solo un giretto di un duecento km.
Qui faccio conoscenza con un altro Stefano, GieSsista riminese, formidabile personaggio che sembra uscito da un fumetto, ispira simpatia da subito e fa amicizia con tutti in un batter d’occhio, dalle bambine dei gestori del B&B fino alle ragazze che passano per strada a Briançon, e anche col sottoscritto al quale offre un sorso di ottimo Arneis dal suo bicchiere. Ciao Stefano, è stato un piacere averti conosciuto e se passo da Rimini giuro che vengo da te! E poi … ma quanto ca@@o pieghi con sto cesso di moto???
Alla spicciolata arrivano anche gli altri, dapprima Pino con la sua splendida moglie (ma come hai fatto a trovarla dico io?). Non appena la vede, a Stefano si illuminano gli occhi e le si appiccica subito col suo fare da playboy romagnolo della vecchia guardia. Poi arrivano RST con RSTina ed infine a cena ormai iniziata arriva Bobo, mio compagno di stanza per le notti successive.
La cena inizia un po’ tardi, verso le 21.30, con i sacramenti della cuoca del B&B che è meglio non contraddire vista la stazza. Menù fisso: tagliatelle al ragù vegetariano e arrosto (morbidissimo) con insalata. Seguono le patatine offerte dalla cuoca e finalmente comincio a divertirmi ascoltando le battute e i discorsi degli emiliani e romagnoli Lupin, Ulde & co.
Guardo Lunarossa alla mia destra (minkia Ale ma da 1 a 10 quanto sei fogna?), che si spolpa, nell’ordine: il primo piatto di tagliatelle, un avanzo, un piatto colmo di sugo delle tagliatelle offerto dalla cuoca, il suo piatto di arrosto, quello di Lupin che è vegetariano (e che scoprirò solo l’indomani, mangia solo gli “esseri inferiori”), più praticamente una teglia di patatine. Complimenti! Dimenticavo, sempre Luna chiede del vino dicendo che “tanto ne bevo solo un bicchiere”, e poi alla fine andrà a letto più storto degli altri…
La sera non promette bene e già sappiamo che le previsioni non sono delle migliori, infatti durante la notte pioverà, e si sprecano le battute sull’indomani, del tipo “se domattina piove ci giriamo dall’altra parte e fine delle storie”. Invece appena svegli ci accoglie una splendida giornata con solo qualche nuvola molto alta che non turba le coscienze dei più. Così viene naturale che si parte…
Colazione e via, pronti per la partenza. Si fa uno scherzo a Pino telefonandogli che siamo già pronti, ed in un picosecondo arriva con gran tuonare di GPR seguito da Roberta in macchina, per incazzarsi poi perché non siamo ancora pronti. Manca Capitan Futuro con cui si era parlato la sera prima e che non si fida a venire perché teme di rimanere a piedi ogni 2 km. Abbiamo il mitico Mechaway con noi, ma si vede che non si fida comunque. Spiace perché uno in più fa sempre piacere, ma capisco anche le sue motivazioni.
Roberta & Roberta (sarebbero Pinowife e RSTina) hanno carta (di credito) libera, ci salutano e rimangono a Torino per fare un po’ di shopping e pensando che non sono mica sceme a venire a prendersi dell’acqua con noi!
Pino si mette davanti e fa strada, un paio di volte ci prendiamo degli accidenti e delle gran strombazzate (delle quali poco o nulla ci fotte…) ai semafori, da parte delle macchine perché allo scattare del verde il gruppo di Future tarda un po’ a ripartire.
Usciamo da Alpignano e Rivoli, andando in direzione tangenziale. La prendiamo e proseguiamo in tangenziale/autostrada fino a Pinerolo e poi statale in direzione Saluzzo per girare poi per la Val Varaita. I paesi si succedono numerosi in lunghi rettilinei, l’andatura è obbligatoriamente moderata perché ad ogni ingresso di paese c’è la solita scritta “velocità controllata elettronicamente” e non sai mai se è vero o no!
Stando davanti vedo negli specchietti la fantastica luce anabbagliante di Ulde. Che figata, un bianco pazzesco anche in pieno giorno mentre tutte le altre nostre sembrano dei giallini slavati. Ehi Ulduzzo beddo, mi devi dare il link di eBay dove l’hai preso il kit xenon, che per 70 euro lo faccio anch’io!
Dopo diversi km in cui il gruppo prima si sperde a causa di alcune rotonde quadrate e poi si ricompatta, mi si fa sotto Side che mi urla dal casco “CHE GRAN ROTTURA DI COGLIONIIII!!!” … come dargli torto? Siamo partiti da un’ora buona e fino a lì “ci esaltiamo nelle rotonde” come dirà poi Ulde la sera, giusto per far capire il livello di monotonia.
Un grosso cartello sulla destra dice che più avanti c’è il Colle dell’Agnello e che da una certa data sono obbligatorie le catene a bordo. “Chemmenenfut?” dico io “ci ho la moto, è luglio, e vado in culo alle catene!”, ma è finalmente l’arrivo della salita e delle curve che aspettavamo da un po’!!!
Finalmente! Il ritmo si alza un po’, gli abeti intorno danno frescura e compagnia e la strada asfaltata di fresco e perfettamente asciutta si dipana come un lungo serpente sinuoso, mentre fino a poco prima il paesaggio era tristemente piatto, rettilineo e soleggiato.
Un po’ di curve e siamo a Pontechianale (Pount e Le Chanal in occitano, Pontcianal in piemontese), dove prendiamo un caffè e qualcuno (più d’uno) fa un’aggiunta di colazione compensando con le ultime due-tre tristissime brioscine rimaste nel bar. Usciamo, telefonatina a casa per dire tutto ok e ripartiamo, non senza aver lasciato che il GieSsista Stefano abbia conosciuto e chiacchierato con altri due con la mukka come lui e altre due o tre persone lì per lì…
Ora inizia il divertimento, okay, piego come un paracarro è vero, ma mi metto dietro a Pino che sale allegro e non mi passa nessuno per un bel pezzo. A me sembra di andare giù come una bestia ma in cima vedrò che come al solito ho sempre quei 5 mm di bordino vergine… minkia ma quando lo pulisco? Poi fino alla cima del colle ci mollo un attimo perché la mancanza delle barriere, il paesaggio lunare e roccioso, la strada che si restringe oltre a tutti gli strapiombi a bordo strada hanno su di me un effetto … diciamo … lassativo (nel senso che mi cago un po’…).
Comunque si va e col gruppo che tiene bene dietro arriviamo in cima a quota 2745 del Colle dell’Agnello dove in un piazzaletto che sarà grande sì e no come un francobollo c’è un’apoteosi di moto, macchine e biciclette. Complimenti ai ciclisti che per arrivare fin lassù ce ne mettono di fiato e di muscoli!
Qualcuno dice tempo di una sigaretta, io non fumo e faccio due foto del paesaggio lunare lassù, fatto sta che mi giro e stanno tutti ripartendo … Minkia ‘stardi aspettatemi … vrumm vrumm è già sono tutti partiti e li vedo due o tre tornanti più in basso, lato francese. Oltretutto (come quando sono andato allo Spluga) ho il serbatoio dell’olio freni anteriore che trafila copiosamente e gocciola ben bene sulla carrozzeria. La cosa mi preoccupa, perché fermare quasi 300 chili tra moto e passeggero con la sola faccia non è una cosa che mi alletta un granchè!
Davanti ho una bici che scende, il tipo è snello e senza caschetto, con la solita tutina a pelle sottovuoto, va giù come una palla da schioppo e nelle curve piega come avesse la moto di Valentino. Caspita, sarà anche che in discesa la solita mancanza di protezioni mi fa cagare pure di più, ma mi riesce difficile prenderlo e nelle curve anzi mi da!!! Mi faccio prendere da un moto di orgoglio e penso che al di là dei cavalli ho qualcosa come 200 kg di moto sotto al culo appoggiata su due bei gommoni, mentre lui appoggia su due righelli, vorrà ben dire qualcosa no???
Lo passo fiero di me stesso e vado all’inseguimento del gruppo (moderatamente) chiedendomi ma quanto sono matti a buttarsi giù dalle discese a quel modo? Piegare in salita ok, ma in discesa cazzius!!!
A valle finalmente sfogo completamente solo tra le curve in piano (o discesa leggera) andando come nella salita precedente e dopo un po’ mi trovo davanti Luna che col suo salame col buco sottosella procede ad andatura da turista tedesco sulla passeggiata romagnola. Lo accompagno da tergo (non pensate male…) per un po’, poi mi dice “Oi, se vuoi andare vai!”, ma continuo a seguirlo con l’andatura tranquilla.
Ricompattiamo il gruppo e per andare a Briançon si affronta il Colle dell’Izoard che raggiunge i 2361 metri, meno del precedente ma pur sempre una bella quota. In cima c’è più spazio, ci fermiamo tutti, io e Ulde compriamo due adesivi del passo e tutti quanti siamo assaliti da una quantità impressionante di mosche, grandissimo scassamento di cabasisi, come direbbe Montalbano. Anche quassù il paesaggio è simil lunare ma la strada fino a lì è stata buona, il tempo regge e si vedono solo poche nubi. Nonostante l’altitudine non c’è stato alcun bisogno di rinforzi di pile o altre imbottiture sotto la giacca.
Si riscende, stavolta parto tra i primi e come in tutte le discese vengo inesorabilmente passato da tutti, persino da Sidecar che “dice” di avere il nick uguale alla sua capacità di piega. Se tu sei un sidecar io cosa sono, un camion a 6 assi??? C’è da dire che ero anche molto preoccupato dal trafilamento di olio freni e dal fatto che spostando la frenata un po’ più dietro per questo motivo, dopo un po’ mi sono trovato con l’assoluta mancanza del freno posteriore, quindi ero tutto affidato ai due dischi davanti, con scongiuri e preghiere di buon funzionamento.
In più per tutta la discesa un "simpatico" serpentello nero di gommasfaltobitume stava in mezzo alla strada, ora un po' più di qua, ora più di là, rompendo decisamente quattro quarti di minchia, dal momento che se ci mettevi le ruote sopra (ed era frequente) si scivolava che era una meraviglia. Cos'era, un'arma francese nascosta contro i motociclisti?? Cavoli non ci voleva un granché a finire per terra!
Arriviamo tutti a Briançon circa all'una e ci fermiamo per la pappa. Lunarossa, che quando è affamato diventa incazzoso e polemico, comincia a menarla “E perché ci fermiamo qui?”, “E lì si mangia male perché ci sono già stato…”, “E perché dobbiamo camminare per andare a mangiare?”, “E non possiamo andare là?”. Miiiiiiiiiii Luna, quanto scassi!!! Pedala, che siamo stati seduti finora, e due passi ci fanno bene!
Andiamo nel centro della città vecchia e fortificata, dove ci facciamo portare dei nutriti piatti di tutto un po’, insalatone, affettati, hamburger e patatine, salsine, birre e coca cola… Il tipico pasto del motociclista stanco, insomma! Nel frattempo le battute e le risate si sprecano, viene fuori che Sidecar in realtà è un egiziano immigrato clandestino, mentre il playboy riminese non si perde una sola di quelle che passano.
Nel frattempo si rannuvola e anche per bene. Si paga e si riparte in direzione Col du Galibier (o Colle dell’Iseran? Quale ca@@o di colle dovevamo fare, Pino?) ma all’orizzonte non molto lontano ci sono nuvole bassissime e righe diagonali che svelano uno scroscio di proporzioni cosmiche. Facciamo benza da un distributore francioso non senza suscitare la polemica disapprovazione di Luna, che sapendo che dovevamo tornare indietro l’ha menata sul fatto che si poteva fare benza in Italia e pagarla 10 centesimi in meno. Minkia, la facevi tu benza sotto quell’acqua in Italia???
Decidiamo per l’appunto di voltare “la capa al ciuccio” e dirigere per il Monginevro, così siccome prevenire è meglio che curare ci mettiamo tutti le cerate. Alla partenza tutto ok, solo qualche sporadica goccia, poi mentre saliamo la strada si fa lucida e io rallento, come al solito passato da tutti (Mario "Gibe" mi è passato sotto in un tornante che sembrava facesse strada asciutta!!!). Ehi ragazzi io ci ho le Supercorsa, che sono poco più di slick intagliati … se vado lungo sul bagnato non la prendo più! Quindi procedo cauto cauto.
Arrivati sul colle, seguito da Side e Maic, vedo Pino che fa quasi 360 gradi di una rotonda e si butta sotto il tetto sporgente di una costruzione, per mettersi la cerata Tucano con un certo ritardo (eddai, ormai eri bagnato…). Ci fermiamo un momento tutti e 4 mentre la pioggia aumenta, si riparte mentre Maic, pure sotto la pioggia, smanetta continuamente col TomTom come ha fatto fin dalla partenza il giorno prima (ma che hai da spippolare in continuazione???).
Ormai siamo completamente “sgruppati”, gli altri non si sa dove sono, chi avanti e chi forse indietro, ma bisogna proseguire. Scollinando la tragedia si compie. Le cateratte celesti sono ormai aperte, viene giù di tutto, acqua, grandine, fulmini e saette. Il casco si appanna in continuazione e così è un continuo aprirlo (e lavarsi la faccia) e chiuderlo (e non vedere un ca@@o), le macchine procedono a passo d’uomo e fiumi di acqua marrone e detriti attraversano in più punti la strada in diagonale.
C’è da cagarsi sotto in continuazione, il motore tiene, ma l’acqua che a ondate schizza sul kat fa dei vapori che salgono verso l’alto non sembrando una bella cosa, in più puzzano pure e non sai se sta per succedere qualcosa alla moto o se tutto va bene.
Fortunatamente la Futurona è più robusta e più fatta bene di quel che Capitan Futuro vuole, così con la dovuta calma e un bel po’ di freno motore si arriva a Cesana dove troviamo rifugio sotto un minuscolo distributore con annesso bar, come fanno poi di seguito altri motociclisti come noi. Da dietro le finestre del bar si vede la pioggia a scrosci cadere in diagonale, sembra quasi che non voglia passare per nulla.
Facciamo un po’ di telefonate, qualcuno fermo ci risponde ed altri no, ma è chiaro che a questo punto, salvo ulteriori inconvenienti, ci troveremo al B&B. Si riparte di nuovo e la strada si allarga in direzione Susa. Pino è sempre davanti a un centinaio di metri da me, seguito da Maic, e a più riprese lo vedo che alza i piedi ad altezza spalle per evitare l’allagamento totale. Quando passo io sembra di attraversare il guado di un fiume e le Pirelli non aiutano per nulla regalandomi una sensazione di saponetta da panico!
Lungo la strada troviamo Lupino e Lunarossa, fermi uno a sinistra ed uno a destra in altrettanti distributori, che si sbracciano per farsi vedere. Pino come se avesse i paraocchi – o forse troppo concentrato sulla guida – continua imperterrito per la sua strada mentre dietro Maic ed io lo tempestiamo di clacsonate. Pino … AMPLIFON!!!
Inforchiamo l’autostrada, una sosta al primo autogrill ben coperto e da lì in poi è storia monotona. Ci ritroveremo tutti al B&B che a Torino non piove affatto ed arriviamo trovando Ulde e Stefano già in pantaloncini ed infradito, mentre sbevazzano una birra gentilmente offerta dal raduno di pseudoharleysti che stanno cuocendo fantastiche salsicce e bisteccone alla brace. Il profumo è invitante, ma io non vedo solo l’ora di togliermi tutto da addosso e farmi una bella doccia ristoratrice.
La sera tutti al ristorante da Gigino ad Alpignano, prenotato dal solito Pino, il quale viene a prenderci con la macchina e la Roberta con la sua. Verrà anche Capitan Futuro per prendere il resto del gruppo ma che non troverà la strada generando attesa e un po’ di casino.
Pino in macchina si svela essere “la summa” dei mali italiani al volante. Nell’ordine scendendo dal B&B: fa quasi un frontale con una macchina che viene su all’angolo della ferrovia, lo manda a fare in culo platealmente, si guarda in cagnesco con il medesimo, passa e si incazza vuole scendere a spaccargli la faccia, arriva al semaforo sulla corsia centrale (e doveva andare dritto avendo peraltro il verde) ma si inchioda al semaforo superando da destra tutte le macchine ferme a sinistra per poi girare inspiegabilmente proprio lì. Il tutto senza ripartire al verde e facendosi mandare affanculo via clacson dalle circa 5 o 6 macchine superate. Dimenticavo … il tutto mentre era al telefono e parlava ad alta voce con Capitan Futuro, gesticolando. Fantastico! In due km hai fatto infrazioni per un totale di circa -150 punti sulla patente.
Al ristorante ci raggiunge Zimstern in arrivo dalla Valle d’Aosta, e che finalmente conosco. Peccato solo non avere la possibilità di fare il giro assieme, io domani saluto e vado. Sarà per un’altra volta, in bocca al lupo per tutto Zim!
La cena è semplicemente strabordante. Antipasti, linguine allo scoglio, fritto, sorbetto, ecc. ecc., in quantità da stare male. Si inizia alle 21.30 per finire a mezzanotte e passa, mentre a quel punto mi calavano le palpebre. Memorabili due o tre momenti: 1) La spaghettata di Bobo da lasciare ad occhi aperti (chiedere a lui per credere), 2) Luna, Lupin e la loro lunga ed esilarante dissertazione sui vegetariani/vegani e gli esseri inferiori che possono essere mangiati (mioddio avevo le lacrime agli occhi!), 3) L’interrogatorio di Lunarossa (che aveva decisamente alzato il gomito) a Capitan Futuro, dubbioso (anch’io) della sua vera passione nei confronti della Futurona. Fantastica poi la Tuono “erressevuizzata” dell’amico di Pino, con targa unicamente visibile dal Meteosat (però personalmente trovo che migliore della Tuono era la sua ragazza, fate vobis!).
Si ritorna al B&B e troviamo il momento di chiusura della festa degli harleysti (ma chi l’ha detto che erano harleysti, suvvia!!!) e all’una spaccata chiudono i rubinetti dell’hard rock live. Poco male, avevo un sonno che avrei dormito anche se il batterista mi martellava sulle orecchie.
La notte passa in un baleno e Bobo si rivela essere un perfetto compagno di stanza. Non russa (io sicuramente di più…), di battuta pronta (“ho una certa pesantezza di stomaco stasera”) e arguto. Alla prossima anche a te! E purtroppo come tutte le cose belle, anche questa finisce presto. La mattina mi alzo, consapevole che “loro” continuano, mentre “io” no. Uffa.
Sistemo tutto per bene, faccio colazione e vado a pagare, poi le foto di rito con le Future schierate. Arriva Pino & Roby, mentre RSTina ci guarda dall’alto. Tutti fanno foto e poi facciamo il “filmatino” che presto verrà messo su youtube ad imperitura memoria. Sono gli ultimi momenti, ci si saluta speranzosi di vedersi presto, vorrei che questi istanti durassero ancora a lungo ma non si può.
Si riparte e dopo un paio di rotonde io prendo le indicazioni per l’autostrada mentre tutti procedono dritti, salutato da una sequenza di clacsonate di tutti. Il resto è storia, la Futura vola veloce ed annoiata verso casa mentre il braccio destro comincia a fare veramente male, segno che dovevo sicuramente finire lì il giro, che la domenica sarebbe stato eccessivo per me.
Broni è ormai dietro l’angolo, la voce registrata del casello mi dice impaziente “inserire prima il biglietto e poi la tessera”, ma vaffanculo dico io, non lo sai che sono in moto e ci vuole il suo tempo??? Pago i 6,60 €, la signora elettronica mi saluta con un metallico “arrivederci” e io come sempre la mando affanculo.
Oggi più che mai perché il Futuraduno, il mio PRIMO Futuraduno è finito.
Borse piene, gonfiatina alle gomme, pomeriggio che non passa mai e ultima occhiatina al forum per vedere i ritardatari (RST72…) che continuano a scrivere mentre io sto quasi per partire. Bene, è tutto a posto, se la scritta EFI me lo permette (sgratt sgratt…) posso partire anche io. Attendo nervosamente il messaggio di Lupin e Maic che finalmente arriva “Siamo a Piacenza” e parto anch’io.
Saluto famiglia e figli, mentre Andrea – 5 anni – mi chiede “Dove vai?”. Rispondo brevemente “A fare un giro a Torino” e lui replica “E perché?” … Sarebbe troppo lungo stare a spiegare, così taglio con un “Vado a trovare degli amici” e mai risposta è stata più veritiera, perché quello che troverò è un VERO gruppo di amici simpatici con cui si sta bene come con pochi altri.
Inforco la noiosissima PC-TO a Broni/Stradella e vado verso Torino alla media dei 130 secchi per non incorrere in qualche autovelox, ormai così frequente dappertutto. Il motore gira a poco più di 5000 giri e decisamente si rompe i coglioni, così decido di rompere la monotonia con qualche allungo ogni tanto.
In breve arrivo all’autogrill di Tortona dove esattamente 40 secondi prima sono arrivati Lupin e Maic, che si sta togliendo il casco. Saluti brevi, ammiro per un attimo gli Staintune di Lupin e il fatto che la spalla dei suoi pneumatici è tutta utilizzata, segno di gran piegoni. L’invidia si fa strada dentro di me che con due supercorsa non riesco ad andare giù tutto…
Rifornimento e si riparte. Altri 100 km circa di monotona autostrada e finalmente siamo ai caselli di Torino. Paghiamo un euro qui e 60 centesimi là (non capisco perché funge a sta ca@@o di maniera) ed arriviamo ad Alpignano. Si fa avanti Maic con la mukka col navigatore e in quattro e quattr’otto siamo al B&B.
Il primo pensiero è stato “E bravo Pino, ma guarda che bel posticino”. Scoprirò poi che oltre che carino è anche comodo, fresco, senza zanzare (la carta vincente) e si mangia pure bene senza pagare un ca@@o!
Alcuni sono arrivati, e già contiamo 6 future, le nostre 2 più quelle di Ulde, Sidecar, Lunarossa e Capitan Futuro, arrivati poco prima di noi. Finalmente incontro Stefano/Sidecar, dopo tanti sms e promesse rimandate di vederci e fare qualche giro per i fatti nostri. Dai Side, vediamo se per le prossime si riesce a far qualcosa, anche solo un giretto di un duecento km.
Qui faccio conoscenza con un altro Stefano, GieSsista riminese, formidabile personaggio che sembra uscito da un fumetto, ispira simpatia da subito e fa amicizia con tutti in un batter d’occhio, dalle bambine dei gestori del B&B fino alle ragazze che passano per strada a Briançon, e anche col sottoscritto al quale offre un sorso di ottimo Arneis dal suo bicchiere. Ciao Stefano, è stato un piacere averti conosciuto e se passo da Rimini giuro che vengo da te! E poi … ma quanto ca@@o pieghi con sto cesso di moto???
Alla spicciolata arrivano anche gli altri, dapprima Pino con la sua splendida moglie (ma come hai fatto a trovarla dico io?). Non appena la vede, a Stefano si illuminano gli occhi e le si appiccica subito col suo fare da playboy romagnolo della vecchia guardia. Poi arrivano RST con RSTina ed infine a cena ormai iniziata arriva Bobo, mio compagno di stanza per le notti successive.
La cena inizia un po’ tardi, verso le 21.30, con i sacramenti della cuoca del B&B che è meglio non contraddire vista la stazza. Menù fisso: tagliatelle al ragù vegetariano e arrosto (morbidissimo) con insalata. Seguono le patatine offerte dalla cuoca e finalmente comincio a divertirmi ascoltando le battute e i discorsi degli emiliani e romagnoli Lupin, Ulde & co.
Guardo Lunarossa alla mia destra (minkia Ale ma da 1 a 10 quanto sei fogna?), che si spolpa, nell’ordine: il primo piatto di tagliatelle, un avanzo, un piatto colmo di sugo delle tagliatelle offerto dalla cuoca, il suo piatto di arrosto, quello di Lupin che è vegetariano (e che scoprirò solo l’indomani, mangia solo gli “esseri inferiori”), più praticamente una teglia di patatine. Complimenti! Dimenticavo, sempre Luna chiede del vino dicendo che “tanto ne bevo solo un bicchiere”, e poi alla fine andrà a letto più storto degli altri…
La sera non promette bene e già sappiamo che le previsioni non sono delle migliori, infatti durante la notte pioverà, e si sprecano le battute sull’indomani, del tipo “se domattina piove ci giriamo dall’altra parte e fine delle storie”. Invece appena svegli ci accoglie una splendida giornata con solo qualche nuvola molto alta che non turba le coscienze dei più. Così viene naturale che si parte…
Colazione e via, pronti per la partenza. Si fa uno scherzo a Pino telefonandogli che siamo già pronti, ed in un picosecondo arriva con gran tuonare di GPR seguito da Roberta in macchina, per incazzarsi poi perché non siamo ancora pronti. Manca Capitan Futuro con cui si era parlato la sera prima e che non si fida a venire perché teme di rimanere a piedi ogni 2 km. Abbiamo il mitico Mechaway con noi, ma si vede che non si fida comunque. Spiace perché uno in più fa sempre piacere, ma capisco anche le sue motivazioni.
Roberta & Roberta (sarebbero Pinowife e RSTina) hanno carta (di credito) libera, ci salutano e rimangono a Torino per fare un po’ di shopping e pensando che non sono mica sceme a venire a prendersi dell’acqua con noi!
Pino si mette davanti e fa strada, un paio di volte ci prendiamo degli accidenti e delle gran strombazzate (delle quali poco o nulla ci fotte…) ai semafori, da parte delle macchine perché allo scattare del verde il gruppo di Future tarda un po’ a ripartire.
Usciamo da Alpignano e Rivoli, andando in direzione tangenziale. La prendiamo e proseguiamo in tangenziale/autostrada fino a Pinerolo e poi statale in direzione Saluzzo per girare poi per la Val Varaita. I paesi si succedono numerosi in lunghi rettilinei, l’andatura è obbligatoriamente moderata perché ad ogni ingresso di paese c’è la solita scritta “velocità controllata elettronicamente” e non sai mai se è vero o no!
Stando davanti vedo negli specchietti la fantastica luce anabbagliante di Ulde. Che figata, un bianco pazzesco anche in pieno giorno mentre tutte le altre nostre sembrano dei giallini slavati. Ehi Ulduzzo beddo, mi devi dare il link di eBay dove l’hai preso il kit xenon, che per 70 euro lo faccio anch’io!
Dopo diversi km in cui il gruppo prima si sperde a causa di alcune rotonde quadrate e poi si ricompatta, mi si fa sotto Side che mi urla dal casco “CHE GRAN ROTTURA DI COGLIONIIII!!!” … come dargli torto? Siamo partiti da un’ora buona e fino a lì “ci esaltiamo nelle rotonde” come dirà poi Ulde la sera, giusto per far capire il livello di monotonia.
Un grosso cartello sulla destra dice che più avanti c’è il Colle dell’Agnello e che da una certa data sono obbligatorie le catene a bordo. “Chemmenenfut?” dico io “ci ho la moto, è luglio, e vado in culo alle catene!”, ma è finalmente l’arrivo della salita e delle curve che aspettavamo da un po’!!!
Finalmente! Il ritmo si alza un po’, gli abeti intorno danno frescura e compagnia e la strada asfaltata di fresco e perfettamente asciutta si dipana come un lungo serpente sinuoso, mentre fino a poco prima il paesaggio era tristemente piatto, rettilineo e soleggiato.
Un po’ di curve e siamo a Pontechianale (Pount e Le Chanal in occitano, Pontcianal in piemontese), dove prendiamo un caffè e qualcuno (più d’uno) fa un’aggiunta di colazione compensando con le ultime due-tre tristissime brioscine rimaste nel bar. Usciamo, telefonatina a casa per dire tutto ok e ripartiamo, non senza aver lasciato che il GieSsista Stefano abbia conosciuto e chiacchierato con altri due con la mukka come lui e altre due o tre persone lì per lì…
Ora inizia il divertimento, okay, piego come un paracarro è vero, ma mi metto dietro a Pino che sale allegro e non mi passa nessuno per un bel pezzo. A me sembra di andare giù come una bestia ma in cima vedrò che come al solito ho sempre quei 5 mm di bordino vergine… minkia ma quando lo pulisco? Poi fino alla cima del colle ci mollo un attimo perché la mancanza delle barriere, il paesaggio lunare e roccioso, la strada che si restringe oltre a tutti gli strapiombi a bordo strada hanno su di me un effetto … diciamo … lassativo (nel senso che mi cago un po’…).
Comunque si va e col gruppo che tiene bene dietro arriviamo in cima a quota 2745 del Colle dell’Agnello dove in un piazzaletto che sarà grande sì e no come un francobollo c’è un’apoteosi di moto, macchine e biciclette. Complimenti ai ciclisti che per arrivare fin lassù ce ne mettono di fiato e di muscoli!
Qualcuno dice tempo di una sigaretta, io non fumo e faccio due foto del paesaggio lunare lassù, fatto sta che mi giro e stanno tutti ripartendo … Minkia ‘stardi aspettatemi … vrumm vrumm è già sono tutti partiti e li vedo due o tre tornanti più in basso, lato francese. Oltretutto (come quando sono andato allo Spluga) ho il serbatoio dell’olio freni anteriore che trafila copiosamente e gocciola ben bene sulla carrozzeria. La cosa mi preoccupa, perché fermare quasi 300 chili tra moto e passeggero con la sola faccia non è una cosa che mi alletta un granchè!
Davanti ho una bici che scende, il tipo è snello e senza caschetto, con la solita tutina a pelle sottovuoto, va giù come una palla da schioppo e nelle curve piega come avesse la moto di Valentino. Caspita, sarà anche che in discesa la solita mancanza di protezioni mi fa cagare pure di più, ma mi riesce difficile prenderlo e nelle curve anzi mi da!!! Mi faccio prendere da un moto di orgoglio e penso che al di là dei cavalli ho qualcosa come 200 kg di moto sotto al culo appoggiata su due bei gommoni, mentre lui appoggia su due righelli, vorrà ben dire qualcosa no???
Lo passo fiero di me stesso e vado all’inseguimento del gruppo (moderatamente) chiedendomi ma quanto sono matti a buttarsi giù dalle discese a quel modo? Piegare in salita ok, ma in discesa cazzius!!!
A valle finalmente sfogo completamente solo tra le curve in piano (o discesa leggera) andando come nella salita precedente e dopo un po’ mi trovo davanti Luna che col suo salame col buco sottosella procede ad andatura da turista tedesco sulla passeggiata romagnola. Lo accompagno da tergo (non pensate male…) per un po’, poi mi dice “Oi, se vuoi andare vai!”, ma continuo a seguirlo con l’andatura tranquilla.
Ricompattiamo il gruppo e per andare a Briançon si affronta il Colle dell’Izoard che raggiunge i 2361 metri, meno del precedente ma pur sempre una bella quota. In cima c’è più spazio, ci fermiamo tutti, io e Ulde compriamo due adesivi del passo e tutti quanti siamo assaliti da una quantità impressionante di mosche, grandissimo scassamento di cabasisi, come direbbe Montalbano. Anche quassù il paesaggio è simil lunare ma la strada fino a lì è stata buona, il tempo regge e si vedono solo poche nubi. Nonostante l’altitudine non c’è stato alcun bisogno di rinforzi di pile o altre imbottiture sotto la giacca.
Si riscende, stavolta parto tra i primi e come in tutte le discese vengo inesorabilmente passato da tutti, persino da Sidecar che “dice” di avere il nick uguale alla sua capacità di piega. Se tu sei un sidecar io cosa sono, un camion a 6 assi??? C’è da dire che ero anche molto preoccupato dal trafilamento di olio freni e dal fatto che spostando la frenata un po’ più dietro per questo motivo, dopo un po’ mi sono trovato con l’assoluta mancanza del freno posteriore, quindi ero tutto affidato ai due dischi davanti, con scongiuri e preghiere di buon funzionamento.
In più per tutta la discesa un "simpatico" serpentello nero di gommasfaltobitume stava in mezzo alla strada, ora un po' più di qua, ora più di là, rompendo decisamente quattro quarti di minchia, dal momento che se ci mettevi le ruote sopra (ed era frequente) si scivolava che era una meraviglia. Cos'era, un'arma francese nascosta contro i motociclisti?? Cavoli non ci voleva un granché a finire per terra!
Arriviamo tutti a Briançon circa all'una e ci fermiamo per la pappa. Lunarossa, che quando è affamato diventa incazzoso e polemico, comincia a menarla “E perché ci fermiamo qui?”, “E lì si mangia male perché ci sono già stato…”, “E perché dobbiamo camminare per andare a mangiare?”, “E non possiamo andare là?”. Miiiiiiiiiii Luna, quanto scassi!!! Pedala, che siamo stati seduti finora, e due passi ci fanno bene!
Andiamo nel centro della città vecchia e fortificata, dove ci facciamo portare dei nutriti piatti di tutto un po’, insalatone, affettati, hamburger e patatine, salsine, birre e coca cola… Il tipico pasto del motociclista stanco, insomma! Nel frattempo le battute e le risate si sprecano, viene fuori che Sidecar in realtà è un egiziano immigrato clandestino, mentre il playboy riminese non si perde una sola di quelle che passano.
Nel frattempo si rannuvola e anche per bene. Si paga e si riparte in direzione Col du Galibier (o Colle dell’Iseran? Quale ca@@o di colle dovevamo fare, Pino?) ma all’orizzonte non molto lontano ci sono nuvole bassissime e righe diagonali che svelano uno scroscio di proporzioni cosmiche. Facciamo benza da un distributore francioso non senza suscitare la polemica disapprovazione di Luna, che sapendo che dovevamo tornare indietro l’ha menata sul fatto che si poteva fare benza in Italia e pagarla 10 centesimi in meno. Minkia, la facevi tu benza sotto quell’acqua in Italia???
Decidiamo per l’appunto di voltare “la capa al ciuccio” e dirigere per il Monginevro, così siccome prevenire è meglio che curare ci mettiamo tutti le cerate. Alla partenza tutto ok, solo qualche sporadica goccia, poi mentre saliamo la strada si fa lucida e io rallento, come al solito passato da tutti (Mario "Gibe" mi è passato sotto in un tornante che sembrava facesse strada asciutta!!!). Ehi ragazzi io ci ho le Supercorsa, che sono poco più di slick intagliati … se vado lungo sul bagnato non la prendo più! Quindi procedo cauto cauto.
Arrivati sul colle, seguito da Side e Maic, vedo Pino che fa quasi 360 gradi di una rotonda e si butta sotto il tetto sporgente di una costruzione, per mettersi la cerata Tucano con un certo ritardo (eddai, ormai eri bagnato…). Ci fermiamo un momento tutti e 4 mentre la pioggia aumenta, si riparte mentre Maic, pure sotto la pioggia, smanetta continuamente col TomTom come ha fatto fin dalla partenza il giorno prima (ma che hai da spippolare in continuazione???).
Ormai siamo completamente “sgruppati”, gli altri non si sa dove sono, chi avanti e chi forse indietro, ma bisogna proseguire. Scollinando la tragedia si compie. Le cateratte celesti sono ormai aperte, viene giù di tutto, acqua, grandine, fulmini e saette. Il casco si appanna in continuazione e così è un continuo aprirlo (e lavarsi la faccia) e chiuderlo (e non vedere un ca@@o), le macchine procedono a passo d’uomo e fiumi di acqua marrone e detriti attraversano in più punti la strada in diagonale.
C’è da cagarsi sotto in continuazione, il motore tiene, ma l’acqua che a ondate schizza sul kat fa dei vapori che salgono verso l’alto non sembrando una bella cosa, in più puzzano pure e non sai se sta per succedere qualcosa alla moto o se tutto va bene.
Fortunatamente la Futurona è più robusta e più fatta bene di quel che Capitan Futuro vuole, così con la dovuta calma e un bel po’ di freno motore si arriva a Cesana dove troviamo rifugio sotto un minuscolo distributore con annesso bar, come fanno poi di seguito altri motociclisti come noi. Da dietro le finestre del bar si vede la pioggia a scrosci cadere in diagonale, sembra quasi che non voglia passare per nulla.
Facciamo un po’ di telefonate, qualcuno fermo ci risponde ed altri no, ma è chiaro che a questo punto, salvo ulteriori inconvenienti, ci troveremo al B&B. Si riparte di nuovo e la strada si allarga in direzione Susa. Pino è sempre davanti a un centinaio di metri da me, seguito da Maic, e a più riprese lo vedo che alza i piedi ad altezza spalle per evitare l’allagamento totale. Quando passo io sembra di attraversare il guado di un fiume e le Pirelli non aiutano per nulla regalandomi una sensazione di saponetta da panico!
Lungo la strada troviamo Lupino e Lunarossa, fermi uno a sinistra ed uno a destra in altrettanti distributori, che si sbracciano per farsi vedere. Pino come se avesse i paraocchi – o forse troppo concentrato sulla guida – continua imperterrito per la sua strada mentre dietro Maic ed io lo tempestiamo di clacsonate. Pino … AMPLIFON!!!
Inforchiamo l’autostrada, una sosta al primo autogrill ben coperto e da lì in poi è storia monotona. Ci ritroveremo tutti al B&B che a Torino non piove affatto ed arriviamo trovando Ulde e Stefano già in pantaloncini ed infradito, mentre sbevazzano una birra gentilmente offerta dal raduno di pseudoharleysti che stanno cuocendo fantastiche salsicce e bisteccone alla brace. Il profumo è invitante, ma io non vedo solo l’ora di togliermi tutto da addosso e farmi una bella doccia ristoratrice.
La sera tutti al ristorante da Gigino ad Alpignano, prenotato dal solito Pino, il quale viene a prenderci con la macchina e la Roberta con la sua. Verrà anche Capitan Futuro per prendere il resto del gruppo ma che non troverà la strada generando attesa e un po’ di casino.
Pino in macchina si svela essere “la summa” dei mali italiani al volante. Nell’ordine scendendo dal B&B: fa quasi un frontale con una macchina che viene su all’angolo della ferrovia, lo manda a fare in culo platealmente, si guarda in cagnesco con il medesimo, passa e si incazza vuole scendere a spaccargli la faccia, arriva al semaforo sulla corsia centrale (e doveva andare dritto avendo peraltro il verde) ma si inchioda al semaforo superando da destra tutte le macchine ferme a sinistra per poi girare inspiegabilmente proprio lì. Il tutto senza ripartire al verde e facendosi mandare affanculo via clacson dalle circa 5 o 6 macchine superate. Dimenticavo … il tutto mentre era al telefono e parlava ad alta voce con Capitan Futuro, gesticolando. Fantastico! In due km hai fatto infrazioni per un totale di circa -150 punti sulla patente.
Al ristorante ci raggiunge Zimstern in arrivo dalla Valle d’Aosta, e che finalmente conosco. Peccato solo non avere la possibilità di fare il giro assieme, io domani saluto e vado. Sarà per un’altra volta, in bocca al lupo per tutto Zim!
La cena è semplicemente strabordante. Antipasti, linguine allo scoglio, fritto, sorbetto, ecc. ecc., in quantità da stare male. Si inizia alle 21.30 per finire a mezzanotte e passa, mentre a quel punto mi calavano le palpebre. Memorabili due o tre momenti: 1) La spaghettata di Bobo da lasciare ad occhi aperti (chiedere a lui per credere), 2) Luna, Lupin e la loro lunga ed esilarante dissertazione sui vegetariani/vegani e gli esseri inferiori che possono essere mangiati (mioddio avevo le lacrime agli occhi!), 3) L’interrogatorio di Lunarossa (che aveva decisamente alzato il gomito) a Capitan Futuro, dubbioso (anch’io) della sua vera passione nei confronti della Futurona. Fantastica poi la Tuono “erressevuizzata” dell’amico di Pino, con targa unicamente visibile dal Meteosat (però personalmente trovo che migliore della Tuono era la sua ragazza, fate vobis!).
Si ritorna al B&B e troviamo il momento di chiusura della festa degli harleysti (ma chi l’ha detto che erano harleysti, suvvia!!!) e all’una spaccata chiudono i rubinetti dell’hard rock live. Poco male, avevo un sonno che avrei dormito anche se il batterista mi martellava sulle orecchie.
La notte passa in un baleno e Bobo si rivela essere un perfetto compagno di stanza. Non russa (io sicuramente di più…), di battuta pronta (“ho una certa pesantezza di stomaco stasera”) e arguto. Alla prossima anche a te! E purtroppo come tutte le cose belle, anche questa finisce presto. La mattina mi alzo, consapevole che “loro” continuano, mentre “io” no. Uffa.
Sistemo tutto per bene, faccio colazione e vado a pagare, poi le foto di rito con le Future schierate. Arriva Pino & Roby, mentre RSTina ci guarda dall’alto. Tutti fanno foto e poi facciamo il “filmatino” che presto verrà messo su youtube ad imperitura memoria. Sono gli ultimi momenti, ci si saluta speranzosi di vedersi presto, vorrei che questi istanti durassero ancora a lungo ma non si può.
Si riparte e dopo un paio di rotonde io prendo le indicazioni per l’autostrada mentre tutti procedono dritti, salutato da una sequenza di clacsonate di tutti. Il resto è storia, la Futura vola veloce ed annoiata verso casa mentre il braccio destro comincia a fare veramente male, segno che dovevo sicuramente finire lì il giro, che la domenica sarebbe stato eccessivo per me.
Broni è ormai dietro l’angolo, la voce registrata del casello mi dice impaziente “inserire prima il biglietto e poi la tessera”, ma vaffanculo dico io, non lo sai che sono in moto e ci vuole il suo tempo??? Pago i 6,60 €, la signora elettronica mi saluta con un metallico “arrivederci” e io come sempre la mando affanculo.
Oggi più che mai perché il Futuraduno, il mio PRIMO Futuraduno è finito.
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Letto anch'io tutto d'un fiato!
Finalmente qualcuno che ha voglia e pazienza di scrivere i report oltre al sottoscritto ed è pure più bravo (quindi per i prossimi raduni sei precettato!)
Gran report, sono contento che ti sia divertito, ma modestamente con questa gentaglia c'era da aspettarselo!!!
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RST'72 alias Cibbernau alias Biondo alias Capello
FUTURINA 115
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(Mario "Gibe" mi è passato sotto in un tornante che sembrava facesse strada asciutta!!!). Ehi ragazzi io ci ho le Supercorsa, che sono poco più di slick intagliati … se vado lungo sul bagnato non la prendo più! Quindi procedo cauto cauto.
Io monto Qualifier RR che proprio rain non sono, però anche sul bagnato (e quanto bagnato...) si sono comportate egregiamente!
RST'72 alias Cibbernau alias Biondo alias Capello
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O cambia moto, che fai primaGig81 ha scritto:Capitano su, metti a posto sta futura e goditela!!!
Bella lí Futuró, lo spirito é il solito...
Peró, strano, non capisco come mai abbia piovuto, visto che c'era BOBO
In data 29/06/2012, Lupin ha scritto: "Mi tira il culo dirlo ma devo dare ragione al Grey! "
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