contromanovra
Inviato: 1/6/2010, 16:56
ma scherziamo??? capace che si risana l'economia un poco. per me lo sparano
http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... v-4494165/
CONTI PUBBLICI L'Idv presenta 'contromanovra' da 65 miliardi
33 per il risanamento e 32 per lo sviluppoPresentatate da Di Pietro le misure alternative a quelle del governo. Tra i tagli quasi abolizione dei vitalizi, delle auto blu e della totalità delle province. Maggiore tassazione delle rendite, reintroduzione dell'Ici. Ma forte riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese
di ROSARIA AMATO
Il presidente dell'Idv Antonio Di Pietro
ROMA - Soppressione di tutte le province (a eccezione di Roma, Milano e Napoli), reintroduzione dell'Ici (fatte salve le esenzioni stabilite dal governo Prodi), blocco quasi totale delle auto blu, addizionale del 7,5 per cento sui capitali regolarizzati tramite scudo fiscale, eliminazione del vitalizio ai parlamentari e ai consiglieri regionali: sono alcune delle norme contenute nella 'contromanovra' presentata stamane dal presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro a Montecitorio. Una finanziaria da 65 miliardi di euro, dei quali 40 per il 2011 e 25 per il 2012, e che, ha spiegato l'ex pm, intende promuovere equità e sviluppo, oltre a ridurre la spesa. "Proponiamo una manovra biennale di più di 65 miliardi, di cui 33,5 dedicati alla riduzione del deficit e 32 allo sviluppo, in particolare attraverso la riduzione del carico fiscale a lavoratori e piccole e medie imprese". Di Pietro ha sottolineato come, al contrario, la manovra approvata dal governo sia "depressiva", e rischi di rallentare la ripresa (rischio tra l'altro segnalato nei giorni scorsi tanto dal presidente dell'Istat Enrico Giovannini in occasione del Rapporto Annuale che dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi all'Assemblea Annuale).
"Proponiamo una manovra anticiclica pari a quasi quattro punti di Pil per il biennio 2011-2012, che riduca anche la pressione fiscale trasferendola almeno in parte dal lavoro, dalle famiglie e dalle imprese, alla rendita speculativa - ha detto Di Pietro - La manovra Tremonti non va in questa direzione ed è recessiva, anche se condividiamo alcune delle misure proposte. L'Europa ha bisogno di una politica espansiva concertata, che tenga a freno la speculazione e generi una crescita equilibrata". "I tagli - ha aggiunto il leader dell'Idv - devono essere, inoltre, accompagnati da riforme strutturali, dal fisco al welfare, per rilanciare la crescita, ridurre stabilmente il deficit dei conti pubblici ed ottenere il consenso delle popolazioni, consenso senza il quale ogni manovra rischierebbe di essere vanificata dalle resistenze di ampi settori di cittadini".
Le misure in dettaglio. La contromanovra dell'Idv prevede, come detto, misure di risanamento per l'ammontare di 33,5 miliardi di euro (24,1 miliardi nel 2011 e 9,4 nel 2012) e interventi per lo sviluppo per 32 miliardi (16 per le famiglie e 16 per le imprese). Le risorse arriverebbero dalla lotta all'evasione fiscale (27,8 miliardi, dei quali 20,6 nel 2011 e 7,2 nel 2012); dal taglio dei costi della politica (24,75 miliardi, dei quali 13 nel 2011 e 11,75 nel 2012), e dai tagli alla spesa pubblica (13 miliardi, dei quali 6,5 dal 2011). Tra le misure più rilevanti, prevista dall'Idv la completa soppressione delle province, con l'unica eccezione di Roma, forse con Milano e Napoli perché, spiega l'onorevole Antonio Borghesi, estensore della manovra, "altrimenti sarebbe necessaria una legge di riforma costituzionale, mentre mantenendo una o due province è sufficiente la legge ordinaria". Il risparmio previsto è di tre miliardi. Dal blocco quasi totale delle auto blu (fatte salve dieci vetture per la presidenza del Consiglio, per i Comuni con oltre un milione di abitanti e poche altre istituzioni) arriverebbero cinque miliardi. Anche l'Idv abrogherebbe gli enti inutili, ma non ritiene convincente la lista compilata dal ministero dell'Economia (stralciata poi dalla manovra su indicazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), e propone piuttosto quella stilata diversi anni fa dall'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, e che prevedeva l'abrogazione di 119 strutture).
Equità e lotta all'evasione fiscale. Ancora, l'Idv chiede la reintroduzione dell'Ici, dalla quale si otterrebbero 1,7 miliardi l'anno (rimarrebbero le esenzioni introdotte dal governo Prodi). Tasserebbe con l'aliquota del 20 per cento le plusvalenze finanziarie speculative (esclusi naturalmente i rendimenti dei titoli di Stato): si otterrebbero 1,2 miliardi l'anno. Intensificherebbe la lotta all'evasione fiscale: tra le misure previste un redditometro a riscossione immediata, attraverso il quale si procederebbe alla determinazione sintetica del reddito delle persone fisiche e delle società di capitale minori (3 miliardi). Tasserebbe con un'addizionale del 7,5 per cento i capitali regolarizzati tramite lo scudo fiscale (arrivando così al 12,5 per cento previsto dalla legge per l'imposta sostitutiva applicata alle rendite finanziarie, e ottenendo 7,5 miliardi di euro).
Nuove entrate e tagli di spesa. L'Idv metterebbe poi all'asta le frequenze liberate dal passaggio al digitale terrestre, "come hanno fatto altri Paesi: Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia", guadagnando così tre miliardi. Eliminerebbe il vitalizio per i parlamentari e i consiglieri regionali, ottenendo un miliardo l'anno. Ridurrebbe i consumi intermedi della Pubblica Amministrazione, anche attraverso un rafforzamento del ruolo della Consip (l'ente pubblico che bandisce le aste per gli enti pubblici, ottenendo quasi sempre ingenti risparmi sulle forniture, ndr), incassando così 5 miliardi l'anno. E poi abolirebbe i finanziamenti a opere ritenute inutili, a cominciare dal ponte sullo Stretto di Messina.
Misure per lo sviluppo: famiglie e imprese. La controfinanziaria dell'Idv ripartisce poi equamente tra famiglie e imprese misure per la riduzione fiscale e di promozione alla crescita per l'equivalente di 32 miliardi. Per le famiglie (16 miliardi) previsti aumenti delle detrazioni, alleggerimento del carico Irpef sui redditi bassi e medi da lavoro e pensione, estensione degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori atipici. Mentre i 16 miliardi destinati alle piccole e medie imprese verrebbero utilizzati per la riduzione del costo del lavoro e per permettere il pagamento dell'Iva al momento dell'incasso e non in anticipo, come avviene oggi.
http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... v-4494165/
CONTI PUBBLICI L'Idv presenta 'contromanovra' da 65 miliardi
33 per il risanamento e 32 per lo sviluppoPresentatate da Di Pietro le misure alternative a quelle del governo. Tra i tagli quasi abolizione dei vitalizi, delle auto blu e della totalità delle province. Maggiore tassazione delle rendite, reintroduzione dell'Ici. Ma forte riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese
di ROSARIA AMATO
Il presidente dell'Idv Antonio Di Pietro
ROMA - Soppressione di tutte le province (a eccezione di Roma, Milano e Napoli), reintroduzione dell'Ici (fatte salve le esenzioni stabilite dal governo Prodi), blocco quasi totale delle auto blu, addizionale del 7,5 per cento sui capitali regolarizzati tramite scudo fiscale, eliminazione del vitalizio ai parlamentari e ai consiglieri regionali: sono alcune delle norme contenute nella 'contromanovra' presentata stamane dal presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro a Montecitorio. Una finanziaria da 65 miliardi di euro, dei quali 40 per il 2011 e 25 per il 2012, e che, ha spiegato l'ex pm, intende promuovere equità e sviluppo, oltre a ridurre la spesa. "Proponiamo una manovra biennale di più di 65 miliardi, di cui 33,5 dedicati alla riduzione del deficit e 32 allo sviluppo, in particolare attraverso la riduzione del carico fiscale a lavoratori e piccole e medie imprese". Di Pietro ha sottolineato come, al contrario, la manovra approvata dal governo sia "depressiva", e rischi di rallentare la ripresa (rischio tra l'altro segnalato nei giorni scorsi tanto dal presidente dell'Istat Enrico Giovannini in occasione del Rapporto Annuale che dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi all'Assemblea Annuale).
"Proponiamo una manovra anticiclica pari a quasi quattro punti di Pil per il biennio 2011-2012, che riduca anche la pressione fiscale trasferendola almeno in parte dal lavoro, dalle famiglie e dalle imprese, alla rendita speculativa - ha detto Di Pietro - La manovra Tremonti non va in questa direzione ed è recessiva, anche se condividiamo alcune delle misure proposte. L'Europa ha bisogno di una politica espansiva concertata, che tenga a freno la speculazione e generi una crescita equilibrata". "I tagli - ha aggiunto il leader dell'Idv - devono essere, inoltre, accompagnati da riforme strutturali, dal fisco al welfare, per rilanciare la crescita, ridurre stabilmente il deficit dei conti pubblici ed ottenere il consenso delle popolazioni, consenso senza il quale ogni manovra rischierebbe di essere vanificata dalle resistenze di ampi settori di cittadini".
Le misure in dettaglio. La contromanovra dell'Idv prevede, come detto, misure di risanamento per l'ammontare di 33,5 miliardi di euro (24,1 miliardi nel 2011 e 9,4 nel 2012) e interventi per lo sviluppo per 32 miliardi (16 per le famiglie e 16 per le imprese). Le risorse arriverebbero dalla lotta all'evasione fiscale (27,8 miliardi, dei quali 20,6 nel 2011 e 7,2 nel 2012); dal taglio dei costi della politica (24,75 miliardi, dei quali 13 nel 2011 e 11,75 nel 2012), e dai tagli alla spesa pubblica (13 miliardi, dei quali 6,5 dal 2011). Tra le misure più rilevanti, prevista dall'Idv la completa soppressione delle province, con l'unica eccezione di Roma, forse con Milano e Napoli perché, spiega l'onorevole Antonio Borghesi, estensore della manovra, "altrimenti sarebbe necessaria una legge di riforma costituzionale, mentre mantenendo una o due province è sufficiente la legge ordinaria". Il risparmio previsto è di tre miliardi. Dal blocco quasi totale delle auto blu (fatte salve dieci vetture per la presidenza del Consiglio, per i Comuni con oltre un milione di abitanti e poche altre istituzioni) arriverebbero cinque miliardi. Anche l'Idv abrogherebbe gli enti inutili, ma non ritiene convincente la lista compilata dal ministero dell'Economia (stralciata poi dalla manovra su indicazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), e propone piuttosto quella stilata diversi anni fa dall'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, e che prevedeva l'abrogazione di 119 strutture).
Equità e lotta all'evasione fiscale. Ancora, l'Idv chiede la reintroduzione dell'Ici, dalla quale si otterrebbero 1,7 miliardi l'anno (rimarrebbero le esenzioni introdotte dal governo Prodi). Tasserebbe con l'aliquota del 20 per cento le plusvalenze finanziarie speculative (esclusi naturalmente i rendimenti dei titoli di Stato): si otterrebbero 1,2 miliardi l'anno. Intensificherebbe la lotta all'evasione fiscale: tra le misure previste un redditometro a riscossione immediata, attraverso il quale si procederebbe alla determinazione sintetica del reddito delle persone fisiche e delle società di capitale minori (3 miliardi). Tasserebbe con un'addizionale del 7,5 per cento i capitali regolarizzati tramite lo scudo fiscale (arrivando così al 12,5 per cento previsto dalla legge per l'imposta sostitutiva applicata alle rendite finanziarie, e ottenendo 7,5 miliardi di euro).
Nuove entrate e tagli di spesa. L'Idv metterebbe poi all'asta le frequenze liberate dal passaggio al digitale terrestre, "come hanno fatto altri Paesi: Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia", guadagnando così tre miliardi. Eliminerebbe il vitalizio per i parlamentari e i consiglieri regionali, ottenendo un miliardo l'anno. Ridurrebbe i consumi intermedi della Pubblica Amministrazione, anche attraverso un rafforzamento del ruolo della Consip (l'ente pubblico che bandisce le aste per gli enti pubblici, ottenendo quasi sempre ingenti risparmi sulle forniture, ndr), incassando così 5 miliardi l'anno. E poi abolirebbe i finanziamenti a opere ritenute inutili, a cominciare dal ponte sullo Stretto di Messina.
Misure per lo sviluppo: famiglie e imprese. La controfinanziaria dell'Idv ripartisce poi equamente tra famiglie e imprese misure per la riduzione fiscale e di promozione alla crescita per l'equivalente di 32 miliardi. Per le famiglie (16 miliardi) previsti aumenti delle detrazioni, alleggerimento del carico Irpef sui redditi bassi e medi da lavoro e pensione, estensione degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori atipici. Mentre i 16 miliardi destinati alle piccole e medie imprese verrebbero utilizzati per la riduzione del costo del lavoro e per permettere il pagamento dell'Iva al momento dell'incasso e non in anticipo, come avviene oggi.