FR10 - Report di RST'72
Moderatore: RST'72
- RST'72
- Karotino
- Messaggi: 13339
- Iscritto il: 15/7/2003, 13:26
- Moto posseduta: RST 1000 Futura-Futurina 115
- Località: Osio Sopra (BG)
FR10 - Report di RST'72
Il Futuraduno 2010 prevedeva due percorsi molto diversi.
Il cosiddetto Chirogiro del venerdì consisteva in strade molto più veloci e aperte, con panorami mozzafiato e quote medie decisamente elevate.
Molto spesso da quelle parti fa un gran freddo e andando in alta montagna i temporali sono sempre dietro l’angolo, ma al momento di caricare la moto con zaino contenente maglione in pile, kit antiforatura, tuta e guanti antipioggia, e altre cose per la piccola manutenzione, decido di affidarmi alla mia buona stella e nonostante l’appellativo di 2° rainman del forum (lo scettro a bobo è difficile da levare…) lascio lo zaino con tutta la roba in garage e rischio partendo solo con una maglietta di cotone e la consueta tuta.
Io, Morasam (Futura immacolata da polvere come sempre) e Roberto (con la sua nuova TDM appena fuori dal rodaggio) raggiungiamo Lupino e i Gigghi a Mozzo (notare che il paese che si è scelto l’admin per alloggiare fu la causa della rottamazione della sua Futura).
Lupino è quasi in orario e la probabilità di prendere acqua aumenta, nonostante Chiro via sms mi rassicura che anche in Valtellina è una splendida giornata di sole.
Direzione Lecco, strada brutta e trafficatissima di auto e camion, nessuna alternativa possibile, tranne un breve tratto in cui è possibile deviare dalla statale e fare le prime due o tre pieghette della giornata.
A Lecco imbocchiamo le gallerie che portano a Colico e una macchina ribaltata con autoambulanza ci ricorda purtroppo che la strada non è solo divertimento e occorre sempre fare attenzione.
Arriviamo all’appuntamento con Chirone in (quasi) perfetto orario, tempo due minuti e arriva anche lui e ovviamente si becca gli insulti di rito come capitato a tutti quelli che hanno abbandonato la Futura per un’altra moto.
Nonostante questo quella moto particolare mi attrae e la voglia di provarla aumenta col passare dei km dietro a Chirone.
Altro piccolo trasferimento fino a Chiavenna e qui si comincia a GODERE!!!
Primo passo da raggiungere è il Maloja, la mia strada (sarebbe meglio dire pista) preferita in assoluto!!!!
Il primo tratto è da brivido, asfalto quasi perfetto, tornantoni larghi raccordati da rettilinei dove aprire la manetta al massimo, soltanto il pensiero di dover usare la carta di credito per rimpinguare le forze dell’ordine elvetiche ci fa trattenere un pochetto.
L’ultimo tratto della salita del Maloja è invece stretto e tortuoso, ma sempre abbastanza divertente.
In cima al Maloja la strada diventa semipianeggiante fino a Saint Moritz, ogni tanto mi fermo a fare qualche scatto ai bellissimi paesaggi e poi mi tocca recuperare il terreno perso, il vantaggio della passeggera che scatta le foto questa volta ce l’ha il Gig
A Saint Moritz decidiamo di fare una brevissima sosta per vedere il rinomato paese da cui tante volte ci sono passato senza mai fermarmi. Mi delude un po’, infatti a parte un bel campanile e qualche albergo di lusso non ho trovato altri spunti di interesse, spunti che invece dà il paesaggio tutto attorno con le cime ancora abbondantemente innevate.
Ora destinazioni successive sono Zernez e Susch, a capo del “plotone” si portano Lupin e Morasam e il ritmo sale, la strada è quasi sempre con curve veloci e a vista quindi meglio non guardare il tachimetro altrimenti …..
Aspettiamo gli altri proprio a Susch alla base della salita verso il Flüelapass e qua Chirone mi da una bella notizia, mi fa provare la sua belva!
Scambiate le moto noto subito che la posizione di guida e la protezione aerodinamica della “Kiappa” di Chiro non sono per niente male nonostante il piccolo cupolino e l’assenza di carenatura. Motore stupendo ai bassi regimi, fin da 1500-2000 giri puoi aprire senza dosare la frizione (tornanti quindi no-problem), salendo di giri è sempre gestibile ma grintoso fino a 6000-6500, da qua la storia cambia, l’ho “tirato” solo fino a 8500 giri (di più mi era impossibile sulle strade strette del Flüelapass), la grinta si trasforma in rabbia, purtroppo però salgono parecchio anche le vibrazioni. Quello che mi ha deluso è invece il cambio davvero pessimo, lento e rumoroso e in parte la maneggevolezza, la mia Futura mi sembrava una bici al confronto. Utilissimo invece il conta marce di serie, anche se parte delle informazioni del cruscotto sono “oscurate” da tubi e cavi… Come diceva giustamente Chirone è però una moto a cui prendere bene le misure prima di spremerla a fondo e quindi non mi sento di dare giudizi definitivi.
In cima al passo abbiamo un paesaggio fantastico, neve ovunque fino a bordo strada, ma con asfalto asciutto, incredibile! Una sosta per seppellire Gig con la neve e si riparte.
La fame ci gioca un brutto scherzo, infatti ci fermiamo al primo ristorante di Davos dove per una zuppa di verdure e un caffè mi tocca aprire un mutuo alla prima banca disponibile (22,00 EURO!!!) non riuscendo nemmeno a far capire alla cameriera che volevamo provare le torte nel vassoio accanto al tavolo…
La strada continua divertente e tortuosa fino alla salita verso lo Julierpass, altra strada fantastica, veloce, con curve a vista e un panorama mozzafiato, peccato che l’asfalto sia nuovo solo nella prima parte, dove fra l’altro stanno verniciando le righe, quindi occorre stare nella propria corsia, cosa che Morasam ovviamente non fa e piegando fra i birilli sorpassa il classico furgone rompi-ritmo constringendomi a recuperare il terreno perso per non dargli la soddisfazione di staccarmi in cima al passo
Ora ci aspetta di nuovo il Maloja che in discesa è perfino più bello che in salita! Dopo i primi tornantini stretti ci sono i bellissimi curvoni alternati a rettilinei e qua sbriglio i cavallucci della Futura e do l’ultima “piallata” alle fantastiche Dunlop Qualifier RR, l’anteriore ha già il tassello di usura visibile, ma la tenuta a gomma calda è ancora stratosferica.
Sosta al distributore per il pieno con un po’ di rammarico per quello che ci aspetta, cioè entrare nel forno per un oretta e mezza….
Un’ultima sosta per salutare Chirone quando vedo Morasam che esce da un bar con acqua, gatorade (insomma liquidi), come dei naufraghi ci gettiamo tutti sulle bottiglie, tranne la Gigga che riesce incredibilmente a resistere fino a casa.
Ultima parte di noioso trasferimento, interrotto solo dalle telefonate (via interfono) di Bobo che mi avvisa che sono già in albergo mentre noi siamo ancora a Lecco e di Piega che mi dà la buona notizia che sarà dei nostri al giro del sabato.
Appena il tempo di una doccia e io, Lupin, Capitanfuturo, Bobo/Sisco e i Gigghi siamo già con le gambe sotto il tavolo per una pizza facendoci delle gran risate fra una perla di Pino e l’altra….
Il giorno dopo ci aspetta il tour delle Orobie, giro totalmente diverso da quello appena fatto e con un gruppo più numeroso, quindi più difficile da gestire sulle mille deviazioni che incontreremo sul percorso.
FINE PRIMA PARTE
Il cosiddetto Chirogiro del venerdì consisteva in strade molto più veloci e aperte, con panorami mozzafiato e quote medie decisamente elevate.
Molto spesso da quelle parti fa un gran freddo e andando in alta montagna i temporali sono sempre dietro l’angolo, ma al momento di caricare la moto con zaino contenente maglione in pile, kit antiforatura, tuta e guanti antipioggia, e altre cose per la piccola manutenzione, decido di affidarmi alla mia buona stella e nonostante l’appellativo di 2° rainman del forum (lo scettro a bobo è difficile da levare…) lascio lo zaino con tutta la roba in garage e rischio partendo solo con una maglietta di cotone e la consueta tuta.
Io, Morasam (Futura immacolata da polvere come sempre) e Roberto (con la sua nuova TDM appena fuori dal rodaggio) raggiungiamo Lupino e i Gigghi a Mozzo (notare che il paese che si è scelto l’admin per alloggiare fu la causa della rottamazione della sua Futura).
Lupino è quasi in orario e la probabilità di prendere acqua aumenta, nonostante Chiro via sms mi rassicura che anche in Valtellina è una splendida giornata di sole.
Direzione Lecco, strada brutta e trafficatissima di auto e camion, nessuna alternativa possibile, tranne un breve tratto in cui è possibile deviare dalla statale e fare le prime due o tre pieghette della giornata.
A Lecco imbocchiamo le gallerie che portano a Colico e una macchina ribaltata con autoambulanza ci ricorda purtroppo che la strada non è solo divertimento e occorre sempre fare attenzione.
Arriviamo all’appuntamento con Chirone in (quasi) perfetto orario, tempo due minuti e arriva anche lui e ovviamente si becca gli insulti di rito come capitato a tutti quelli che hanno abbandonato la Futura per un’altra moto.
Nonostante questo quella moto particolare mi attrae e la voglia di provarla aumenta col passare dei km dietro a Chirone.
Altro piccolo trasferimento fino a Chiavenna e qui si comincia a GODERE!!!
Primo passo da raggiungere è il Maloja, la mia strada (sarebbe meglio dire pista) preferita in assoluto!!!!
Il primo tratto è da brivido, asfalto quasi perfetto, tornantoni larghi raccordati da rettilinei dove aprire la manetta al massimo, soltanto il pensiero di dover usare la carta di credito per rimpinguare le forze dell’ordine elvetiche ci fa trattenere un pochetto.
L’ultimo tratto della salita del Maloja è invece stretto e tortuoso, ma sempre abbastanza divertente.
In cima al Maloja la strada diventa semipianeggiante fino a Saint Moritz, ogni tanto mi fermo a fare qualche scatto ai bellissimi paesaggi e poi mi tocca recuperare il terreno perso, il vantaggio della passeggera che scatta le foto questa volta ce l’ha il Gig
A Saint Moritz decidiamo di fare una brevissima sosta per vedere il rinomato paese da cui tante volte ci sono passato senza mai fermarmi. Mi delude un po’, infatti a parte un bel campanile e qualche albergo di lusso non ho trovato altri spunti di interesse, spunti che invece dà il paesaggio tutto attorno con le cime ancora abbondantemente innevate.
Ora destinazioni successive sono Zernez e Susch, a capo del “plotone” si portano Lupin e Morasam e il ritmo sale, la strada è quasi sempre con curve veloci e a vista quindi meglio non guardare il tachimetro altrimenti …..
Aspettiamo gli altri proprio a Susch alla base della salita verso il Flüelapass e qua Chirone mi da una bella notizia, mi fa provare la sua belva!
Scambiate le moto noto subito che la posizione di guida e la protezione aerodinamica della “Kiappa” di Chiro non sono per niente male nonostante il piccolo cupolino e l’assenza di carenatura. Motore stupendo ai bassi regimi, fin da 1500-2000 giri puoi aprire senza dosare la frizione (tornanti quindi no-problem), salendo di giri è sempre gestibile ma grintoso fino a 6000-6500, da qua la storia cambia, l’ho “tirato” solo fino a 8500 giri (di più mi era impossibile sulle strade strette del Flüelapass), la grinta si trasforma in rabbia, purtroppo però salgono parecchio anche le vibrazioni. Quello che mi ha deluso è invece il cambio davvero pessimo, lento e rumoroso e in parte la maneggevolezza, la mia Futura mi sembrava una bici al confronto. Utilissimo invece il conta marce di serie, anche se parte delle informazioni del cruscotto sono “oscurate” da tubi e cavi… Come diceva giustamente Chirone è però una moto a cui prendere bene le misure prima di spremerla a fondo e quindi non mi sento di dare giudizi definitivi.
In cima al passo abbiamo un paesaggio fantastico, neve ovunque fino a bordo strada, ma con asfalto asciutto, incredibile! Una sosta per seppellire Gig con la neve e si riparte.
La fame ci gioca un brutto scherzo, infatti ci fermiamo al primo ristorante di Davos dove per una zuppa di verdure e un caffè mi tocca aprire un mutuo alla prima banca disponibile (22,00 EURO!!!) non riuscendo nemmeno a far capire alla cameriera che volevamo provare le torte nel vassoio accanto al tavolo…
La strada continua divertente e tortuosa fino alla salita verso lo Julierpass, altra strada fantastica, veloce, con curve a vista e un panorama mozzafiato, peccato che l’asfalto sia nuovo solo nella prima parte, dove fra l’altro stanno verniciando le righe, quindi occorre stare nella propria corsia, cosa che Morasam ovviamente non fa e piegando fra i birilli sorpassa il classico furgone rompi-ritmo constringendomi a recuperare il terreno perso per non dargli la soddisfazione di staccarmi in cima al passo
Ora ci aspetta di nuovo il Maloja che in discesa è perfino più bello che in salita! Dopo i primi tornantini stretti ci sono i bellissimi curvoni alternati a rettilinei e qua sbriglio i cavallucci della Futura e do l’ultima “piallata” alle fantastiche Dunlop Qualifier RR, l’anteriore ha già il tassello di usura visibile, ma la tenuta a gomma calda è ancora stratosferica.
Sosta al distributore per il pieno con un po’ di rammarico per quello che ci aspetta, cioè entrare nel forno per un oretta e mezza….
Un’ultima sosta per salutare Chirone quando vedo Morasam che esce da un bar con acqua, gatorade (insomma liquidi), come dei naufraghi ci gettiamo tutti sulle bottiglie, tranne la Gigga che riesce incredibilmente a resistere fino a casa.
Ultima parte di noioso trasferimento, interrotto solo dalle telefonate (via interfono) di Bobo che mi avvisa che sono già in albergo mentre noi siamo ancora a Lecco e di Piega che mi dà la buona notizia che sarà dei nostri al giro del sabato.
Appena il tempo di una doccia e io, Lupin, Capitanfuturo, Bobo/Sisco e i Gigghi siamo già con le gambe sotto il tavolo per una pizza facendoci delle gran risate fra una perla di Pino e l’altra….
Il giorno dopo ci aspetta il tour delle Orobie, giro totalmente diverso da quello appena fatto e con un gruppo più numeroso, quindi più difficile da gestire sulle mille deviazioni che incontreremo sul percorso.
FINE PRIMA PARTE
Ultima modifica di RST'72 il 9/6/2010, 09:39, modificato 1 volta in totale.
RST'72 alias Cibbernau alias Biondo alias Capello
FUTURINA 115
FUTURINA 115
- chirone74
- Cricchetto
- Messaggi: 7796
- Iscritto il: 11/5/2006, 13:29
- Moto posseduta: HONDA ST 1300
- Località: il luogo più bello del mondo
mitico Mario!!! bella lì!!!
dico per il pubblico ludibrio che la tua futura è ciclisticamente un gioiello, davvero una bici e con una frenata micidiale...
e per il mio di ludibrio dico che la mia futura (che al confronto mi sarebbe sembrata una pan european) aveva più motore e più godurioso!!! ma abbaimo appurato che dipende dalla mappatura centralina ;-)
ribadisco poi che abbiamo trovato una di quelle giornate che raramente si trovano sulle alpi, davvero incredibile...
unica pecca il ristorante così così anche se per 20 euro (1 euro l'ho fregato a lupin, 1 euro a morasam) io mi sono pappato un piatto un po' più succulento che il gig ha fotografato e che quindi prima o poi vedremo!!!
la cosa più bella = prendere un terrone (leggasi GIG) a palle di neve
la cosa più brutta = sosta bibita nel parcheggio delle pompe funebri
dico per il pubblico ludibrio che la tua futura è ciclisticamente un gioiello, davvero una bici e con una frenata micidiale...
e per il mio di ludibrio dico che la mia futura (che al confronto mi sarebbe sembrata una pan european) aveva più motore e più godurioso!!! ma abbaimo appurato che dipende dalla mappatura centralina ;-)
ribadisco poi che abbiamo trovato una di quelle giornate che raramente si trovano sulle alpi, davvero incredibile...
unica pecca il ristorante così così anche se per 20 euro (1 euro l'ho fregato a lupin, 1 euro a morasam) io mi sono pappato un piatto un po' più succulento che il gig ha fotografato e che quindi prima o poi vedremo!!!
la cosa più bella = prendere un terrone (leggasi GIG) a palle di neve
la cosa più brutta = sosta bibita nel parcheggio delle pompe funebri
VESPA PK 50 XL (Tuono Rosso)- CAGIVA MITO 125 (Ilmito)- SUZUKI GSX 750 R (Il bau)- YAMAHA FZS FAZER 600 (Silvana) - APRILIA RST 1000 FUTURA (Futi)- BMW K 1200 R (biemmi) - YAMAHA FJR 1300 (Jerry) - MG V11 LE MANS - Transalp 600 - HONDA ST 1300 PAN EUROPEAN
- RST'72
- Karotino
- Messaggi: 13339
- Iscritto il: 15/7/2003, 13:26
- Moto posseduta: RST 1000 Futura-Futurina 115
- Località: Osio Sopra (BG)
dico per il pubblico ludibrio che la tua futura è ciclisticamente un gioiello, davvero una bici e con una frenata micidiale...
Grazie, almeno so che i soldi (tanti...) spesi in sospensioni, molle e freni non sono stati buttati....
ahahhaha, farlo a Giugno non ha prezzo, solo quello valeva il viaggio!!!!la cosa più bella = prendere un terrone (leggasi GIG) a palle di neve
la cosa più brutta = sosta bibita nel parcheggio delle pompe funebri
Pensa che tutte le volte che scendo da Chiavenna mi fermo in quel piazzale e non l'avevo mai notato...
RST'72 alias Cibbernau alias Biondo alias Capello
FUTURINA 115
FUTURINA 115
- chestersmoker
- le so tutte!!!
- Messaggi: 4985
- Iscritto il: 1/7/2009, 16:22
- Moto posseduta: Ape cross
- Contatta:
- piegachetipassa
- Multistradista nel cuore
- Messaggi: 9125
- Iscritto il: 18/9/2008, 16:24
- Moto posseduta: Aprilia Futura Pegaso Ie
- Località: Casalmaggiore (CR)
- RST'72
- Karotino
- Messaggi: 13339
- Iscritto il: 15/7/2003, 13:26
- Moto posseduta: RST 1000 Futura-Futurina 115
- Località: Osio Sopra (BG)
SECONDA PARTE
La partenza del 2° giorno era stata fissata per le 9:30 in modo da consentire a chi veniva da lontano o non si era fermato la notte a dormire di arrivare al punto di ritrovo senza fare una levataccia, tanto il giro era studiato per poter effettuare dei tagli in caso si fosse fatto troppo tardi.
Arrivo in albergo dove trovo già Piega e Rillo che chiacchierano sulla veranda, un saluto al nuovo (per me che non l’avevo ancora conosciuto) elemento del gruppo, uno sguardo alla sua immacolata splendida Futura nera (ma come farà a tenerla così, quasi quasi gli presto la mia una settimana….)
Mentre distribuisco le cartine del percorso e ne spiego brevemente le caratteristiche arrivano anche Pino – Capitano – Bobo e Sisco oltre a Morasam con la signora (altra gradita sorpresa dell’ultimo minuto)
Raggiungiamo insieme il ritrovo a Mozzo dove dovremmo salutare Lupino che, presentando regolare giustificazione in bollo, viene esentato dal giro e se ne torna dalla famigliola
Arrivano anche Chiro, con il simpaticissimo suocero e un giovane amico con una Z750 davvero interessante, forse solo “un pochino” rumorosa….
Essendo in tanti fra un saluto e una chiacchierata anziché partire col pieno alle 9:30 ci troviamo in partenza alle 10:00 e con quasi tutti con la benzina da fare …
Sosta al primo distributore e siamo finalmente pronti a “scalare” la prima montagna, infatti dopo pochissimi km cominciano le curve che non ci abbandoneranno per tutto il resto della giornata, in un “tour de force” della piega!
La salita alla Roncola è panoramicissima, ma essendo in ampio ritardo non abbiamo tempo per fermarci in cima a gustarci il paesaggio.
Per questa prima parte del giro guido io il gruppo lasciando a Morasam il meno gradevole compito di fare da “scopa”, essendo gli unici due “indigeni” dobbiamo suddividerci i compiti per non disperdere un gruppo abbastanza numeroso, almeno per i nostri abituali standard.
Ci facciamo tutta la Valle Imagna d’un fiato e attraversiamo poi l’abitato di Clanezzo dove passiamo su un ponticello con semaforo a senso alternato che nessuna cartina on-line o navigatore che sia ti consentirebbe di fare (visto Gig che la strada però c’era….) ora ci aspetta la salita che da Brembilla porta alla Valle Taleggio, strada stretta, ma divertentissima. Non è il caso di forzare troppo il ritmo visto che siamo in tanti e ognuno deve andare giustamente al proprio ritmo, ma appena mollo un po’ troppo c’è Pino che mi solletica targa e scarichi per farmi capire di non smettere di farlo divertire…..
Ci fermiamo all’imbocco della Val Taleggio, neanche un minuto e vedo la sagoma di una V-Strom, incredibile è il tranquillo Rillo che in sella alla jappa ha acquisito davvero una buona andatura (anche se a dirla tutta era passato da lì 15 giorni prima a provare il percorso ).
Affrontiamo di buon passo la Val Taleggio, asfaltata di recente dove incontriamo “con nostro immenso piacere” due grossi camion che portano le mucche alle malghe, ma che non dovrebbero passare da strade così strette e tortuose…. Verso la fine di questa valle ci sono le gole del torrente Enna, un canyon molto caratteristico, purtroppo essendo la bellezza di 11 moto non è facile trovare posteggio per tutti nella parte più a strapiombo e quindi ci fermiamo appena c’è lo spazio sufficiente, per le foto del canyon ci affidiamo alle foto scattate “in piega” della Gigga
Siamo sempre una mezzoretta in ritardo sulla tabella, ma abbiamo comunque il tempo di visitare il borgo medievale di Cornello del Tasso, raggiungibile in due minuti a piedi da un comodo posteggio. Causa gran caldo la prima cosa che apprezziamo è una fontanella dove beviamo come se avessimo attraversato il Sahara a piedi…
Una passeggiata fra i vicoletti del paesello dove spira anche una fresca brezza ed è già l’ora di rimettersi in marcia in direzione Oltre il Colle per il pranzo, anche se in molti, me compreso, ci saremmo sdraiati in un prato a fare una pennichella.
Un’altra strada stretta, ma divertente (la Valserina) ci conduce al ristorante dove il proprietario ci consente di posteggiare le moto proprio davanti all’uscita. Noi, invece di metterle ordinate, riusciamo a posteggiarle “alla ca@@o di cane” come sempre, una di traverso, una di punta, una di sbieco e quella di Pino messa peggio di tutte a bloccare l’uscita.
A tavola finalmente ci si scambia le prime opinioni sul giro, stendiamo il nostro poster omaggiato con le magliette, Pino dà i suoi ormai consueti consigli sul setting, l’ADMIN distribuisce le maglie del raduno mentre la prima preoccupazione di Bobo è chiedere subito: “Dove è seduto il vegetariano?” (io…). Un buon pranzo, ci ristora, ma cerchiamo anche di stare “leggeri” in quanto abbiamo ancora parecchie curve da fare, tant’è che nessuno alla fine chiederà i secondi (forse antipasti, tre primi, dolce e caffè sono sufficienti) Nell’uscire dal ristorante dimentico in sequenza, casco, marsupio e maglietta del raduno, per fortuna la testa ce l’ho attaccata al collo, ma forse è la bella compagnia che mi fa dimenticare le cose (o forse sono le castagne al Grand Marnier?)
Io e Morasam ci scambiamo le posizioni, ora guida lui il gruppo e io lo chiudo.
L’andatura tranquilla di Capitanfuturo, mi fa concentrare di più sul paesaggio e meno sulla strada e sulle curve, tranne quando devo l’avare l’affronto fatto da una R6 che mi supera impunemente, tempo tre curve e al primo rettilineo che lo consente mi “bevo” lo sborone di turno per poi tornare al trotto ed ho il tempo di scattare qualche foto.
Ci aspetta un altro passo, l’ultimo della giornata, quello della Presolana in alta Val Seriana (da non confondersi con la Valserina). Brevissima sosta in cima per ricompattare tutti e via nella ripida discesa verso la via Mala, altro canyon interessante con strada anche abbastanza veloce, peccato che per questioni di sicurezza ora parte del percorso lo si faccia in galleria.
Dalle montagne in pochi km si passa ai laghi, anzi al lago d’Iseo (non lago di Como Pino, quello è da tutt’altra parte…. ). A Solto Collina troviamo finalmente un posteggio abbastanza ampio da contenere tutte le moto, con il lago sullo sfondo, la giornata limpida e il poco traffico la riuscita della foto ricordo di gruppo è assicurata!
Sosta a Solto Collina, giusto 4 case una gelateria e un ristorante, ma un grazioso lungolago. Ci scambiamo gli ultimi saluti con il Chiro-group che torna verso la Valtellina via Aprica, mentre noi proseguiamo per Sarnico costeggiando il lago ad una buona andatura, forse pure più che buona visto che tutti hanno notato con davvero poco piacere il furgone della polizia municipale posteggiato a bordo strada
A Sarnico per un malinteso con Morasam che era tornato a far da scopa il gruppo si “spezza” e dobbiamo portare a lui, Capitanfuturo e Rillo i saluti di Piega che ci lascia per proseguire verso casa, pazienza, qua il giro era praticamente finito, visto che si era deciso causa ritardo di tagliare i Colli di San Fermo e la Valle Rossa (sono comunque sempre lì se ci si volesse tornare ).
La sera a cena al ristorante “il Carroccio” di chiara ispirazione leghista scelto appositamente in onore della salita dell’Admin ci raggiunge anche Roberto con la ragazza, che capitando vicino a Pino, non so se uscirà ancora con noi (e con lo stesso Roberto )
Una buona mangiata, altre dozzine di perle di Pino, risate a più non posso si va a pagare il conto, anzi, mandiamo bastardamente il Gig a pagare il conto. Stranamente la carta di credito del pugliese non viene accettata, anzi il rischio è che accettino lui direttamente (si scherza ovviamente). Foto ricordo del Gig su un poster raffigurante “Roma Ladrona” e ce ne usciamo.
Non avendo Pino esaurito le sue “filippiche” resistiamo fino a che pure un lampione della strada si spegne (forse le vibrazioni della voce di Pino tuona qualcuno….). Gli utimi saluti fuori dall’albergo ai Gigghi che ripartiranno la mattina seguente per la Puglia (ancora complimenti per il lungo viaggio intrapreso per stare in nostra compagnia) quando una stella cadente o meglio un bolide attraversa il cielo di Dalmine ultimo spettacolo di questo spettacolare fine settimana in splendida compagnia, forse un segno del destino …. http://www.astroperinaldo.it/blog/le-me ... noso-ciel/
La partenza del 2° giorno era stata fissata per le 9:30 in modo da consentire a chi veniva da lontano o non si era fermato la notte a dormire di arrivare al punto di ritrovo senza fare una levataccia, tanto il giro era studiato per poter effettuare dei tagli in caso si fosse fatto troppo tardi.
Arrivo in albergo dove trovo già Piega e Rillo che chiacchierano sulla veranda, un saluto al nuovo (per me che non l’avevo ancora conosciuto) elemento del gruppo, uno sguardo alla sua immacolata splendida Futura nera (ma come farà a tenerla così, quasi quasi gli presto la mia una settimana….)
Mentre distribuisco le cartine del percorso e ne spiego brevemente le caratteristiche arrivano anche Pino – Capitano – Bobo e Sisco oltre a Morasam con la signora (altra gradita sorpresa dell’ultimo minuto)
Raggiungiamo insieme il ritrovo a Mozzo dove dovremmo salutare Lupino che, presentando regolare giustificazione in bollo, viene esentato dal giro e se ne torna dalla famigliola
Arrivano anche Chiro, con il simpaticissimo suocero e un giovane amico con una Z750 davvero interessante, forse solo “un pochino” rumorosa….
Essendo in tanti fra un saluto e una chiacchierata anziché partire col pieno alle 9:30 ci troviamo in partenza alle 10:00 e con quasi tutti con la benzina da fare …
Sosta al primo distributore e siamo finalmente pronti a “scalare” la prima montagna, infatti dopo pochissimi km cominciano le curve che non ci abbandoneranno per tutto il resto della giornata, in un “tour de force” della piega!
La salita alla Roncola è panoramicissima, ma essendo in ampio ritardo non abbiamo tempo per fermarci in cima a gustarci il paesaggio.
Per questa prima parte del giro guido io il gruppo lasciando a Morasam il meno gradevole compito di fare da “scopa”, essendo gli unici due “indigeni” dobbiamo suddividerci i compiti per non disperdere un gruppo abbastanza numeroso, almeno per i nostri abituali standard.
Ci facciamo tutta la Valle Imagna d’un fiato e attraversiamo poi l’abitato di Clanezzo dove passiamo su un ponticello con semaforo a senso alternato che nessuna cartina on-line o navigatore che sia ti consentirebbe di fare (visto Gig che la strada però c’era….) ora ci aspetta la salita che da Brembilla porta alla Valle Taleggio, strada stretta, ma divertentissima. Non è il caso di forzare troppo il ritmo visto che siamo in tanti e ognuno deve andare giustamente al proprio ritmo, ma appena mollo un po’ troppo c’è Pino che mi solletica targa e scarichi per farmi capire di non smettere di farlo divertire…..
Ci fermiamo all’imbocco della Val Taleggio, neanche un minuto e vedo la sagoma di una V-Strom, incredibile è il tranquillo Rillo che in sella alla jappa ha acquisito davvero una buona andatura (anche se a dirla tutta era passato da lì 15 giorni prima a provare il percorso ).
Affrontiamo di buon passo la Val Taleggio, asfaltata di recente dove incontriamo “con nostro immenso piacere” due grossi camion che portano le mucche alle malghe, ma che non dovrebbero passare da strade così strette e tortuose…. Verso la fine di questa valle ci sono le gole del torrente Enna, un canyon molto caratteristico, purtroppo essendo la bellezza di 11 moto non è facile trovare posteggio per tutti nella parte più a strapiombo e quindi ci fermiamo appena c’è lo spazio sufficiente, per le foto del canyon ci affidiamo alle foto scattate “in piega” della Gigga
Siamo sempre una mezzoretta in ritardo sulla tabella, ma abbiamo comunque il tempo di visitare il borgo medievale di Cornello del Tasso, raggiungibile in due minuti a piedi da un comodo posteggio. Causa gran caldo la prima cosa che apprezziamo è una fontanella dove beviamo come se avessimo attraversato il Sahara a piedi…
Una passeggiata fra i vicoletti del paesello dove spira anche una fresca brezza ed è già l’ora di rimettersi in marcia in direzione Oltre il Colle per il pranzo, anche se in molti, me compreso, ci saremmo sdraiati in un prato a fare una pennichella.
Un’altra strada stretta, ma divertente (la Valserina) ci conduce al ristorante dove il proprietario ci consente di posteggiare le moto proprio davanti all’uscita. Noi, invece di metterle ordinate, riusciamo a posteggiarle “alla ca@@o di cane” come sempre, una di traverso, una di punta, una di sbieco e quella di Pino messa peggio di tutte a bloccare l’uscita.
A tavola finalmente ci si scambia le prime opinioni sul giro, stendiamo il nostro poster omaggiato con le magliette, Pino dà i suoi ormai consueti consigli sul setting, l’ADMIN distribuisce le maglie del raduno mentre la prima preoccupazione di Bobo è chiedere subito: “Dove è seduto il vegetariano?” (io…). Un buon pranzo, ci ristora, ma cerchiamo anche di stare “leggeri” in quanto abbiamo ancora parecchie curve da fare, tant’è che nessuno alla fine chiederà i secondi (forse antipasti, tre primi, dolce e caffè sono sufficienti) Nell’uscire dal ristorante dimentico in sequenza, casco, marsupio e maglietta del raduno, per fortuna la testa ce l’ho attaccata al collo, ma forse è la bella compagnia che mi fa dimenticare le cose (o forse sono le castagne al Grand Marnier?)
Io e Morasam ci scambiamo le posizioni, ora guida lui il gruppo e io lo chiudo.
L’andatura tranquilla di Capitanfuturo, mi fa concentrare di più sul paesaggio e meno sulla strada e sulle curve, tranne quando devo l’avare l’affronto fatto da una R6 che mi supera impunemente, tempo tre curve e al primo rettilineo che lo consente mi “bevo” lo sborone di turno per poi tornare al trotto ed ho il tempo di scattare qualche foto.
Ci aspetta un altro passo, l’ultimo della giornata, quello della Presolana in alta Val Seriana (da non confondersi con la Valserina). Brevissima sosta in cima per ricompattare tutti e via nella ripida discesa verso la via Mala, altro canyon interessante con strada anche abbastanza veloce, peccato che per questioni di sicurezza ora parte del percorso lo si faccia in galleria.
Dalle montagne in pochi km si passa ai laghi, anzi al lago d’Iseo (non lago di Como Pino, quello è da tutt’altra parte…. ). A Solto Collina troviamo finalmente un posteggio abbastanza ampio da contenere tutte le moto, con il lago sullo sfondo, la giornata limpida e il poco traffico la riuscita della foto ricordo di gruppo è assicurata!
Sosta a Solto Collina, giusto 4 case una gelateria e un ristorante, ma un grazioso lungolago. Ci scambiamo gli ultimi saluti con il Chiro-group che torna verso la Valtellina via Aprica, mentre noi proseguiamo per Sarnico costeggiando il lago ad una buona andatura, forse pure più che buona visto che tutti hanno notato con davvero poco piacere il furgone della polizia municipale posteggiato a bordo strada
A Sarnico per un malinteso con Morasam che era tornato a far da scopa il gruppo si “spezza” e dobbiamo portare a lui, Capitanfuturo e Rillo i saluti di Piega che ci lascia per proseguire verso casa, pazienza, qua il giro era praticamente finito, visto che si era deciso causa ritardo di tagliare i Colli di San Fermo e la Valle Rossa (sono comunque sempre lì se ci si volesse tornare ).
La sera a cena al ristorante “il Carroccio” di chiara ispirazione leghista scelto appositamente in onore della salita dell’Admin ci raggiunge anche Roberto con la ragazza, che capitando vicino a Pino, non so se uscirà ancora con noi (e con lo stesso Roberto )
Una buona mangiata, altre dozzine di perle di Pino, risate a più non posso si va a pagare il conto, anzi, mandiamo bastardamente il Gig a pagare il conto. Stranamente la carta di credito del pugliese non viene accettata, anzi il rischio è che accettino lui direttamente (si scherza ovviamente). Foto ricordo del Gig su un poster raffigurante “Roma Ladrona” e ce ne usciamo.
Non avendo Pino esaurito le sue “filippiche” resistiamo fino a che pure un lampione della strada si spegne (forse le vibrazioni della voce di Pino tuona qualcuno….). Gli utimi saluti fuori dall’albergo ai Gigghi che ripartiranno la mattina seguente per la Puglia (ancora complimenti per il lungo viaggio intrapreso per stare in nostra compagnia) quando una stella cadente o meglio un bolide attraversa il cielo di Dalmine ultimo spettacolo di questo spettacolare fine settimana in splendida compagnia, forse un segno del destino …. http://www.astroperinaldo.it/blog/le-me ... noso-ciel/
Ultima modifica di RST'72 il 9/6/2010, 09:54, modificato 1 volta in totale.
RST'72 alias Cibbernau alias Biondo alias Capello
FUTURINA 115
FUTURINA 115
- chestersmoker
- le so tutte!!!
- Messaggi: 4985
- Iscritto il: 1/7/2009, 16:22
- Moto posseduta: Ape cross
- Contatta:
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti