FR10 - Report di RST'72
Inviato: 8/6/2010, 08:42
Il Futuraduno 2010 prevedeva due percorsi molto diversi.
Il cosiddetto Chirogiro del venerdì consisteva in strade molto più veloci e aperte, con panorami mozzafiato e quote medie decisamente elevate.
Molto spesso da quelle parti fa un gran freddo e andando in alta montagna i temporali sono sempre dietro l’angolo, ma al momento di caricare la moto con zaino contenente maglione in pile, kit antiforatura, tuta e guanti antipioggia, e altre cose per la piccola manutenzione, decido di affidarmi alla mia buona stella e nonostante l’appellativo di 2° rainman del forum (lo scettro a bobo è difficile da levare…) lascio lo zaino con tutta la roba in garage e rischio partendo solo con una maglietta di cotone e la consueta tuta.
Io, Morasam (Futura immacolata da polvere come sempre) e Roberto (con la sua nuova TDM appena fuori dal rodaggio) raggiungiamo Lupino e i Gigghi a Mozzo (notare che il paese che si è scelto l’admin per alloggiare fu la causa della rottamazione della sua Futura).
Lupino è quasi in orario e la probabilità di prendere acqua aumenta, nonostante Chiro via sms mi rassicura che anche in Valtellina è una splendida giornata di sole.
Direzione Lecco, strada brutta e trafficatissima di auto e camion, nessuna alternativa possibile, tranne un breve tratto in cui è possibile deviare dalla statale e fare le prime due o tre pieghette della giornata.
A Lecco imbocchiamo le gallerie che portano a Colico e una macchina ribaltata con autoambulanza ci ricorda purtroppo che la strada non è solo divertimento e occorre sempre fare attenzione.
Arriviamo all’appuntamento con Chirone in (quasi) perfetto orario, tempo due minuti e arriva anche lui e ovviamente si becca gli insulti di rito come capitato a tutti quelli che hanno abbandonato la Futura per un’altra moto.
Nonostante questo quella moto particolare mi attrae e la voglia di provarla aumenta col passare dei km dietro a Chirone.
Altro piccolo trasferimento fino a Chiavenna e qui si comincia a GODERE!!!
Primo passo da raggiungere è il Maloja, la mia strada (sarebbe meglio dire pista) preferita in assoluto!!!!
Il primo tratto è da brivido, asfalto quasi perfetto, tornantoni larghi raccordati da rettilinei dove aprire la manetta al massimo, soltanto il pensiero di dover usare la carta di credito per rimpinguare le forze dell’ordine elvetiche ci fa trattenere un pochetto.
L’ultimo tratto della salita del Maloja è invece stretto e tortuoso, ma sempre abbastanza divertente.
In cima al Maloja la strada diventa semipianeggiante fino a Saint Moritz, ogni tanto mi fermo a fare qualche scatto ai bellissimi paesaggi e poi mi tocca recuperare il terreno perso, il vantaggio della passeggera che scatta le foto questa volta ce l’ha il Gig
A Saint Moritz decidiamo di fare una brevissima sosta per vedere il rinomato paese da cui tante volte ci sono passato senza mai fermarmi. Mi delude un po’, infatti a parte un bel campanile e qualche albergo di lusso non ho trovato altri spunti di interesse, spunti che invece dà il paesaggio tutto attorno con le cime ancora abbondantemente innevate.
Ora destinazioni successive sono Zernez e Susch, a capo del “plotone” si portano Lupin e Morasam e il ritmo sale, la strada è quasi sempre con curve veloci e a vista quindi meglio non guardare il tachimetro altrimenti …..
Aspettiamo gli altri proprio a Susch alla base della salita verso il Flüelapass e qua Chirone mi da una bella notizia, mi fa provare la sua belva!
Scambiate le moto noto subito che la posizione di guida e la protezione aerodinamica della “Kiappa” di Chiro non sono per niente male nonostante il piccolo cupolino e l’assenza di carenatura. Motore stupendo ai bassi regimi, fin da 1500-2000 giri puoi aprire senza dosare la frizione (tornanti quindi no-problem), salendo di giri è sempre gestibile ma grintoso fino a 6000-6500, da qua la storia cambia, l’ho “tirato” solo fino a 8500 giri (di più mi era impossibile sulle strade strette del Flüelapass), la grinta si trasforma in rabbia, purtroppo però salgono parecchio anche le vibrazioni. Quello che mi ha deluso è invece il cambio davvero pessimo, lento e rumoroso e in parte la maneggevolezza, la mia Futura mi sembrava una bici al confronto. Utilissimo invece il conta marce di serie, anche se parte delle informazioni del cruscotto sono “oscurate” da tubi e cavi… Come diceva giustamente Chirone è però una moto a cui prendere bene le misure prima di spremerla a fondo e quindi non mi sento di dare giudizi definitivi.
In cima al passo abbiamo un paesaggio fantastico, neve ovunque fino a bordo strada, ma con asfalto asciutto, incredibile! Una sosta per seppellire Gig con la neve e si riparte.
La fame ci gioca un brutto scherzo, infatti ci fermiamo al primo ristorante di Davos dove per una zuppa di verdure e un caffè mi tocca aprire un mutuo alla prima banca disponibile (22,00 EURO!!!) non riuscendo nemmeno a far capire alla cameriera che volevamo provare le torte nel vassoio accanto al tavolo…
La strada continua divertente e tortuosa fino alla salita verso lo Julierpass, altra strada fantastica, veloce, con curve a vista e un panorama mozzafiato, peccato che l’asfalto sia nuovo solo nella prima parte, dove fra l’altro stanno verniciando le righe, quindi occorre stare nella propria corsia, cosa che Morasam ovviamente non fa e piegando fra i birilli sorpassa il classico furgone rompi-ritmo constringendomi a recuperare il terreno perso per non dargli la soddisfazione di staccarmi in cima al passo
Ora ci aspetta di nuovo il Maloja che in discesa è perfino più bello che in salita! Dopo i primi tornantini stretti ci sono i bellissimi curvoni alternati a rettilinei e qua sbriglio i cavallucci della Futura e do l’ultima “piallata” alle fantastiche Dunlop Qualifier RR, l’anteriore ha già il tassello di usura visibile, ma la tenuta a gomma calda è ancora stratosferica.
Sosta al distributore per il pieno con un po’ di rammarico per quello che ci aspetta, cioè entrare nel forno per un oretta e mezza….
Un’ultima sosta per salutare Chirone quando vedo Morasam che esce da un bar con acqua, gatorade (insomma liquidi), come dei naufraghi ci gettiamo tutti sulle bottiglie, tranne la Gigga che riesce incredibilmente a resistere fino a casa.
Ultima parte di noioso trasferimento, interrotto solo dalle telefonate (via interfono) di Bobo che mi avvisa che sono già in albergo mentre noi siamo ancora a Lecco e di Piega che mi dà la buona notizia che sarà dei nostri al giro del sabato.
Appena il tempo di una doccia e io, Lupin, Capitanfuturo, Bobo/Sisco e i Gigghi siamo già con le gambe sotto il tavolo per una pizza facendoci delle gran risate fra una perla di Pino e l’altra….
Il giorno dopo ci aspetta il tour delle Orobie, giro totalmente diverso da quello appena fatto e con un gruppo più numeroso, quindi più difficile da gestire sulle mille deviazioni che incontreremo sul percorso.
FINE PRIMA PARTE
Il cosiddetto Chirogiro del venerdì consisteva in strade molto più veloci e aperte, con panorami mozzafiato e quote medie decisamente elevate.
Molto spesso da quelle parti fa un gran freddo e andando in alta montagna i temporali sono sempre dietro l’angolo, ma al momento di caricare la moto con zaino contenente maglione in pile, kit antiforatura, tuta e guanti antipioggia, e altre cose per la piccola manutenzione, decido di affidarmi alla mia buona stella e nonostante l’appellativo di 2° rainman del forum (lo scettro a bobo è difficile da levare…) lascio lo zaino con tutta la roba in garage e rischio partendo solo con una maglietta di cotone e la consueta tuta.
Io, Morasam (Futura immacolata da polvere come sempre) e Roberto (con la sua nuova TDM appena fuori dal rodaggio) raggiungiamo Lupino e i Gigghi a Mozzo (notare che il paese che si è scelto l’admin per alloggiare fu la causa della rottamazione della sua Futura).
Lupino è quasi in orario e la probabilità di prendere acqua aumenta, nonostante Chiro via sms mi rassicura che anche in Valtellina è una splendida giornata di sole.
Direzione Lecco, strada brutta e trafficatissima di auto e camion, nessuna alternativa possibile, tranne un breve tratto in cui è possibile deviare dalla statale e fare le prime due o tre pieghette della giornata.
A Lecco imbocchiamo le gallerie che portano a Colico e una macchina ribaltata con autoambulanza ci ricorda purtroppo che la strada non è solo divertimento e occorre sempre fare attenzione.
Arriviamo all’appuntamento con Chirone in (quasi) perfetto orario, tempo due minuti e arriva anche lui e ovviamente si becca gli insulti di rito come capitato a tutti quelli che hanno abbandonato la Futura per un’altra moto.
Nonostante questo quella moto particolare mi attrae e la voglia di provarla aumenta col passare dei km dietro a Chirone.
Altro piccolo trasferimento fino a Chiavenna e qui si comincia a GODERE!!!
Primo passo da raggiungere è il Maloja, la mia strada (sarebbe meglio dire pista) preferita in assoluto!!!!
Il primo tratto è da brivido, asfalto quasi perfetto, tornantoni larghi raccordati da rettilinei dove aprire la manetta al massimo, soltanto il pensiero di dover usare la carta di credito per rimpinguare le forze dell’ordine elvetiche ci fa trattenere un pochetto.
L’ultimo tratto della salita del Maloja è invece stretto e tortuoso, ma sempre abbastanza divertente.
In cima al Maloja la strada diventa semipianeggiante fino a Saint Moritz, ogni tanto mi fermo a fare qualche scatto ai bellissimi paesaggi e poi mi tocca recuperare il terreno perso, il vantaggio della passeggera che scatta le foto questa volta ce l’ha il Gig
A Saint Moritz decidiamo di fare una brevissima sosta per vedere il rinomato paese da cui tante volte ci sono passato senza mai fermarmi. Mi delude un po’, infatti a parte un bel campanile e qualche albergo di lusso non ho trovato altri spunti di interesse, spunti che invece dà il paesaggio tutto attorno con le cime ancora abbondantemente innevate.
Ora destinazioni successive sono Zernez e Susch, a capo del “plotone” si portano Lupin e Morasam e il ritmo sale, la strada è quasi sempre con curve veloci e a vista quindi meglio non guardare il tachimetro altrimenti …..
Aspettiamo gli altri proprio a Susch alla base della salita verso il Flüelapass e qua Chirone mi da una bella notizia, mi fa provare la sua belva!
Scambiate le moto noto subito che la posizione di guida e la protezione aerodinamica della “Kiappa” di Chiro non sono per niente male nonostante il piccolo cupolino e l’assenza di carenatura. Motore stupendo ai bassi regimi, fin da 1500-2000 giri puoi aprire senza dosare la frizione (tornanti quindi no-problem), salendo di giri è sempre gestibile ma grintoso fino a 6000-6500, da qua la storia cambia, l’ho “tirato” solo fino a 8500 giri (di più mi era impossibile sulle strade strette del Flüelapass), la grinta si trasforma in rabbia, purtroppo però salgono parecchio anche le vibrazioni. Quello che mi ha deluso è invece il cambio davvero pessimo, lento e rumoroso e in parte la maneggevolezza, la mia Futura mi sembrava una bici al confronto. Utilissimo invece il conta marce di serie, anche se parte delle informazioni del cruscotto sono “oscurate” da tubi e cavi… Come diceva giustamente Chirone è però una moto a cui prendere bene le misure prima di spremerla a fondo e quindi non mi sento di dare giudizi definitivi.
In cima al passo abbiamo un paesaggio fantastico, neve ovunque fino a bordo strada, ma con asfalto asciutto, incredibile! Una sosta per seppellire Gig con la neve e si riparte.
La fame ci gioca un brutto scherzo, infatti ci fermiamo al primo ristorante di Davos dove per una zuppa di verdure e un caffè mi tocca aprire un mutuo alla prima banca disponibile (22,00 EURO!!!) non riuscendo nemmeno a far capire alla cameriera che volevamo provare le torte nel vassoio accanto al tavolo…
La strada continua divertente e tortuosa fino alla salita verso lo Julierpass, altra strada fantastica, veloce, con curve a vista e un panorama mozzafiato, peccato che l’asfalto sia nuovo solo nella prima parte, dove fra l’altro stanno verniciando le righe, quindi occorre stare nella propria corsia, cosa che Morasam ovviamente non fa e piegando fra i birilli sorpassa il classico furgone rompi-ritmo constringendomi a recuperare il terreno perso per non dargli la soddisfazione di staccarmi in cima al passo
Ora ci aspetta di nuovo il Maloja che in discesa è perfino più bello che in salita! Dopo i primi tornantini stretti ci sono i bellissimi curvoni alternati a rettilinei e qua sbriglio i cavallucci della Futura e do l’ultima “piallata” alle fantastiche Dunlop Qualifier RR, l’anteriore ha già il tassello di usura visibile, ma la tenuta a gomma calda è ancora stratosferica.
Sosta al distributore per il pieno con un po’ di rammarico per quello che ci aspetta, cioè entrare nel forno per un oretta e mezza….
Un’ultima sosta per salutare Chirone quando vedo Morasam che esce da un bar con acqua, gatorade (insomma liquidi), come dei naufraghi ci gettiamo tutti sulle bottiglie, tranne la Gigga che riesce incredibilmente a resistere fino a casa.
Ultima parte di noioso trasferimento, interrotto solo dalle telefonate (via interfono) di Bobo che mi avvisa che sono già in albergo mentre noi siamo ancora a Lecco e di Piega che mi dà la buona notizia che sarà dei nostri al giro del sabato.
Appena il tempo di una doccia e io, Lupin, Capitanfuturo, Bobo/Sisco e i Gigghi siamo già con le gambe sotto il tavolo per una pizza facendoci delle gran risate fra una perla di Pino e l’altra….
Il giorno dopo ci aspetta il tour delle Orobie, giro totalmente diverso da quello appena fatto e con un gruppo più numeroso, quindi più difficile da gestire sulle mille deviazioni che incontreremo sul percorso.
FINE PRIMA PARTE