Fu quello che oggi sarebbe stato dimenticato, a chiamarsi flop. Con il tempo è stato rivalutato. E si, perché forse ci si accorge di ciò che è bello solo quando forse non si può più riviverlo. Sto parlando dell'album omonimo del "Biglietto per l'inferno", un gruppo tutto italiano formatosi nel 1972 nella zona del lecchese. Un disco suonato egregiamente, con arrangiamenti da paura, degni del migliore Keith Emerson, con venature KingCrimsoniane, soprattutto per la chitarra, dove si sente un Mainetti che assomiglia moltissimo a Fripp. Ma perché paragonarci agli inglesi? In fondo, noi siamo meglio. Abbiamo una produzione musicale da paura. Loro sono in meglio nel capire quando una cosa è valida o meno, noi per capirlo dobbiamo aspettare almeno 30 anni. Un po' come per la Futura, non è stata capita (o forse costava troppo? ) in patria. Ma ritornando alla band...
I testi presenti nel loro unico album pubblicato nel periodo (uscirà un loro disco nel 1992 ma originariamente registrato nel 1975 -"Il tempo della semina"-, ma soltanto per una sorta di rivisitazione del mondo progressive che l'elite filosofico-culturale italiana auspicava -ovviamente sto paraculando i più noti critici musicali, come Piero Scaruffi secondo il quale gli ZZTop sono blues psichedelico, che fanno recensioni di 1000 dischi l'anno senza poi capire una mazza di ogni singolo brano-), fanno riferimento ad una presunta violazione di una morale secondo la quale la ragione dovrebbe aver più senso della fede, come se questa morale fosse basata sull'ipocrisia. Diciamo che hanno voluto approfondire un discorso che oggi va tanto di moda, vedendoci lontano già da una distanza di ormai 40 anni. Se si legge il testo di "Confessione" si capisce subito quali sono le idee della band in merito a certe situazioni. In realtà, il gruppo non subisce il fascino del "soldo facile", tanto da sciogliersi proprio dopo le registrazioni dell'album che sarebbe uscito soltanto 30 anni dopo, anche se l'album fu prodotto da Eugenio Finardi, che comunque è sempre un nome noto nel panorama musicale tricolore. Detto questo, vi lascio all'ascolto di uno dei loro brani più noti, con venature hard-rock e sfumature introspettive, date dal sapiente uso di organo e percussioni.
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Ma vi accennavo ad una storiella curiosa. Ed eccola qui: il cantante e flautista del gruppo, tale Claudio Canali, nel 1990 decide di darsi alla vita monastica, tra le più severe e rigide... secondo la regola di San Benedetto, ovvero come monaco eremita, sull'eremo della Beata Vergine del Soccorso di Minucciano, nei pressi di Lucca. Ora, lì intona canti sacri e inni gregoriani. Non è curioso? Dal Biglietto per l'Inferno alla Porta del Paradiso?
Biglietto per l'inferno
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Anche questi non erano male, sicuramente non troppo originali (in definitiva erano una copia italiana degli EL&P).
http://www.youtube.com/watch?v=pn0teoXR ... re=related
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