Il Generale ha vinto.

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Schwarz
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Il Generale ha vinto.

Messaggio da Schwarz » 23/2/2004, 20:11

Venerdì sera ebbi la buona idea di fare un bel giro avventuroso l'indomani, zona Biella. Il caro Franz 64 mi telefonò pure, per farmi sapere di un paio di posticini dove deglutire sostanziose pietanze.
Il sabato mattina mi alzo fresco come una rosa alle nove passate, e vedo una foto color seppia dove prima c'era la mia finestra. La luce è stranamente gialla, e maledico i litri di superalcolici ingurgitati in questa mia breve vita che hanno portato ad un precoce ingiallimento della sclera.
Poi il mio potentissimo encefalo desume che la neve abbia "atterrato" una qualche sabbia desertica. Guardo i candidi fiocchi precipitarsi senza fretta dal cielo, e un mantello bianco nasconde alla mia vista il solito panorama.
Le strade sono coperte di un manto sporco e grigiastro che continua a spostarsi ogni volta che passa un'automobile, continuamente aumentato dalla precipitazione in corso. Penso che non sia da persone sane di mente salire su una motocicletta che con il serbatoio pieno supera i 250 chilogrammi, e quindi decido di andare a vedere la situazione da vicino, magari recandomi al bar per un paio di cannoli con la crema e quel mostruoso beverone che i coatti proprietari del bar sottostante al mio appartamento osano chiamare "cappuccino".
Quando dico a mia madre che andrò a fare un giro in moto ella mi guarda con sguardo stupito (nonostante tutto riesco ancora a dimostrare un elevato livello di incoscienza).
Con fare da venditore consumato gli garantisco che in caso di oggettiva difficoltà ritornerò a casa quanto prima, ma lei agita pericolosamente il ferro da stiro e mi rifugio rapidamente al bar.
Dopo aver tracannato l'orrendo surrogato ritorno da mia madre che sembra più tranquilla, forse perchè pensa che tanto è inutile dannarsi per farmi cambiare idea.
Salgo di sopra in casa e mi bardo, dopodichè metto nel bauletto il necessario per una spedizione artica: gilet di lana, gilet riscaldato, sottoguanti riscaldati, guanti invernali di ricambio, sottoguanti in seta, cassettina pronto soccorso, straccio, gilet rifrangente, bombola riparafori.
Pulisco l'Arai, estraggo la moto dal box e mi avvicino alla serratura che comanda il cancello elettrico. Per fare 5 metri la moto scoda e si inarca, mentre lavoro di gambe e di braccia come un forzato.
Entro in strada, in questo immenso pantano di neve e ghiaccio, e svolto nella prima vietta laterale. Se voglio fare qualche km devo valutare subito le situazioni peggiori. In seconda e sfrizionando, con tutta la sensibilità possibile, si riesce ad andare dritti. Arrivo a uno stop, metto in folle e sfioro il posteriore, che si blocca. Sfioro l'anteriore, che si blocca, e lascio che la moto si fermi. E' possibile guidare, con molta attenzione, ma in un circuito chiuso. Gestire una frenate perchè il solito sardomobilista esce inchiodando dallo stop o perchè il ragazzino che non ha mai visto una forte nevicata non sa come si guida sulla neve, diventerebbe impossibile.
Da qui ad andare a Biella la vedo dura. Rassegnato ma contento per averci provato torno a casa.
Adesso penso al fatto che, con il raffreddore che mi impedisce di respirare con il naso, con le strade impraticabili, e avendo avuto la febbre fino a due giorni prima, andare a Biella in moto sarebbe stato da pazzerelloni.
Vado a fare però un giro in macchina alla Decathlon con amici, approfittando per fare qualche sano testacoda negli appositi parcheggi all'uopo realizzati.
Ritorno a casa che ormai piove e le strade sono pulite, e allora non ci sono più scuse. Divoro un po di braciola con i funghi e un buon paio di bicchieri di rosso, mi vesto e acchiappo la moto.
Sono le 14.00 passate, poco tempo a disposizione e mi dirigo verso nord, dove posso trovare neve invece di pioggia insieme alle strade pulite.
Guidare quando nevica è bellissimo, quando riesci a non cadere dalla moto. La superstrada per lecco finisce subito, e ad Abbadia Lariana, appena comincia il lungolago, nevica. Si capisce dalla strada, perchè l'asfalto non è più lucido ma coperto da una leggera patina.
A Mandello faccio la rotonda piano piano, ma in seconda la moto scoda.
Provo di nuovo sul dritto a dare un pelo di gas e ancora la moto scoda.
Sfioro l'anteriore e la gomma slitta. E intanto i sardomobilisti corrono, tanto loro di ruote ne hanno quattro. La neve si incastra a perfezione negli intagli delle gomme, e ai poveri Tourance non sembra vero di alleviare il loro contatto con l'asfalto.
Io però me ne torno indietro.
Da 0 gradi la temperatura passa a più 1 a Lecco, dove parcheggio Adler nel parcheggio delle motociclette sul lungolago. Chiaramente i soliti sardomobilisti hanno occupato lo spazio a noi dedicato e io parcheggio la moto in maniera tale da dargli più fastidio possibile. Ma la mia è l'unica povera motocicletta in giro. Guardo il paesaggio e mi viene in mente la scena delle domeniche estive quando ci sono centinaia di moto parcheggiate, soggetti multicolori che millantano suggestivi sorpassi ai limiti della pazzia, che suffragano con deliquenziali impennate accompagnate dagli ooooh dei ragazzini con il monster nuovo che finalmente possono fregiarsi del titolo di motociclisti.
Quanto mi sento lontano da questo, mentre la Breva soffia forte da nord, tagliandomi il viso rompendosi in mille invisibile vortici mentre attraversa la mia barba, scompigliandola.
Mentre l'acqua mista a neve mi buca la pelle e mi scivola dietro la nuca, mi bagna le mani e si infrange sulla moto che mi guarda soddisfatta del fatto che la porto in giro. Il lago è in tumulto, si increspa e cerca di fare l'incazzoso. Gli riesce bene. Ora che fa freddo il naso si è finalmente stappato, e respiro l'acre profumo dell'inverno, che si manifesta gloriosamente in queste difficile giornate per un motociclista.
Respiro avidamente tutto quello che scende dalle montagne, un sorriso mi tira il viso e, finalmente, dopo tanto tanto tempo, comincio a desiderare l'estate.
Guardo negli occhi il severo Generale che tante divisioni ha sbaragliato, i tacchi degli stivali si toccano, e mi infilo in un bar per un cappuccino.
Finalmente degno di tale nome.
Lampz by Schwarz.


Alessandro Riccardi detto Schwarz
ETV 1000 Capo Nord "Schwarzer Adler"
http://schwarz.splinder.it/
Alessandro Riccardi detto Schwarz
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Messaggio da Greywolf » 23/2/2004, 22:34

Guagliò, in palestra chiedono di te... :wink:
In data 29/06/2012, Lupin ha scritto: "Mi tira il culo dirlo ma devo dare ragione al Grey! "

:coz: :lupino: :-banana :coz: :lupino: :-banana :coz: :lupino: :-banana

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Messaggio da ragazzino » 24/2/2004, 09:02

te dobbiamo chiamare l'abominevole
uomo delle nevi :mrgreen: :mrgreen:
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IL PADRINO PARTE II°

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Messaggio da Greywolf » 24/2/2004, 09:09

Se non fa piú sculettament, tr aun po' diventa aDDominevole :mrgreen:

Schwarzino, alla fine non sei per niente riuscito a farti un giretto...
:-?
In data 29/06/2012, Lupin ha scritto: "Mi tira il culo dirlo ma devo dare ragione al Grey! "

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