De Lupis canibusque
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- Greywolf
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De Lupis canibusque
Come anticipato, ecco il mio sermone.
Innanzitutto, cani "pericolosi" non ne esistono.
Faccio molta fatica a credere al fatto che ci siano cani che si ribellino al padrone, a meno di forme di patologie acute, ma questa è un'altra storia.
Cominciamo con il fatto che il cane è un animale sociale, discendente diretto/evoluzione parallela del Lupo ( ).
In quanto tale, vive in una società chiamata "Branco".
Questo branco, allo stato selvaggio dei Lupi e dei Cani randagi, è composto unicamente da membri della stessa specie.
La struttura sociale/gerarchica è al tempo stesso ben definita e molto fluida.
Ben definita perchè i ruoli all'interno del branco sono assai chiari e delineati; fluida perchè ogni membro, previa dimostrazione di effettiva abilità, può ambire alla salita nella scala gerarchica.
Gli zoologi definiscono il ruolo e l'importanza di un membro con lettere greche (alfa, beta, gamma, etc.), precedute dal sesso del membro in questione.
Il capo del branco è sempre un maschio, detto maschio ALFA.
Segue poi il maschio BETA, poi il GAMMA, e così via.
La femmina ALFA è la compagna del maschio alfa, e solo la coppia alfa, in quanto depositaria del corredo genetico in quel momento vincente, può procreare.
Una così forte gerarchia ha un motivo preciso.
Il maschio alfa è colui che guida il branco alla caccia, che ne coordina e gestisce tutte le fasi.
Ogni membro ha un ruolo preciso nella caccia, così come c'è un preciso ordine nel cibarsi.
Il maschio alfa, in quanto il più forte, ha diritto a cibarsi per primo.
Poi vengono gli altri, anch'essi in rigoroso ordine: i bocconi migliori spettano al migliore!
Questo però non significa che il maschio - o la femmina- alfa restino tali per tutta la vita.
La sopravvivenza del gruppo, del branco, è più importante della sopravvivenza del singolo membro, perchè, se il branco è vivo e forte, lo sono anche i singoli membri. Non vale il viceversa.
E allorchè il maschio alfa dà segno di cedimento (solitamente fisico, visto l'ambiente in cui vivono), il maschio beta lo sfida e, nel caso di sconfitta dell'attuale alfa, il beta diverrebbe il nuovo capobranco spodestando il vecchio.
Questo rituale fatto di scontri diretti è applicato per tutti i livelli e generi del branco: un gamma potrebbe diventare beta, e poi alfa, nel caso battesse in duello i suoi "superiori".
Questi duellli sono scontri fisici, solitamente senza spargimenti di sangue, nei quali il più forte -e abile- riesce a sconfiggere l'avversario, costringendolo o sdraiarsi sulla schiena, in posizione di assoluta vulnerabilità.
Il perdente accetta la sconfitta mostrando le parti vitali, quali collo e ventre, al vincitore.
Tanto basta: nessun lupo infierisce sullo sconfitto.
Nessuno si fa male -se escludiamo qualche graffio- perchè chi perde accetta la sconfitta, e chi vince non abusa della vittoria.
E ora passiamo alla postura tipica del "dominante": capo eretto, coda e orecchie dritte.
Così si presenta il maschio, o la femmina, dominante.
Perchè vi ho fatto tutto questo pistolotto sui Lupi (a parte una volgarissima dimostrazione di onniscienza)?
Perchè i Cani sono come i Lupi.
Anche loro vivono in branco, solo che questo branco è composto anche da bipedi, noi.
Il bipede, in quanto "fornitore" di cibo, è il capobranco.
O almeno, dovrebbe esserlo.
Il fatto è che spesso di bipedi ce n'è più di uno: chi porta il cane "al bagno", chi ci gioca e passa più tempo in sua compagnia, chi gli prepara il cibo.
Questo genera una situazione una situazione gerarchica abbastanza complicata, che il cane risolve scegliendo da sè il "suo" capobranco.
Porgo come esempio la classica famiglia di tre elementi, più il cane: padre (porta fuori il cane), madre (prepara la "pappa") e figlio non ancora adulto (gioca).
Solitamente il cane sceglierà come capobranco il capofamiglia, cioè il padre.
La madre sarà comunque una figura di rango superiore, mentre il figlio sarà una sorta di cucciolo del branco, da proteggere.
In questa siutazione il cane potrà obbedire a tutti i membri della famiglia-branco ma, in caso di ordini contrastanti, obbedirà sempre e comunque al padre, il vero e unico capobranco.
Il cane, membro di rango "inferiore" nel branco, farà la guardia e proteggerà gli altri membri mentre questi riposano. E' così anche tra i Lupi.
Questa struttura gerarchica ha però seri limiti quando il cane si trova a contatto con altri branchi-famiglie, e soprattutto con i propri omologhi degli altri branchi.
Il cane non è abituato alle lotte gerarchiche, pur portandone le fondamenta nel suo corredo genetico, e non ha mai imparato come comportarsi sia in caso di vittoria, sia -e soprattutto- in caso di sconfitta.
[continua]
Innanzitutto, cani "pericolosi" non ne esistono.
Faccio molta fatica a credere al fatto che ci siano cani che si ribellino al padrone, a meno di forme di patologie acute, ma questa è un'altra storia.
Cominciamo con il fatto che il cane è un animale sociale, discendente diretto/evoluzione parallela del Lupo ( ).
In quanto tale, vive in una società chiamata "Branco".
Questo branco, allo stato selvaggio dei Lupi e dei Cani randagi, è composto unicamente da membri della stessa specie.
La struttura sociale/gerarchica è al tempo stesso ben definita e molto fluida.
Ben definita perchè i ruoli all'interno del branco sono assai chiari e delineati; fluida perchè ogni membro, previa dimostrazione di effettiva abilità, può ambire alla salita nella scala gerarchica.
Gli zoologi definiscono il ruolo e l'importanza di un membro con lettere greche (alfa, beta, gamma, etc.), precedute dal sesso del membro in questione.
Il capo del branco è sempre un maschio, detto maschio ALFA.
Segue poi il maschio BETA, poi il GAMMA, e così via.
La femmina ALFA è la compagna del maschio alfa, e solo la coppia alfa, in quanto depositaria del corredo genetico in quel momento vincente, può procreare.
Una così forte gerarchia ha un motivo preciso.
Il maschio alfa è colui che guida il branco alla caccia, che ne coordina e gestisce tutte le fasi.
Ogni membro ha un ruolo preciso nella caccia, così come c'è un preciso ordine nel cibarsi.
Il maschio alfa, in quanto il più forte, ha diritto a cibarsi per primo.
Poi vengono gli altri, anch'essi in rigoroso ordine: i bocconi migliori spettano al migliore!
Questo però non significa che il maschio - o la femmina- alfa restino tali per tutta la vita.
La sopravvivenza del gruppo, del branco, è più importante della sopravvivenza del singolo membro, perchè, se il branco è vivo e forte, lo sono anche i singoli membri. Non vale il viceversa.
E allorchè il maschio alfa dà segno di cedimento (solitamente fisico, visto l'ambiente in cui vivono), il maschio beta lo sfida e, nel caso di sconfitta dell'attuale alfa, il beta diverrebbe il nuovo capobranco spodestando il vecchio.
Questo rituale fatto di scontri diretti è applicato per tutti i livelli e generi del branco: un gamma potrebbe diventare beta, e poi alfa, nel caso battesse in duello i suoi "superiori".
Questi duellli sono scontri fisici, solitamente senza spargimenti di sangue, nei quali il più forte -e abile- riesce a sconfiggere l'avversario, costringendolo o sdraiarsi sulla schiena, in posizione di assoluta vulnerabilità.
Il perdente accetta la sconfitta mostrando le parti vitali, quali collo e ventre, al vincitore.
Tanto basta: nessun lupo infierisce sullo sconfitto.
Nessuno si fa male -se escludiamo qualche graffio- perchè chi perde accetta la sconfitta, e chi vince non abusa della vittoria.
E ora passiamo alla postura tipica del "dominante": capo eretto, coda e orecchie dritte.
Così si presenta il maschio, o la femmina, dominante.
Perchè vi ho fatto tutto questo pistolotto sui Lupi (a parte una volgarissima dimostrazione di onniscienza)?
Perchè i Cani sono come i Lupi.
Anche loro vivono in branco, solo che questo branco è composto anche da bipedi, noi.
Il bipede, in quanto "fornitore" di cibo, è il capobranco.
O almeno, dovrebbe esserlo.
Il fatto è che spesso di bipedi ce n'è più di uno: chi porta il cane "al bagno", chi ci gioca e passa più tempo in sua compagnia, chi gli prepara il cibo.
Questo genera una situazione una situazione gerarchica abbastanza complicata, che il cane risolve scegliendo da sè il "suo" capobranco.
Porgo come esempio la classica famiglia di tre elementi, più il cane: padre (porta fuori il cane), madre (prepara la "pappa") e figlio non ancora adulto (gioca).
Solitamente il cane sceglierà come capobranco il capofamiglia, cioè il padre.
La madre sarà comunque una figura di rango superiore, mentre il figlio sarà una sorta di cucciolo del branco, da proteggere.
In questa siutazione il cane potrà obbedire a tutti i membri della famiglia-branco ma, in caso di ordini contrastanti, obbedirà sempre e comunque al padre, il vero e unico capobranco.
Il cane, membro di rango "inferiore" nel branco, farà la guardia e proteggerà gli altri membri mentre questi riposano. E' così anche tra i Lupi.
Questa struttura gerarchica ha però seri limiti quando il cane si trova a contatto con altri branchi-famiglie, e soprattutto con i propri omologhi degli altri branchi.
Il cane non è abituato alle lotte gerarchiche, pur portandone le fondamenta nel suo corredo genetico, e non ha mai imparato come comportarsi sia in caso di vittoria, sia -e soprattutto- in caso di sconfitta.
[continua]
In data 29/06/2012, Lupin ha scritto: "Mi tira il culo dirlo ma devo dare ragione al Grey! "
- Greywolf
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[parte seconda]
Stavamo parlando di gerarchie e scontri.
Quante volte ci è capitato di vedere nelle frequenti zuffe tra cani l'intervento dei padroni?
Praticamente sempre.
Solo che a volte -anzi spesso- questo intervento è più dannoso che utile.
Il cane, vedendo l'intervento del padrone in suo favore, aumenta la propria aggressività, falsando così l'esito dello scontro. In questa situazione non c'è nè vincitore, nè vinto, e quei due cani resteranno per sempre rivali, senza mai trovare un equilibrio.
L'intervento di un estraneo alla lotta sortisce quasi sempre questo effetto: il cane ormai sconfitto torna all'attacco, costringendo all'intervento pure l'altro padrone.
Questo non dovrebbe MAI accadere.
L'unica conseguenza di questo comportamento irragionevole è che quei due cani non potranno mai convivere, costringendo uno dei due padroni ad allontanarsi -cane al seguito- al sopraggiungere dell'altro.
Ma perchè un padrone interviene?
Di solito la scena segue un clichè abbastanza consolidato: donna tronfia con cane piccolo (e rompiballe) e uomo/donna con cane grande (che si fa i fatti suoi). Il cane piccolo aggredisce verbalmente il grande abbaiando. Il grande prova a infischiarsene, facendo finta di leggere il giornale. A quel punto il piccolo approfitta del guinzaglio allungabile e tenta di mordere la zampa del grande. Il grande, con nonchalance, lo prende con due dita (!!!) della zampa "addentanda" e lo ribalta a pancia insù. Gli si piazza sopra e, ringhiando gli dice: "dicevi, picolo bulletto di periferia?". E' l'inizio della fine: il piccolo cerca di divincolarsi mordendo a casaccio e latrando manco lo castrassero a freddo, la padrona latra ancora più forte inneggiando al suo "piccolo fufino aggredito a tradimento da quella bestiaccia". Non resta che una cosa da fare: il padrone del grande è costretto a staccarlo dal piccolo. Se la persona in questione è un uomo, afferrerà con una mano il proprio cane per la collottola e, se è furbo, con un piede terrà per terra il piccoletto, per evitare che gli morda una gamba o peggio, il proprio cane. Se invece di donna si tratta, la poverina dovrà abbracciare il proprio cane (pesa in media 40kg...) e cercare di sollevarlo. Contestualmente, la signora starnazzante tenterà di sfilare il piccolo sgorbio da sotto tirandolo per il guinzaglio, impiccando il malcapitato.
La scena è chiaramente fantozziana, visto che di solito il guinzaglio del piccolo è OVVIAMENTE avvolto intorno alla zampa dell'altro padrone...
Talvolta, e questo è ancora peggio, la famigerata signora starnazzante ha un cane di grossa taglia, di solito pastore tedesco/dobermann/rottweiler perchè suo marito "lo ha preso per fare la guardia".
Ebbene, il ragazzone si avventerà contro un qualunque malcapitato trascinandosi dietro la suddetta signora, sempre urlante. Nel caso il "piccolo" si trovasse in condizioni di vincitore la signora, sempre urlando, lo tirerà via di forza dall'altro (ammesso che ci riesca), con il solo risultato di trovarsi un cane ancora più aggressivo, ma soprattutto incapace di fermarsi in caso di vittoria, con conseguenze facilmente immaginabili.
Peggio ancora, però, è quando il "bestione" trova pane per i suoi denti. Tra latrati e ruggiti degni della savana, questi si trova a pancia all'aria, assolutamente impreparato al ruolo di perdente. Difeso dalla padrona, sempre molto rumorosa, continuerà la lotta, anche se già sconfitto.
In quel caso l'intervento dell'altro padrone è tanto indispensabile quanto difficile.
Provatevi voi a dividere due cani che, a secco, pesano un quintale i due e che vi possono staccare un braccio con un morso!!!
Che fare?
Bisogna intervenire con la prevenzione.
[continua]
Stavamo parlando di gerarchie e scontri.
Quante volte ci è capitato di vedere nelle frequenti zuffe tra cani l'intervento dei padroni?
Praticamente sempre.
Solo che a volte -anzi spesso- questo intervento è più dannoso che utile.
Il cane, vedendo l'intervento del padrone in suo favore, aumenta la propria aggressività, falsando così l'esito dello scontro. In questa situazione non c'è nè vincitore, nè vinto, e quei due cani resteranno per sempre rivali, senza mai trovare un equilibrio.
L'intervento di un estraneo alla lotta sortisce quasi sempre questo effetto: il cane ormai sconfitto torna all'attacco, costringendo all'intervento pure l'altro padrone.
Questo non dovrebbe MAI accadere.
L'unica conseguenza di questo comportamento irragionevole è che quei due cani non potranno mai convivere, costringendo uno dei due padroni ad allontanarsi -cane al seguito- al sopraggiungere dell'altro.
Ma perchè un padrone interviene?
Di solito la scena segue un clichè abbastanza consolidato: donna tronfia con cane piccolo (e rompiballe) e uomo/donna con cane grande (che si fa i fatti suoi). Il cane piccolo aggredisce verbalmente il grande abbaiando. Il grande prova a infischiarsene, facendo finta di leggere il giornale. A quel punto il piccolo approfitta del guinzaglio allungabile e tenta di mordere la zampa del grande. Il grande, con nonchalance, lo prende con due dita (!!!) della zampa "addentanda" e lo ribalta a pancia insù. Gli si piazza sopra e, ringhiando gli dice: "dicevi, picolo bulletto di periferia?". E' l'inizio della fine: il piccolo cerca di divincolarsi mordendo a casaccio e latrando manco lo castrassero a freddo, la padrona latra ancora più forte inneggiando al suo "piccolo fufino aggredito a tradimento da quella bestiaccia". Non resta che una cosa da fare: il padrone del grande è costretto a staccarlo dal piccolo. Se la persona in questione è un uomo, afferrerà con una mano il proprio cane per la collottola e, se è furbo, con un piede terrà per terra il piccoletto, per evitare che gli morda una gamba o peggio, il proprio cane. Se invece di donna si tratta, la poverina dovrà abbracciare il proprio cane (pesa in media 40kg...) e cercare di sollevarlo. Contestualmente, la signora starnazzante tenterà di sfilare il piccolo sgorbio da sotto tirandolo per il guinzaglio, impiccando il malcapitato.
La scena è chiaramente fantozziana, visto che di solito il guinzaglio del piccolo è OVVIAMENTE avvolto intorno alla zampa dell'altro padrone...
Talvolta, e questo è ancora peggio, la famigerata signora starnazzante ha un cane di grossa taglia, di solito pastore tedesco/dobermann/rottweiler perchè suo marito "lo ha preso per fare la guardia".
Ebbene, il ragazzone si avventerà contro un qualunque malcapitato trascinandosi dietro la suddetta signora, sempre urlante. Nel caso il "piccolo" si trovasse in condizioni di vincitore la signora, sempre urlando, lo tirerà via di forza dall'altro (ammesso che ci riesca), con il solo risultato di trovarsi un cane ancora più aggressivo, ma soprattutto incapace di fermarsi in caso di vittoria, con conseguenze facilmente immaginabili.
Peggio ancora, però, è quando il "bestione" trova pane per i suoi denti. Tra latrati e ruggiti degni della savana, questi si trova a pancia all'aria, assolutamente impreparato al ruolo di perdente. Difeso dalla padrona, sempre molto rumorosa, continuerà la lotta, anche se già sconfitto.
In quel caso l'intervento dell'altro padrone è tanto indispensabile quanto difficile.
Provatevi voi a dividere due cani che, a secco, pesano un quintale i due e che vi possono staccare un braccio con un morso!!!
Che fare?
Bisogna intervenire con la prevenzione.
[continua]
In data 29/06/2012, Lupin ha scritto: "Mi tira il culo dirlo ma devo dare ragione al Grey! "
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[Parte terza]
De docere ad canem ovvero, come insegnare al cane.
Perchè gli scontri tra i Lupi sono incruenti?
Perchè ogni Lupo impara già da cucciolo come comportarsi sia in caso di vittoria sia di sconfitta.
Apprendono le regole con il gioco e con l'insegnamento degli altri Lupi maturi.
Se ci si pensa, i giochi dei cucciolo altro non sono che atteggiamenti che emulano il comportamento adulto: le piccole zuffe rappresentano i combattimenti per il predominio sul cibo e sul branco; il "tira e molla", con un qualunque attrezzo atto allo scopo, come un bastone o altro, rappresenta la lotta per il cibo.
Sono gli adulti del branco ad insegnar loro l'atteggiamento da tenere in presenza sia di un superiore nella scala gerarchica sia di un sottoposto.
Con un cane questo ruolo spetta al padrone.
E' il padrone -il suo capobranco- a dovergli insegnare a "vivere".
E' il padrone che deve spiegare quale è il momento di arrendersi, e quale è il momento di accettare una resa altrui.
Per insegnare ad un cane bisogna partire da due assiomi.
Innanzitutto il cane è perfettamente in grado di capire gli insegnamenti del padrone.
Ci sono ancora persone -persone??? Bestie!- che dicono: "Cosa vuoi che capisca? E' un cane!"
Il cane capisce, capisce eccome.
Solo che l'italiano non lo parla, e parla la sua lingua.
Sarebbe come dire che gli Svizzeri del cantone di Berna sono stupidi (giusto Rilluzzo? ): che diamine! Io gli parlo in un italiano perfetto, e questi non capiscono. Sono dunque stupidi!!!
O forse non ho pensato che la loro madrelingua è il tedesco???
Ecco il busillis!
Per farmi capire da un cane devo parlare la SUA lingua.
E per prima cosa devo dunque apprenderla. Questo è il primo impegno di un padrone: imparare a farsi capire.
Il secondo assioma è che con la violenza non insegni nulla.
Non serve a nulla picchiare un cane: serve solo a confonderlo e a incattivirlo.
Bisogna anche superare il concetto di violenza "umana": per un cane essere schienato e sentirsi ringhiare NON è violenza. E' solo un atto di dominazione.
Ricordiamoci che la società canina/lupina è molto più semplice di quella umana.
E allora come fa un padrone ad insegnare al proprio cane come comportarsi e gestirsi?
Semplicemente diventando cane egli/ella stesso, per farsi comprendere, e restando bipede come capacità di pensiero e logica.
Prendiamo dunque un padrone virtuale, ai primi approcci con il suo cucciolo.
Innanzitutto imparerà il significato delle varie gestualità canine: il significato di un ringhio, dello scodinzolare, del pelo ritto e così via.
Dopodichè deve assolutamente tenere a mente che è lui il capobranco di questo cucciolo, che dipende da lui in tutto e per tutto.
non può permettersi comportamenti nè contraddittori nè umilianti per l'animale.
Posto che il cucciolo ha una fiducia cieca verso il suo padrone, questi dovrà rafforzarla ulteriormente insegnando al cane che ogni suo gesto è ben motivato.
Non serve dilungarsi in spiegazioni filosofiche (i cani non hanno mai letto un libro di Kant...), piuttosto bisogna far seguire ad ogni azione un'altra che ne spieghi il significato.
Questo modus agendi rafforzerà constestualmente anche la leadership del padrone.
Nella prossima puntata gli atteggiamenti utili ed inutili....
De docere ad canem ovvero, come insegnare al cane.
Perchè gli scontri tra i Lupi sono incruenti?
Perchè ogni Lupo impara già da cucciolo come comportarsi sia in caso di vittoria sia di sconfitta.
Apprendono le regole con il gioco e con l'insegnamento degli altri Lupi maturi.
Se ci si pensa, i giochi dei cucciolo altro non sono che atteggiamenti che emulano il comportamento adulto: le piccole zuffe rappresentano i combattimenti per il predominio sul cibo e sul branco; il "tira e molla", con un qualunque attrezzo atto allo scopo, come un bastone o altro, rappresenta la lotta per il cibo.
Sono gli adulti del branco ad insegnar loro l'atteggiamento da tenere in presenza sia di un superiore nella scala gerarchica sia di un sottoposto.
Con un cane questo ruolo spetta al padrone.
E' il padrone -il suo capobranco- a dovergli insegnare a "vivere".
E' il padrone che deve spiegare quale è il momento di arrendersi, e quale è il momento di accettare una resa altrui.
Per insegnare ad un cane bisogna partire da due assiomi.
Innanzitutto il cane è perfettamente in grado di capire gli insegnamenti del padrone.
Ci sono ancora persone -persone??? Bestie!- che dicono: "Cosa vuoi che capisca? E' un cane!"
Il cane capisce, capisce eccome.
Solo che l'italiano non lo parla, e parla la sua lingua.
Sarebbe come dire che gli Svizzeri del cantone di Berna sono stupidi (giusto Rilluzzo? ): che diamine! Io gli parlo in un italiano perfetto, e questi non capiscono. Sono dunque stupidi!!!
O forse non ho pensato che la loro madrelingua è il tedesco???
Ecco il busillis!
Per farmi capire da un cane devo parlare la SUA lingua.
E per prima cosa devo dunque apprenderla. Questo è il primo impegno di un padrone: imparare a farsi capire.
Il secondo assioma è che con la violenza non insegni nulla.
Non serve a nulla picchiare un cane: serve solo a confonderlo e a incattivirlo.
Bisogna anche superare il concetto di violenza "umana": per un cane essere schienato e sentirsi ringhiare NON è violenza. E' solo un atto di dominazione.
Ricordiamoci che la società canina/lupina è molto più semplice di quella umana.
E allora come fa un padrone ad insegnare al proprio cane come comportarsi e gestirsi?
Semplicemente diventando cane egli/ella stesso, per farsi comprendere, e restando bipede come capacità di pensiero e logica.
Prendiamo dunque un padrone virtuale, ai primi approcci con il suo cucciolo.
Innanzitutto imparerà il significato delle varie gestualità canine: il significato di un ringhio, dello scodinzolare, del pelo ritto e così via.
Dopodichè deve assolutamente tenere a mente che è lui il capobranco di questo cucciolo, che dipende da lui in tutto e per tutto.
non può permettersi comportamenti nè contraddittori nè umilianti per l'animale.
Posto che il cucciolo ha una fiducia cieca verso il suo padrone, questi dovrà rafforzarla ulteriormente insegnando al cane che ogni suo gesto è ben motivato.
Non serve dilungarsi in spiegazioni filosofiche (i cani non hanno mai letto un libro di Kant...), piuttosto bisogna far seguire ad ogni azione un'altra che ne spieghi il significato.
Questo modus agendi rafforzerà constestualmente anche la leadership del padrone.
Nella prossima puntata gli atteggiamenti utili ed inutili....
In data 29/06/2012, Lupin ha scritto: "Mi tira il culo dirlo ma devo dare ragione al Grey! "
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[quote="Greywolf"][Parte terza]
Ci sono ancora persone -persone??? Bestie!- che dicono: "Cosa vuoi che capisca? E' un cane!"
Io lascrei l'insulto "metaforico" in persone .. proprio perchè le bestie, cani compresi, da quello che ho sempre percepito sono molto più intelligenti e razionali,la loro razionalità ovvio come ci stai ben spiegando,di molti esseri umani e cioè bipedi dotati di strutture sovra mesencefaliche anatomicamente molto sviluppate, che conosco...
scommetto che anche voi ne siete circondati..
Ci sono ancora persone -persone??? Bestie!- che dicono: "Cosa vuoi che capisca? E' un cane!"
Io lascrei l'insulto "metaforico" in persone .. proprio perchè le bestie, cani compresi, da quello che ho sempre percepito sono molto più intelligenti e razionali,la loro razionalità ovvio come ci stai ben spiegando,di molti esseri umani e cioè bipedi dotati di strutture sovra mesencefaliche anatomicamente molto sviluppate, che conosco...
scommetto che anche voi ne siete circondati..
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Facciamo un break con un esempio pratico:
una persona che conosco abita fuori paese in una villetta ed ha molti animali (una specie di zoo... anche gli struzzi, cavalli e altre bestie) ovviamente ci sono anche dei cani. In particolare C'è una coppia di pastori maremmani (quelli di bel e sebastien) più altri bastardini. E' successo che per evitare di far accoppiare fratelli e sorelle è stato introdotto un altro pastore che ovviamente non riconosceva la padrona che gli portava da mangiare, la quale è stata aggredita, buttata per terra e quasi sbranata viva da tutti i maremmani guidati dal nuovo, mentre i cani più piccoli cercavano di proteggerla (poi per fortuna è arrivato anche il figlio).
Come mai se il capobranco sono i bipedi tutti hanno seguito il nuovo arrivato?
una persona che conosco abita fuori paese in una villetta ed ha molti animali (una specie di zoo... anche gli struzzi, cavalli e altre bestie) ovviamente ci sono anche dei cani. In particolare C'è una coppia di pastori maremmani (quelli di bel e sebastien) più altri bastardini. E' successo che per evitare di far accoppiare fratelli e sorelle è stato introdotto un altro pastore che ovviamente non riconosceva la padrona che gli portava da mangiare, la quale è stata aggredita, buttata per terra e quasi sbranata viva da tutti i maremmani guidati dal nuovo, mentre i cani più piccoli cercavano di proteggerla (poi per fortuna è arrivato anche il figlio).
Come mai se il capobranco sono i bipedi tutti hanno seguito il nuovo arrivato?
Pensa al Gig, quanta pazienza ce vo', eppura ha trovato una moto che non è un taxi, un forum che lo ama, e persino una Gigga per quando la connessione è down... Se non è un Dio buono e giusto, quello...
Greywolf
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Giustissima osservazione, Gigghino.Gig81 ha scritto:Facciamo un break con un esempio pratico:
una persona che conosco abita fuori paese in una villetta ed ha molti animali (una specie di zoo... anche gli struzzi, cavalli e altre bestie) ovviamente ci sono anche dei cani. In particolare C'è una coppia di pastori maremmani (quelli di bel e sebastien) più altri bastardini. E' successo che per evitare di far accoppiare fratelli e sorelle è stato introdotto un altro pastore che ovviamente non riconosceva la padrona che gli portava da mangiare, la quale è stata aggredita, buttata per terra e quasi sbranata viva da tutti i maremmani guidati dal nuovo, mentre i cani più piccoli cercavano di proteggerla (poi per fortuna è arrivato anche il figlio).
Come mai se il capobranco sono i bipedi tutti hanno seguito il nuovo arrivato?
Ma hai già detto tutto tu: il pastore non ha riconosciuto la padrona.
Era lui il capobranco, e come tale ha difeso il suo territorio.
Nella psicologia canina il pastore non ha fatto altro che il suo dovere.
Il mio piccolo vademecum è più per i cani che vivono in appartamento col padrone, e questo è un caso diverso.
Ma un piccolo excursus si può tranquillamente fare.
Se ci troviamo in questo caso, ovverossia con più cani che vivono al di fuori del territorio del bipede, la faccenda è assai più complessa.
In questa situazione i cani faranno branco attorno al cane leader, costituendo un vero e proprio branco di stampo lupino.
I soggetti in questione avranno un loro proprio territorio -solitamente la recinzione nella quale vivono-, che difenderanno strenuamente.
In questo caso il padrone degli animali deve porsi come leader assoluto e incontrastato del branco, in modo che i cani lo riconoscano sempre e comunque.
Teoricamente è facile a farsi: basta che batta in duello (già, proprio così) il capobranco.
Dovrebbe schienarlo.
Ma non è facile a farsi.
Innanzitutto non è giusto che i cani siano internati da subito nel recinto: il branco deve seguire il capobranco.
Se io sono il capobranco, i cani devono potermi seguire.
Quindi conviene che per i primi tempi i cani siano liberi e vicini al padrone.
Il maschio beta (visto che l'alfa è il bipede) deve stare a stretto contatto col padrone, così da imparare a riconoscerlo e a ubbidirgli.
Solo successivamente li si potrà mettere in un luogo separato: in quei frangenti il maschio beta prenderà il comando del branco, ma sarà comunque conscio del ruolo di VICE che ha.
Personalmente trovo abbastanza imprudente e stupido avere dei cani e tenerli lontani da sè.
In primo luogo perchè a me piace avere il mio cane vicino (pet therapy).
Poi perchè se li tengo solo per fare la guardia ad un posto, allora i cani sono miei solo legalmente: per loro divento solo quello che porta da mangiare, ma privo di ogni autorità.
Ma poniamoci nella situazione che io abbia necessità di tenere dei cani a guardia di un capannone. Sono il padrone del capannone.
Come tutte le guardie devo insegnar loro chi sono le persone di cui fidarsi, e quelle di cui no.
Io sono la prima e unica persona sulla quale devono fare affidamento.
Ergo, durante il giorno i "ragazzi" staranno in mia compagnia, o quanto meno istituirò momenti (meglio se più di uno al giorno) di comunità, portandoli a fare un giro o semplicemente giocando con loro, almeno per un tempo di un'ora al giorno.
Devono conoscermi e riconoscermi: io sono la loro guida.
Devo DIFENDERLI dagli estranei, pormi sempre in mezzo tra loro e gli "altri".
Gli altri saranno i miei collaboratori, eventuali clienti, visitatori, etc.
SEMPRE io tra i cani e i gli "altri".
Sono IO che approccio gli altri: i cani devono starmi dietro. Non devono permettersi di prendere l'iniziativa in mia presenza. E' così, in fondo che si insegna loro la nostra leadership.
IO mi espongo di fronte agli estranei, IO ho la responsabilità del branco, IO guido il branco.
Solo se lo ordino, possono mettersi davanti a me.
Devo poi pensare al fatto che io possa essere anche assente, a volte.
allora devo scegliere un collaboratore fidato, o comunque una persona di fiducia, che possa fare le mie veci.
E abituerò i cani alla sua presenza, facendo in modo che pure questi prenda confidenza con loro. I cani devono riconoscerlo come ulteriore membro del mio branco, nonchè mio BETA. Il capo dei cani sarà quindi il maschio GAMMA del branco. Loro lo accettano senza problemi, credetemi.
L'atteggiamento tipico di un cane è che i membri del branco bipedi sono sempre superiori a loro nella scala gerarchica.
A questo punto il gioco è già fatto: i cani si sentono parte di un branco ben più ampio di quello composto da soli quattrozampe, e accetteranno il ruolo di guardie, come spetta appunto ai membri di livello meno alto.
Supponiamo io abbia tre dipendenti, e nessuno con problemi (paura) con i cani.
Farò in modo che tutti i miei collaboratori prendano confidenza con i cani, dando loro biscotti, carezze e opportunità di giocare. O anche facendo in modo che, a turno, ogni bipede porti ai cani il cibo.
Il branco sarà composto così da quattro bipedi, più i cani. Io sarò il maschio alfa, poi i miei collaboratori, poi i cani.
Il branco ora è cementato.
I cani a quel punto non saranno più aggressivi nei confronti di nessuno dei frequentatori abituali di quel capannone, anche se di giorno staranno in un recinto a loro dedicato. Lo interpreteranno come postazione di guardia, e come loro compito.
Non dovranno però mai mancare i momenti di libertà e gioco, magari durante le pause e il pranzo, nonchè all'ora di chiusura.
Ci deve essere SEMPRE un momento di comunione tra i membri bipedi e quadrupedi.
I cani hanno bisogno di cure: bisogna sempre dare per ricevere.
Ora, la situazione prospettata da Gig è ben poco chiara: mi sembra di aver capito che questi cani fossero sempre in un recinto, da soli.
Il loro branco era dunque composto da tre cani: tutti gli altri erano nemici del branco.
Ricordate che per i cani non ci sono persone indifferenti: o amici, o nemici.
Ecco perchè hanno aggredito la donna: minacciava il loro territorio.
Ma di questi aspetti ne tratteremo più dettagliatamente poi.
soprattutto della fase della "pappa", momento assai critico.
In data 29/06/2012, Lupin ha scritto: "Mi tira il culo dirlo ma devo dare ragione al Grey! "
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La situazione è villetta con giardini e terreno annesso molto grande, i cani sono liberi di girare ovunque tranne nella casa, il tutto è recintato. CI dovrebbero essere 2 gradi (i pastori maremmani) e 2 piccoli (non so che).
I cani sono (em... erano ma ora lo sono di nuovo) sempre liberi tranne quando c'è qualcuno che ha paura (raro). La famiglia è formata da papà, mamma (aggredita) e due figli grandi, più vari altri animali (di solito pacifici ma non entrerei nelle loro gabbie). Tutti i membri amano gli animali ma è il padre che li cura più di tutti.
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Pensa al Gig, quanta pazienza ce vo', eppura ha trovato una moto che non è un taxi, un forum che lo ama, e persino una Gigga per quando la connessione è down... Se non è un Dio buono e giusto, quello...
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Come vedi la risposta l'hai data tu stessoGig81 ha scritto:La situazione è villetta con giardini e terreno annesso molto grande, i cani sono liberi di girare ovunque tranne nella casa, il tutto è recintato. CI dovrebbero essere 2 gradi (i pastori maremmani) e 2 piccoli (non so che).
I cani sono (em... erano ma ora lo sono di nuovo) sempre liberi tranne quando c'è qualcuno che ha paura (raro). La famiglia è formata da papà, mamma (aggredita) e due figli grandi, più vari altri animali (di solito pacifici ma non entrerei nelle loro gabbie). Tutti i membri amano gli animali ma è il padre che li cura più di tutti.
La donna non era riconosciuta nel branco...
E, come ben sai, il momento del cibo è terribilmente cruciale...
Ne parlerò
In data 29/06/2012, Lupin ha scritto: "Mi tira il culo dirlo ma devo dare ragione al Grey! "
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