GrappaLux ha scritto:ma vai a piedi?lupin3 ha scritto: Io penso di fare cosi'.......giovedi' dopo lavoro scendo in toscana e vado da Salvino, cosi' intanto mi tolgo un po' di strada. Poi venerdi' mattina parto alla volta di Spoleto con calma in modo da arrivare la' nel tardo pom.!
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minchia oh e che ca@@o avevo detto 20 messaggi fà... ma leggete solo l'ultimo messaggio???lupin3 ha scritto:ok, scusate....torno serio.
faccio qui una considerazione per noi noddici:
se non si prende un giorno di ferie, il venerdi' nella fattispecie, la vedo dura limitare il numero dei chilometri.
Invertendo l'itinerario, si puo' sfruttare il venerdi' per raggiungere Spoleto, poi il sabato si fa' il giretto verso nord e magari arrivare in zona Pistoia. Poi domenica mattina noi nordisti torniamo dall'Abetone fino a Modena cosi' evitiamo la pallostrada, poi i milanesi e i piemontesi si beccano l'autostrada partendo da Modena e non da Spoleto.
Io penso di fare cosi'.......giovedi' dopo lavoro scendo in toscana e vado da Salvino, cosi' intanto mi tolgo un po' di strada. Poi venerdi' mattina parto alla volta di Spoleto con calma in modo da arrivare la' nel tardo pom.!
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Slurp, se poi mi dai qualche anticipazione me lo faccio pure il venerdì a salire...ai prodi che andranno a sud insieme a me rimarra' il meglio del meglio verso il gransasso
Pensa al Gig, quanta pazienza ce vo', eppura ha trovato una moto che non è un taxi, un forum che lo ama, e persino una Gigga per quando la connessione è down... Se non è un Dio buono e giusto, quello...
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la proposta di lupin per noi è meglio anche il culone ha detto sì...
diciamo che l'importante è poter spezzare il ritorno e non farsi tutta autostrada ... così hanno detto..
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farsi tutto il tragitto per statali fino a Spoleto è molto interessante.Io penso di fare cosi'.......giovedi' dopo lavoro scendo in toscana e vado da Salvino, cosi' intanto mi tolgo un po' di strada. Poi venerdi' mattina parto alla volta di Spoleto con calma in modo da arrivare la' nel tardo pom.!
Chi si aggrega?
A che ora pensi di partire da Pisa venerdì mattino?? perchè da Torino a Pisa mi ci vogliono almeno 3 ore. Se si parte presto anticipo anche io al giovedì sera.
"non aspettare domani per fare quello che potresti fare oggi" - "ne rimarrà uno solo" - "ne ho due" .... ma detto ciò MI SONO ROTTO LE PALLE...!!!
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pensavo al ritorno di domenica verso sud.
certo che farsi anche solo un pezzo di questo ;)) (in totale sono 850km)
percorso
Queste le parole di Nuvola Rossa, uno degli organizzatori della 1000 curve... spero che riescano ad emozionarvi come hanno fatto con me
"Ho inventato e guidato questo giro per 13 anni. Potrei scrivere un libro per tutti gli aneddoti e le storie legate a questa avventura di 850 Km.
La notte prima della partenza non ho mai dormito.La mia mente ripassava ogni singolo tratto e gli eventuali pericoli ad esso connesso. E' diverso quando sei l'organizzatore e il capo squadra. Devi pianificare tutto e preparare un eventuale piano "B". Se dovesse piovere o trovare strade interrotte come accadde l'anno scorso col terremoto all'Aquila.
Poco prima della partenza mi si chiudeva sempre lo stomaco.Con un grande sforzo mi obbligavo a fare una abbondante colazione perchè sapevo che le energie che avrei perso durante il giro sarebbero state moltissime. Finalmente si parte. Il ritmo da tenere è mosso-molto mosso altrimenti non si riesce a chiudere il giro. Per qualcuno si è già al limite per altri nel "range" di sopravviovenza.... All'inizio ti senti "legnoso" e le prime curve sono faticose. Poi inizi (dopo 30 Km ) a prendere confidenza con le gomme, la moto e il percorso e i DESTRA-SINISTRA che si susseguono iniziano a divertirti. Piano piano riesci anche a guardarti intorno e noti paesaggi bellissimi: sarà una costante del giro. Inizi ad osare di più e la gomma regge. Inizi a "gasarti" pericolosamente. Vorresti andare più forte ma sai che il confine tra il ragionevole e l'irragionevole è molto labile. Un vero GUERRIERO riesce a stare vicino al limite senza mai superarlo. Però su 850 Km prima o poi una curva la "sbagli" e li lo stomaco ti si chiude mentre capisci che non riuscirai a chiudere la curva all'interno della tua corsia. Ti attacchi ai freni. Le nocche delle mani diventano bianche. Senti il posteriore che inizia a bloccarsi "Ancora no!! Ti prego Reggi ancora altri dieci metri!!!". Ci sei riuscito! Riparti, e per i primi chilometri ti tieni buono, poi ricomincia la fiducia in te stesso e riapri il gas.
Primo rifornimento e già la schiena e le braccia mandano segni inequivocabili....Hai fatto appena 150 Km, ne hai ancora da fare 700 e qualche dubbio se riuscirai ad arrivare alla fine ti viene. Riparti, quella piccola sosta è stata un toccasana.
Ancora curve e tornanti in una sequenza senza fine. Sognavi di fare una scorpacciata di curve ed ora te le stai "mangiando" alla grande. Le colline lasciano il posto alle montagne ed i tornanti si fanno più stretti e insidiosi. Le rare macchine che incontri ti ricordano che non ci sei solo tu. Guardi lo specchietto per vedere come sono messi i tuoi compagni di viaggio. Superi Amatrice ed inizi ad inerpicarti su una strada che è libidine pura!!!! Arrivi in cima a questa "sala giochi" ed un altipiano bellissimo ti si para davanti. Puoi "aprire" alla grande ma escrementi di mucca in mezzo alla strada ti ricordano che questa è zona di pascolo e qualche mucca potrebbe essere dietro ad una curva... Lago di Campotosto: praticamente una pista !!! Che bello affrontare "allegramente" quelle curve e quell'asfalto che regge alla grande. Scendi al Passo delle Capannelle. Sei nel" sanuario della piega" per i Bicker abbuzzesi. Ti arrivano contro e devi fare in fretta a spostarti oppure ti arrivano dietro a cannone. L'attimo di sentire un Brooommmmm!!! e li vedi sparire in piega dietro alla prossima curva. Scendere all'Aquila e solo libidine. Asfalto granuloso e ampi tornanti sono il massimo per i "piegatori" incalliti. Se la stanchezza si era impadronita di te, per quei 10 Km non la senti più.
FINE1° puntata"
2° PARTE
Arrivi all'Aquila nel pieno dell'afa estiva. Sei già accaldato per la "battaglia" appena combattuta. Fai il pieno e poi cerchi la via più breve per uscire da quella fornace. Ti ritrovi dopo un pò ad attraversare un lungo rettifilo con reperti archeologici a fianco, poi la strada con un'ampia curva a destra inizia a salire e inizi a "GODERE" di nuovo. All'inizio timide curve, poi pian-piano i tornanti che tanto ti piacciono sono una costante. Arrivi parecchie volte al limite e la ruota posteriore si blocca spesso. Ma l'asfalo tiene e le uscite in accelerazione ti sparano con violenza alla curva successiva. Riesci appena a notare oramai sotto di te la città dell'Aquila sempre più piccina man mano che ti alzi di quota. Stai per arrivare a Rocca di Mezzo e come per premiarti, la strada diventa un continuo destra-sinistra senza soluzione di continuità. Finalmente arrivi in cima e un'altipiano con rettifili lunghissimi ti si palesa davanti. Il tempo di un respiro poi giù in carena ad affrontare ancora il vento che ti strappa dal manubrio. I primi agglomerati urbani ti fanno capire che tra poco ti fermerai (finalmente) a mangiare un boccone. Così è. Ma il tutto deve concludersi in mezz'ora. Un caffè e sei di nuovo in sella con ancora il sapore del caffè in bocca mentre stai scendendo da Celano su una costante di tornanti verso l'incredibile piana del Fucino con le sue antenne spaziali sullo sfondo. Ancora canicola. Sudi abbondantemente e non sai quale muscolo ti faccia più male. Si che non sei ancora a metà viaggio. Costeggi la piana del Fucino e passato un paesino addormentato nel primo pomeriggio ecco la salita al Passo del Diavolo. I primi tornanti ti fanno capire come si "ballerà" e inizi a ballare!!! La pianura sotto di te sembra una foto in grad'angolo, e tu la vedi da una prospetiva spesso a 45° perchè sei sempre in piega. Arrivi in cima con un sorriso a tutta bocca e la discesa verso Pescasseroli ti riserva una sorpresa paesaggistica singolare. No,non sei in Abruzzo ma ti sembra di stare sulle Alpi. Mucche al pascolo, prati e abeti accompagnano la tua discesa verso il centro del parco nazionale d'Abruzzo e le ampie curve che affronti sembrano cullarti. Arrivi in paese e ti fermi per un meritato ristoro.
3° PARTE...
... Ripartiamo da Pescasseroli rinfaracati nel corpo e nell'anima per gli splendidi scenari che il Parco Nazionale d'Abruzzo ci offre. Su una strada dalle curve a raggio costante e ombreggiata ai bordi scendiamo dolcemente verso Villetta Barrea ed il suo lago. Il tempo di uno sguardo e la strada si impenna di nuovo per farci ricordare che siamo alla 1000 Curve. Destra-sinistra continui ci portano dopo parecchi chilometri di "danze" al Passo della Croce e da li a capofitto verso la parte più a sud del giro. Siamo arrivati ad Alfedena. Fino ad ora l'ago della nostra bussola ha puntato sempre verso sud, ma passato il paese e con un certo "sconcerto" notare le indicazioni per Napoli, girare a sinistra e puntare a nord.
Su una strada a scorrimento veloce iniziamo ad alzarci per punntare verso Roccaraso. La voglia di "aprire" è tanta ma gli Autovelox in agguato ci consigliano di guardare il panorama...
Arrivati in cima deviazione a destra verso Pescocostanzo. Se abbiamo tempo una puntata al "nostro passo" (PASSO DELLE FORCHETTE) che si trova li vicino per una foto di rito e via su una laterale che si inoltra in un bosco e dopo curve e tornanti (guarda caso...) di ogni tipo arrivare al bivio di Pacentro dove ci riimmetteremo sulla principale. Sulmona-Pratola Peligna-Popoli e subito via dalla principale noiosa per prendere un "ascensore" che con una pendenza "consistente" ci riporta in quota. Di nuovo a capofitto verso Navelli e li riprendiamo la principale. Il tempo di essere letteralmente "cotti" dal caldo del primo pomeriggio e via di nuovo dalla principale per fare la strada che (secondo me) è il tratto più bello di tutta la 1000 CURVE. BARISCIANO-SANTO STEFANO DI SESSANIO-CALACIO (visitare Rocca calascio)-CASTEL DEL MONTE-CAMPO IMPERATORE. Questo tratto dovrebbe essere protetto da una sorta di UNESCO dei motociolisti per la bellezza sia tecnica sia (sopprattutto) paesaggistica di tale strada. Non sai se affrontare il percorso "allegramente" o rallentare e riempirti gli occhi e l'anima dello spettacolo che ti si para davanti.
Arrivati a Campo Imperatore è l'ora della sosta tradizionale alla struttura che c'è li per rifocillarsi. Il profumo degli arrosticini che sfrigolano sui bracieri è un richiamo più forte delle sirene per Ulisse. Almeno un panino con l'affettato locale ed il formaggio annaffiato con uno o due bicchieri di buon rosso è d'obbligo. Arrivato lì per me la tensione cala perchè il più della 1000 CURVE è fatto. Mancano ancora più di 100 Chilometri alla fine (quasi 200) ma la sensazione di aver fatto il più mette allegria e sono brindisi e brindisi. Bisogna stare attenti a non esagerare che il resto della strada da fare è LETTERALMENTE un'istigazione a DELINQUERE e con un pò di alcol addosso fare cazzate è un'attimo...
FINE 3° PARTE
4° parte... si riparte verso casa! Ecco le Parole di Nuvola Rossa:
"... Riparti rifocillato nel corpo e allegro nella mente convinto che il più è fatto. Attraversare la piana di Campo Imperatore e sentirsi di volta in volta nel lontano Texas oppure negli altipiani del Tibet è lecito pensarlo...
L'asfalto granuloso morde le ruote e mentre la strada inizia a salire con ampie curve il ritmo diventa incalzante...
Sei sempre combattuto tra la bella guida o il guardarti intorno rapito da ciò che vedi. Piccoli laghi. Prati verdissimi dove improvvise roccie bianche si stagliano verso il cielo. Lontano macchie bianche in movimento di greggi che si perdono nel mare d'erba. "Se un Dio esiste è passato di quà" pensi...
La strada si distende ed inizia a scendere verso Assergi con ampissimi curvoni e dare di gass è una tentazione fortissima. E' quì che si vede la differenza tra un GUERRIERO e uno smanettone. Il GUERRIERO non "stacca il cervello". Lo smanettone si...
I tornanti man mano che si arriva nei pressi di Assergi diventano incalzanti e più stretti. Sei in discesa e i freni diventano roventi per le staccate fatte sempre più "sotto".
Arrivi al paese e hai giusto il tempo di riprendere fiato che sei di nuovo nel "paradiso". Ampi curvoni ti riportano in quota. A quest'ora la strada è semi deserta e la voglia di "tirare" ti riprende l'anima e la mano destra. Ma noti ai bordi della strada escrementi di mucca. Sei in zona pascolo e trovarsi uno di questi animali dietro una curva è una probabilità possibile...
Ricominci a tirare avendo questo pensiero in testa. Devi avere nel polso un 30x100 di sicurezza in più.Ma "peccare" su questo tratto che ti porterà al Passo delle Capannelle è molto facile. Curvoni in discesa con veduta in uscita. Destra-sinistra veloci. Asfalto dal grip eccezzionale: tutto "rema contro" il tuo buon senso...
Quasi con un senso di liberazione arrivi al bivio e non sai se sei più felice per come hai guidato o per la fortuna che hai avuto. Ecco i tuoi compagni che arrivano e sono impressioni su questo tratto di strada FANTASTICO!!! Ora è il momento della POESIA...
Solo questa parola -POESIA- da la dimensione di cosa vuol dire fare il perimetro del lago di Campo Tosto verso le 18/19 di sera. Traffico assente. Il sole che diventa rosso all'orizzonte. Il lago dalle acque immobili. Sei immerso in una tavolozza di colori che va dal verde al blù. Al bianco al celeste. Unico fastidio il sole che in alcuni tratti te lo trovi dritto in faccia e non distingui bene ciò che hai davanti (ATTENZIONE!!!). Arrivi a Poggio Cancelli per affrontare l'altipiano che poi ti porterà di nuovo ad Amatrice.
Ancora grandi spazi e ancora bella guida fino al paese. Hai le ossa rotte. Il culo ti fa un male cane. Le braccia sono due pezzi di legno. Ma come mai te ne accorgi solo ora che sei nella "tranquilla" Salaria? Semplice. L' 'adrenalina che per 750 Km hai avuto in corpo è ritornata al suo posto ed ora sei "indifeso". Allora per non sentire il dolore la tua mente si rifugia nel ricordo. Il ricordo di questa mattina quando sei partito e non sapevi cosa avresti provato. A quella curva che hai sbagliato. A quella "battaglia" vinta o persa col tuo amico. A quello scorcio di paesaggio da lasciarci gli occhi e alla promessa di ritornarci con calma magari con la tua Sqwaw. Alla tua moto ,compagna fedele che non ti ha tradito ma anzi ti ha perdonato qualche errore. Ai tuoi compagni di avventura che vedi assorti come te nei loro pensieri che (pensi) saranno tanto simili ai tuoi. Rifarla l'anno prossimo? Neanche a pensarci. Almeno è quello che pensi ora ...
Altro pensiero.
Ma dopo avere fatto questo cosa mai potrò fare? Non c'è in giro una "cosa" del genere.
Cosa potrò inventarmi io di più bello e assurdo...
Mentre tu sei li, chiuso nel tuo casco che ripensi a tutte queste cose, lontano nel suo accampamento il vecchio capo tribù ripensa a quando tante lune fa cavalcò per 3500 Km tra passi e alte vette di montagne molto lontane chiamate Alpi. Conquistò più di 40 passi insieme ad alcuni suoi GUERRIERI. Su una vecchia pelle di daino si segnò il sentiero. Non ricorda bene dove si trovi quella mappa ma..."
A-HUG
Di seguito il racconto del mio amico che ha partecipato all'edizione 2010:
Partecipare alla 1.000 curve è stato un rito di trapasso per me! Lo dico con le lacrime di felicità che scendono diritte al cuore.
Sono quel genere di imprese che affronti proprio con quello spirito di chi vuol partire e seguire un'emozione, il vento, un accordo musicale che ti suona dentro. E' così che parti e ascolti quel ritmo che cresce curva dopo curva... assapori i profumi di luoghi meravigliosi e capisci che il paradiso dei guerrieri è questo.
Si muore così... si muore per rinascere come una fenice. Trovare il perché del proprio moto interiore a volte è impossibile, a volte risulta difficile seguirne il ritmo e le battute di arresto che la vita e la strada ti fanno affrontare. Quello che sai nel momento in cui sei sopra la tua moto però è la certezza che quel moto esiste, che quello spirito, quel soffio di vita è dentro di te e devi lottare per viverlo. E' così che penso alla 1000 curve come ad un guerriero di me stesso... come ad un trapasso dal quale non si rinasce più come prima.
Ad un certo punto non ero più sicuro di arrivare... al buio, nella notte... seguivo solo la scia rossa della moto che mi precedeva. Avevo i calli alle mani e la stanchezza mi chiedeva di fermarmi. Non ci siamo fermati... siamo andati oltre quello che era un limite dentro la testa... siamo andati oltre la notte per tornare nella nostra tenda e rivivere lentamente i colori delle sensazioni che il cuore ci aveva regalato.
Ci tengo a ringraziare tutti i guerrieri che con me sono rimasti fino la fine, ci tengo a dire grazie a Matrix e Baronio per lo sforzo che hanno fatto nel guidarci contro questa battaglia e sopratutto ci tengo ad abbracciare Desmotore che prima mi ha coinvolto in questa avventura e poi mi ha insegnato che la gioia è un emozione che va condivisa con gli altri e con il proprio spirito guerriero.
Con la speranza di esserci il prossimo anno ... il mio saluto al grande capo Nuvola Rossa!
certo che farsi anche solo un pezzo di questo ;)) (in totale sono 850km)
percorso
Queste le parole di Nuvola Rossa, uno degli organizzatori della 1000 curve... spero che riescano ad emozionarvi come hanno fatto con me
"Ho inventato e guidato questo giro per 13 anni. Potrei scrivere un libro per tutti gli aneddoti e le storie legate a questa avventura di 850 Km.
La notte prima della partenza non ho mai dormito.La mia mente ripassava ogni singolo tratto e gli eventuali pericoli ad esso connesso. E' diverso quando sei l'organizzatore e il capo squadra. Devi pianificare tutto e preparare un eventuale piano "B". Se dovesse piovere o trovare strade interrotte come accadde l'anno scorso col terremoto all'Aquila.
Poco prima della partenza mi si chiudeva sempre lo stomaco.Con un grande sforzo mi obbligavo a fare una abbondante colazione perchè sapevo che le energie che avrei perso durante il giro sarebbero state moltissime. Finalmente si parte. Il ritmo da tenere è mosso-molto mosso altrimenti non si riesce a chiudere il giro. Per qualcuno si è già al limite per altri nel "range" di sopravviovenza.... All'inizio ti senti "legnoso" e le prime curve sono faticose. Poi inizi (dopo 30 Km ) a prendere confidenza con le gomme, la moto e il percorso e i DESTRA-SINISTRA che si susseguono iniziano a divertirti. Piano piano riesci anche a guardarti intorno e noti paesaggi bellissimi: sarà una costante del giro. Inizi ad osare di più e la gomma regge. Inizi a "gasarti" pericolosamente. Vorresti andare più forte ma sai che il confine tra il ragionevole e l'irragionevole è molto labile. Un vero GUERRIERO riesce a stare vicino al limite senza mai superarlo. Però su 850 Km prima o poi una curva la "sbagli" e li lo stomaco ti si chiude mentre capisci che non riuscirai a chiudere la curva all'interno della tua corsia. Ti attacchi ai freni. Le nocche delle mani diventano bianche. Senti il posteriore che inizia a bloccarsi "Ancora no!! Ti prego Reggi ancora altri dieci metri!!!". Ci sei riuscito! Riparti, e per i primi chilometri ti tieni buono, poi ricomincia la fiducia in te stesso e riapri il gas.
Primo rifornimento e già la schiena e le braccia mandano segni inequivocabili....Hai fatto appena 150 Km, ne hai ancora da fare 700 e qualche dubbio se riuscirai ad arrivare alla fine ti viene. Riparti, quella piccola sosta è stata un toccasana.
Ancora curve e tornanti in una sequenza senza fine. Sognavi di fare una scorpacciata di curve ed ora te le stai "mangiando" alla grande. Le colline lasciano il posto alle montagne ed i tornanti si fanno più stretti e insidiosi. Le rare macchine che incontri ti ricordano che non ci sei solo tu. Guardi lo specchietto per vedere come sono messi i tuoi compagni di viaggio. Superi Amatrice ed inizi ad inerpicarti su una strada che è libidine pura!!!! Arrivi in cima a questa "sala giochi" ed un altipiano bellissimo ti si para davanti. Puoi "aprire" alla grande ma escrementi di mucca in mezzo alla strada ti ricordano che questa è zona di pascolo e qualche mucca potrebbe essere dietro ad una curva... Lago di Campotosto: praticamente una pista !!! Che bello affrontare "allegramente" quelle curve e quell'asfalto che regge alla grande. Scendi al Passo delle Capannelle. Sei nel" sanuario della piega" per i Bicker abbuzzesi. Ti arrivano contro e devi fare in fretta a spostarti oppure ti arrivano dietro a cannone. L'attimo di sentire un Brooommmmm!!! e li vedi sparire in piega dietro alla prossima curva. Scendere all'Aquila e solo libidine. Asfalto granuloso e ampi tornanti sono il massimo per i "piegatori" incalliti. Se la stanchezza si era impadronita di te, per quei 10 Km non la senti più.
FINE1° puntata"
2° PARTE
Arrivi all'Aquila nel pieno dell'afa estiva. Sei già accaldato per la "battaglia" appena combattuta. Fai il pieno e poi cerchi la via più breve per uscire da quella fornace. Ti ritrovi dopo un pò ad attraversare un lungo rettifilo con reperti archeologici a fianco, poi la strada con un'ampia curva a destra inizia a salire e inizi a "GODERE" di nuovo. All'inizio timide curve, poi pian-piano i tornanti che tanto ti piacciono sono una costante. Arrivi parecchie volte al limite e la ruota posteriore si blocca spesso. Ma l'asfalo tiene e le uscite in accelerazione ti sparano con violenza alla curva successiva. Riesci appena a notare oramai sotto di te la città dell'Aquila sempre più piccina man mano che ti alzi di quota. Stai per arrivare a Rocca di Mezzo e come per premiarti, la strada diventa un continuo destra-sinistra senza soluzione di continuità. Finalmente arrivi in cima e un'altipiano con rettifili lunghissimi ti si palesa davanti. Il tempo di un respiro poi giù in carena ad affrontare ancora il vento che ti strappa dal manubrio. I primi agglomerati urbani ti fanno capire che tra poco ti fermerai (finalmente) a mangiare un boccone. Così è. Ma il tutto deve concludersi in mezz'ora. Un caffè e sei di nuovo in sella con ancora il sapore del caffè in bocca mentre stai scendendo da Celano su una costante di tornanti verso l'incredibile piana del Fucino con le sue antenne spaziali sullo sfondo. Ancora canicola. Sudi abbondantemente e non sai quale muscolo ti faccia più male. Si che non sei ancora a metà viaggio. Costeggi la piana del Fucino e passato un paesino addormentato nel primo pomeriggio ecco la salita al Passo del Diavolo. I primi tornanti ti fanno capire come si "ballerà" e inizi a ballare!!! La pianura sotto di te sembra una foto in grad'angolo, e tu la vedi da una prospetiva spesso a 45° perchè sei sempre in piega. Arrivi in cima con un sorriso a tutta bocca e la discesa verso Pescasseroli ti riserva una sorpresa paesaggistica singolare. No,non sei in Abruzzo ma ti sembra di stare sulle Alpi. Mucche al pascolo, prati e abeti accompagnano la tua discesa verso il centro del parco nazionale d'Abruzzo e le ampie curve che affronti sembrano cullarti. Arrivi in paese e ti fermi per un meritato ristoro.
3° PARTE...
... Ripartiamo da Pescasseroli rinfaracati nel corpo e nell'anima per gli splendidi scenari che il Parco Nazionale d'Abruzzo ci offre. Su una strada dalle curve a raggio costante e ombreggiata ai bordi scendiamo dolcemente verso Villetta Barrea ed il suo lago. Il tempo di uno sguardo e la strada si impenna di nuovo per farci ricordare che siamo alla 1000 Curve. Destra-sinistra continui ci portano dopo parecchi chilometri di "danze" al Passo della Croce e da li a capofitto verso la parte più a sud del giro. Siamo arrivati ad Alfedena. Fino ad ora l'ago della nostra bussola ha puntato sempre verso sud, ma passato il paese e con un certo "sconcerto" notare le indicazioni per Napoli, girare a sinistra e puntare a nord.
Su una strada a scorrimento veloce iniziamo ad alzarci per punntare verso Roccaraso. La voglia di "aprire" è tanta ma gli Autovelox in agguato ci consigliano di guardare il panorama...
Arrivati in cima deviazione a destra verso Pescocostanzo. Se abbiamo tempo una puntata al "nostro passo" (PASSO DELLE FORCHETTE) che si trova li vicino per una foto di rito e via su una laterale che si inoltra in un bosco e dopo curve e tornanti (guarda caso...) di ogni tipo arrivare al bivio di Pacentro dove ci riimmetteremo sulla principale. Sulmona-Pratola Peligna-Popoli e subito via dalla principale noiosa per prendere un "ascensore" che con una pendenza "consistente" ci riporta in quota. Di nuovo a capofitto verso Navelli e li riprendiamo la principale. Il tempo di essere letteralmente "cotti" dal caldo del primo pomeriggio e via di nuovo dalla principale per fare la strada che (secondo me) è il tratto più bello di tutta la 1000 CURVE. BARISCIANO-SANTO STEFANO DI SESSANIO-CALACIO (visitare Rocca calascio)-CASTEL DEL MONTE-CAMPO IMPERATORE. Questo tratto dovrebbe essere protetto da una sorta di UNESCO dei motociolisti per la bellezza sia tecnica sia (sopprattutto) paesaggistica di tale strada. Non sai se affrontare il percorso "allegramente" o rallentare e riempirti gli occhi e l'anima dello spettacolo che ti si para davanti.
Arrivati a Campo Imperatore è l'ora della sosta tradizionale alla struttura che c'è li per rifocillarsi. Il profumo degli arrosticini che sfrigolano sui bracieri è un richiamo più forte delle sirene per Ulisse. Almeno un panino con l'affettato locale ed il formaggio annaffiato con uno o due bicchieri di buon rosso è d'obbligo. Arrivato lì per me la tensione cala perchè il più della 1000 CURVE è fatto. Mancano ancora più di 100 Chilometri alla fine (quasi 200) ma la sensazione di aver fatto il più mette allegria e sono brindisi e brindisi. Bisogna stare attenti a non esagerare che il resto della strada da fare è LETTERALMENTE un'istigazione a DELINQUERE e con un pò di alcol addosso fare cazzate è un'attimo...
FINE 3° PARTE
4° parte... si riparte verso casa! Ecco le Parole di Nuvola Rossa:
"... Riparti rifocillato nel corpo e allegro nella mente convinto che il più è fatto. Attraversare la piana di Campo Imperatore e sentirsi di volta in volta nel lontano Texas oppure negli altipiani del Tibet è lecito pensarlo...
L'asfalto granuloso morde le ruote e mentre la strada inizia a salire con ampie curve il ritmo diventa incalzante...
Sei sempre combattuto tra la bella guida o il guardarti intorno rapito da ciò che vedi. Piccoli laghi. Prati verdissimi dove improvvise roccie bianche si stagliano verso il cielo. Lontano macchie bianche in movimento di greggi che si perdono nel mare d'erba. "Se un Dio esiste è passato di quà" pensi...
La strada si distende ed inizia a scendere verso Assergi con ampissimi curvoni e dare di gass è una tentazione fortissima. E' quì che si vede la differenza tra un GUERRIERO e uno smanettone. Il GUERRIERO non "stacca il cervello". Lo smanettone si...
I tornanti man mano che si arriva nei pressi di Assergi diventano incalzanti e più stretti. Sei in discesa e i freni diventano roventi per le staccate fatte sempre più "sotto".
Arrivi al paese e hai giusto il tempo di riprendere fiato che sei di nuovo nel "paradiso". Ampi curvoni ti riportano in quota. A quest'ora la strada è semi deserta e la voglia di "tirare" ti riprende l'anima e la mano destra. Ma noti ai bordi della strada escrementi di mucca. Sei in zona pascolo e trovarsi uno di questi animali dietro una curva è una probabilità possibile...
Ricominci a tirare avendo questo pensiero in testa. Devi avere nel polso un 30x100 di sicurezza in più.Ma "peccare" su questo tratto che ti porterà al Passo delle Capannelle è molto facile. Curvoni in discesa con veduta in uscita. Destra-sinistra veloci. Asfalto dal grip eccezzionale: tutto "rema contro" il tuo buon senso...
Quasi con un senso di liberazione arrivi al bivio e non sai se sei più felice per come hai guidato o per la fortuna che hai avuto. Ecco i tuoi compagni che arrivano e sono impressioni su questo tratto di strada FANTASTICO!!! Ora è il momento della POESIA...
Solo questa parola -POESIA- da la dimensione di cosa vuol dire fare il perimetro del lago di Campo Tosto verso le 18/19 di sera. Traffico assente. Il sole che diventa rosso all'orizzonte. Il lago dalle acque immobili. Sei immerso in una tavolozza di colori che va dal verde al blù. Al bianco al celeste. Unico fastidio il sole che in alcuni tratti te lo trovi dritto in faccia e non distingui bene ciò che hai davanti (ATTENZIONE!!!). Arrivi a Poggio Cancelli per affrontare l'altipiano che poi ti porterà di nuovo ad Amatrice.
Ancora grandi spazi e ancora bella guida fino al paese. Hai le ossa rotte. Il culo ti fa un male cane. Le braccia sono due pezzi di legno. Ma come mai te ne accorgi solo ora che sei nella "tranquilla" Salaria? Semplice. L' 'adrenalina che per 750 Km hai avuto in corpo è ritornata al suo posto ed ora sei "indifeso". Allora per non sentire il dolore la tua mente si rifugia nel ricordo. Il ricordo di questa mattina quando sei partito e non sapevi cosa avresti provato. A quella curva che hai sbagliato. A quella "battaglia" vinta o persa col tuo amico. A quello scorcio di paesaggio da lasciarci gli occhi e alla promessa di ritornarci con calma magari con la tua Sqwaw. Alla tua moto ,compagna fedele che non ti ha tradito ma anzi ti ha perdonato qualche errore. Ai tuoi compagni di avventura che vedi assorti come te nei loro pensieri che (pensi) saranno tanto simili ai tuoi. Rifarla l'anno prossimo? Neanche a pensarci. Almeno è quello che pensi ora ...
Altro pensiero.
Ma dopo avere fatto questo cosa mai potrò fare? Non c'è in giro una "cosa" del genere.
Cosa potrò inventarmi io di più bello e assurdo...
Mentre tu sei li, chiuso nel tuo casco che ripensi a tutte queste cose, lontano nel suo accampamento il vecchio capo tribù ripensa a quando tante lune fa cavalcò per 3500 Km tra passi e alte vette di montagne molto lontane chiamate Alpi. Conquistò più di 40 passi insieme ad alcuni suoi GUERRIERI. Su una vecchia pelle di daino si segnò il sentiero. Non ricorda bene dove si trovi quella mappa ma..."
A-HUG
Di seguito il racconto del mio amico che ha partecipato all'edizione 2010:
Partecipare alla 1.000 curve è stato un rito di trapasso per me! Lo dico con le lacrime di felicità che scendono diritte al cuore.
Sono quel genere di imprese che affronti proprio con quello spirito di chi vuol partire e seguire un'emozione, il vento, un accordo musicale che ti suona dentro. E' così che parti e ascolti quel ritmo che cresce curva dopo curva... assapori i profumi di luoghi meravigliosi e capisci che il paradiso dei guerrieri è questo.
Si muore così... si muore per rinascere come una fenice. Trovare il perché del proprio moto interiore a volte è impossibile, a volte risulta difficile seguirne il ritmo e le battute di arresto che la vita e la strada ti fanno affrontare. Quello che sai nel momento in cui sei sopra la tua moto però è la certezza che quel moto esiste, che quello spirito, quel soffio di vita è dentro di te e devi lottare per viverlo. E' così che penso alla 1000 curve come ad un guerriero di me stesso... come ad un trapasso dal quale non si rinasce più come prima.
Ad un certo punto non ero più sicuro di arrivare... al buio, nella notte... seguivo solo la scia rossa della moto che mi precedeva. Avevo i calli alle mani e la stanchezza mi chiedeva di fermarmi. Non ci siamo fermati... siamo andati oltre quello che era un limite dentro la testa... siamo andati oltre la notte per tornare nella nostra tenda e rivivere lentamente i colori delle sensazioni che il cuore ci aveva regalato.
Ci tengo a ringraziare tutti i guerrieri che con me sono rimasti fino la fine, ci tengo a dire grazie a Matrix e Baronio per lo sforzo che hanno fatto nel guidarci contro questa battaglia e sopratutto ci tengo ad abbracciare Desmotore che prima mi ha coinvolto in questa avventura e poi mi ha insegnato che la gioia è un emozione che va condivisa con gli altri e con il proprio spirito guerriero.
Con la speranza di esserci il prossimo anno ... il mio saluto al grande capo Nuvola Rossa!
quannu lu furnu è callu basta na fascina
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